W3 Maccarese, una questione d’orgoglio. Pieri: “Basta poco per tornare sui nostri livelli. UniPomezia? Partita ideale per dimostrare che ci siamo anche noi”

W3 Maccarese, una questione d’orgoglio. Pieri: “Basta poco per tornare sui nostri livelli. UniPomezia? Partita ideale per dimostrare che ci siamo anche noi”

Un punto in tre partite e nessuna rete all’attivo: l’inizio di campionato della W3 Maccarese non è stato in linea con le previsioni della vigilia che assegnavano al club tirrenico un ruolo assai significativo nel Girone A di Eccellenza, fermo restando che, al netto del brutto scivolone all’esordio ad Aprilia, contro Civitavecchia e Campus Eur sono mancati solo un pizzico di fortuna e di incisività sottoporta.

Nulla è compromesso, ci mancherebbe, tempo per recuperare ce n’è a iosa, però è opportuno correggere il trend e ritrovare quell’entusiasmo che ha contraddistinto la squadra di Stefano Manelli nella passata stagione, portandola a vincere i play-off “B” e successivamente a giocarsi un’indimenticabile, quanto colma di rimpianti, semifinale con il Livorno.

Tornare ad essere quella squadra brillante, spensierata e soprattutto vincente, possibilmente nel minor lasso di tempo possibile, è imperativo ed all’interno del gruppo bianconero una voce autorevole è certamente quella di Gianmarco Pieri.

L’ex difensore di Trastevere ed Ostiamare (nella foto di Alessio De Luca, ndr) è alla terza stagione nel club di Agostino Spinella, Sergio Farina ed Andrea Persi ed è elemento tra i più stimati ed apprezzati nello spogliatoio e dalle sue parole emerge una visione chiara e definita della situazione attuale, con un occhio inevitabilmente indirizzato verso l’attesissimo big match di domenica prossima contro l’UniPomezia.

 

Gianmarco, un solo punto in tre partite.

Cosa sta mancando alla W3 Maccarese in questa fase iniziale del torneo?

“Si sa che nel calcio riconfermarsi è sempre difficile e con la riduzione del numero delle squadre e dei gironi eravamo consapevoli che il tasso tecnico del torneo si sarebbe alzato.

A differenza della passata stagione, quando per molti eravamo una sorpresa, adesso gli avversari ci conoscono meglio e sanno che non possono sottovalutarci.

Tolta la prima gara con il Centro Sportivo Primavera, con cui abbiamo disputato una prestazione da quattro e mezzo, nelle successive secondo me siamo andati ben oltre la sufficienza, ma per un motivo o per l’altro abbiamo raccolto solo un pareggio.

Contro il Civitavecchia purtroppo non siamo riusciti a realizzare un calcio di rigore che avrebbe dato un senso diverso al match, mentre domenica scorsa con il Campus Eur abbiamo avuto costantemente il pallino del gioco e tirato in porta dieci volte, senza riuscire a concretizzare.

Per come la vedo io, è mancato solo un pizzico di cattiveria negli ultimi sedici metri…”.

Il dato sorprendente, in effetti, è la difficoltà realizzativa.

Quali spiegazioni vi siete dati all’interno dello spogliatoio?

“Ne abbiamo parlato tanto, te lo assicuro, ma una ragione vera e propria non l’abbiamo trovata.

Magari serve un po’ di determinazione.

Di fame, ecco.

Sono convinto che si tratti semplicemente di una fase, la squadra è sempre stata capace di creare occasioni e continuerà a farlo senza problemi”.

E’ possibile che inconsciamente vi siate un po’ seduti sugli allori dopo lo splendido percorso della passata stagione?

“Personalmente era questa la mia paura più grande dopo essere arrivati a giocare all’Armando Picchi.

Quando ci siamo ritrovati per la preparazione, io ed altri miei compagni abbiamo fatto un discorso mirato nello spogliatoio.

“Se qualcuno sente di avere la pancia piena dopo la partita con il Livorno e pensa di non poter dare qualcos’altro alla squadra, alzi la mano e lo dica chiaramente”, abbiamo detto.

Per fortuna, non vedo gente appagata intorno a me e al di là dei risultati le prime partite stagionali me l’hanno confermato”.

Domenica prossima arriva l’UniPomezia, sono loro i principali favoriti del torneo?

“Secondo me sì.

Conosco bene mister Scudieri e con lui molti giocatori, tra cui Panini, Esposito e Lupi.

Se mi metto seduto e leggo i nomi che hanno in rosa, sembra evidente che abbiano tutto per arrivare al traguardo per capacità tecniche, tattiche ed organizzazione societaria.

Poi però ci siamo anche noi, il Città di Cerveteri ed il Civitavecchia, tutte squadre che dispongono di un ottimo potenziale”.

Giocare contro una squadra del genere in un momento come quello che state attraversando voi costituisce uno svantaggio o può darvi la carica giusta per cambiare l’inerzia?

“Bella domanda, siamo lì.

Propenderei leggermente per la seconda ipotesi, perché poi sono queste le partite più belle e motivanti per un giocatore.

Anzi, ti dirò di più: secondo me, quella di domenica prossima è proprio la partita ideale per far capire a tutti che la W3 Maccarese c’è, è presente e vuole dire la sua in questo campionato.

Nel frattempo, la stiamo preparando con cura, come tutte le altre del resto”.

Dai tempi in cui, calciatore in erba con la maglia della Roma Team Sport di mister Tonino Trebiciani, ti affacciavi negli studi di “Sport in Oro” di acqua sotto i ponti ne è passata un pochina.

Dall’alto della tua riconosciuta esperienza, quali tasti devono essere toccati per ripartire quando le cose non vanno come ci si aspettava?

“Credo proprio che la parola-chiave sia orgoglio.

Quando attraversi una fase come la nostra, è quello che deve uscire.

Devi far luce dentro di te e chiederti quanto oltre puoi andare, quanto puoi dare oltre al tuo personale livello?

Se hai già raggiunto uno standard elevato in partita, sono le motivazioni a darti una spinta in più.

Bisogna tirar fuori il carattere e chiedersi cosa fare per migliorare e questo, sia chiaro, vale per tutti noi calciatori, dal primo all’ultimo.

Pochi mesi fa siamo arrivati a Livorno?

Benissimo, ora dovremmo porci l’obiettivo di andare a giocare una partita a San Siro.

Lancia un avviso ai naviganti: dove troviamo la W3 Maccarese a fine campionato?

“Tra le prime tre, senza se e senza ma”.