UNIPOMEZIA, PARLA RICCI: “VI RACCONTO I MIEI PRIMI TRENT’ANNI”

UNIPOMEZIA, PARLA RICCI: “VI RACCONTO I MIEI PRIMI TRENT’ANNI”

Andrea Ricci ha fatto cifra tonda.

Oggi questo splendido calciatore, che di certo avrebbe meritato miglior sorte dalla propria carriera agonistica, soffia su trenta candeline.

Un traguardo importante e che impone un bilancio.

Noi di “Sport in Oro” (con il direttore Raffaele Minichino in testa), che da sempre ne abbiamo apprezzato le doti umane prima ancora che quelle tecniche, seguendone passo passo le gesta a prescindere dalla categoria, nel fargli gli auguri glielo abbiamo chiesto e lui non si è sottratto.

Senza sottacere i rimpianti, che legittimamente qualsiasi individuo può far sedimentare nella propria anima, nè trascurare le emozioni, quelle belle e pure che chiunque ami questo sport meraviglioso sa sperimentare.

 

Andrea, trent’anni costituiscono un’età importante per un calciatore.

Qual è il tuo personale consuntivo?

“Diciamo che sono contento, dai.

Finora ho potuto fare di questa passione una professione.

In più, ho potuto anche laurearmi all’ISEF e cominciare a fare il professore di educazione fisica.

Sono soddisfatto di ciò che ho avuto, anche se magari poteva andarmi meglio…”.

Tocchiamoli con mano questi rimpianti.

“Forse risiedono principalmente in quella stagione, bella e maledetta al tempo stesso con l’Aprilia in Serie D.

Fummo in testa praticamente per tutto il campionato e poi lo perdemmo all’ultima giornata con il Monterotondo.

Avevo diciannove anni e giocai trentaquattro partite.

Purtroppo andò a finire come tutti sapete, quello probabilmente è stato lo snodo negativo della mia carriera da calciatore.

Se fossimo saliti tra i professionisti, chissà, magari sarebbe andata in un altro modo.

Comunque non me la prendo con me stesso, io ho fatto ciò che potevo fare.

Forse è mancato un pizzico di fortuna, ma il calcio è così: ti dà e ti toglie.

Ed io qualche soddisfazione me la sono presa…”.

Parliamo delle gioie, allora.

“Cinque anni in Serie D li ho giocati.

Non tantissimi, ma neppure pochi.

Ricordo il primo, quello dell’esordio con la Sorianese con mister Lauretti.

Lo saluto con affetto, gli devo tantissimo.

Dopo le successive esperienze con Aprilia, Anziolavinio e Tivoli sono sceso di categoria, ma ho avuto le mie soddisfazioni”.

Se pronuncio la parola “Futbolclub”, cosa ti viene in mente?

“Una stagione strepitosa, abbiamo vinto tutto.

Eravamo un gruppo fantastico ed ancora oggi ci frequentiamo quando è possibile”.

 

ricciOggi ti trovi in una realtà che può essere avvicinata agli orange di allora…

“Sono davvero felice di aver abbracciato il progetto dell’UniPomezia.

La società è davvero molto ambiziosa e non ci fa mancare assolutamente nulla”.

 

Domenica chiuderete un girone d’andata che, peraltro, da domenica scorsa vi vede già Campioni d’Inverno.

Come vive questo momento lo spogliatoio?

“Qualche squadra l’ho girata e devo dire che qui si respira una grande armonia.

Il gruppo è molto unito e concentrato verso l’obiettivo che ha manifestato la società.

Tutti ci sentiamo ugualmente importanti e pronti a dare il nostro contributo, rispettando le scelte del mister.

 

Emanuele Morelli
Emanuele Morelli

Prendete il caso di Morelli.

Emanuele è partito dalla panchina nelle ultime due gare, ma il suo ingresso è stato determinante per condurci alla vittoria.

E non dimentichiamo che sono ancora fuori giocatori come Lupi e La Forgia”.

Avete un’altissima qualità media in squadra.

Questo non potrebbe accendere la competizione tra voi?

“Io sono dell’avviso che in una squadra maggiore è il tasso qualitativo e meglio è per tutti.

Rischio di elevata competitività esiste, ma noi dobbiamo soltanto dare il meglio di noi stessi ed essere professionali”.

A proposito di competitività, secondo te già adesso l’UniPomezia potrebbe serenamente affrontare la categoria superiore?

“Io credo che potremmo anche essere attrezzati così come siamo per l’Eccellenza, ma dovremmo lavorare sui ritmi.

Al piano di sopra si marcia ad un’andatura più rapida e ci si allena di più rispetto alla Promozione.

L’esempio più pratico che mi viene in mente è un’amichevole svolta ad agosto con lo Sporting Città di Fiumicino in cui pareggiamo per 2-2.

Gli stessi avversari li abbiamo affrontati durante la sosta natalizia ed abbiamo perso per 5-1.

Una questione di ritmo-partita, credo sia tutto lì”.

Grazie alle vostre gesta, mi pare di poter dire che lentamente la gente di Pomezia si stia riavvicinando al campo.

“Sì, ed onestamente sono rimasto basito dal pubblico presente al Comunale in occasione delle gare con Team Nuova Florida e Real Colosseum.

E’ bello quando tanta gente viene a vederti.

Oltretutto, la carica dei tifosi è stata determinante per i successi nel finale con Lupa Frascati ed Alberone”.

 

unipomezia tifosiDomenica girerete la boa affrontando in trasferta un Racing Club in prepotente ascesa nelle ultime settimane…

“In quella squadra c’è un mio amico, Chianelli, che rivedrò volentieri.

Loro hanno molta qualità e dovremo fare attenzione.

Dobbiamo però essere consapevoli delle nostre qualità e, con la massima umiltà, andare lì per imporci e prenderci i tre punti.

Non dobbiamo fare calcoli, nè impostare una gara per cogliere un pareggio, perchè sarebbe contrario alla nostra filosofia di gioco”.

Dopo aver fatto visita alla squadra di Petrelli, comincerà il girone di ritorno.

Dopo aver fatto un cammino fin qui impeccabile, come dovrete affrontarlo?

“Consci dei nostri mezzi, ma con i piedi per terra.

Il ritorno è sempre più complesso rispetto all’andata, perchè ormai le squadre si conoscono tutte.

In più, aggiungeteci che le squadre in lotta per la salvezza danno il 110% ogni domenica.

Insomma, sarà tutto più difficile”.

Qual è il regalo che speri di farti per un compleanno così importante?

“Mi piacerebbe ripetere con l’UniPomezia un’annata come quella 2012/13 al Futbolclub, perchè vincere è sempre speciale.

Mettiamola così: il regalo che vorrei farmi è continuare a vincere campionati…”.