UNDER 16-TRASTEVERE, ALIBERTI:”ORGOGLIOSI DI RAPPRESENTARE TRASTEVERE”

UNDER 16-TRASTEVERE, ALIBERTI:”ORGOGLIOSI DI RAPPRESENTARE TRASTEVERE”

A cura di Edoardo D’Angelo.

 

Oggi abbiamo il piacere di leggere le parole di uno degli allenatori più stimati della categoria, Mattia Aliberti.

Per conoscere oggi bisogna parlare di ieri, infatti Aliberti è un ex giocatore, che è arrivato fino al punto più prestigioso per un calciatore, ovvero la Serie C. Diciamo che in campo Aliberti si faceva sentire, era un gran difensore di quelli che se ce l’hai in squadra sei più tranquillo. Leadership da vendere, infatti per molti anni nella squadre in cui è stato spesso faceva il capitano.

Una volta smesso ha iniziato subito la carriera da allenatore. La sua prima panchina è stata al Pro Roma, facendo il secondo a mister Damiani in Promozione, poi è diventato allenatore sempre del Pro Roma in Eccellenza, Virtus Roma in Promozione, fino ad arrivare al settore giovanile di Certosa ed oggi Trastevere.

Con i suoi ragazzi, il mister sta facendo un ottimo lavoro. Ricoprono meritatamente il primo posto in classifica insieme al Savio, con 20 punti. Rionali che sono reduci da una bella vittoria contro la Lodigiani, nello scontro diretto per le finali, dominando e vincendo per 4-1.

Una cosa è certa, chiunque abbia avuto l’onore di giocare per Mattia Aliberti è pronto a buttarsi nel fuoco per lui, e i suoi ragazzi sono pronti a farlo.

 

Che ambiente è il Trastevere, essendo la terza squadra di Roma? I ragazzi si sentono inorgogliti di rappresentare qualcosa di bello e di importante per la città?

“Ci riempie d’orgoglio poter rappresentare una società come il Trastevere, indossare la maglia di quel Rione per noi è stimolante dandoci quella carica in più. 

Dopo Roma e Lazio ci siamo noi, quindi anche la responsabilità di scendere in campo e giocare per un qualcosa che va oltre il calcio ci motiva tantissimo. Quando è arrivata la chiamata del Trastevere, nonostante avessi anche altre squadre che mi avevano cercato, non ho esitato un istante. E’ un agglomerato di tanti aspetti fondamentali in questo gioco, per esempio giochiamo allo Stadium, dove abbiamo sempre vinto, e a 16 anni giocare in un impianto del genere ti può solo che far piacere.”

 

Come lavora con il suo staff?

“Ho la fortuna di avere uno staff eccezionale. Una grande mano me la da il mio secondo Vincenzo Tufo, ho un grande preparatore atletico Lorenzo Mariani e due grandi dirigenti come Danilo Mancini e Jimmy Bartolotta. Abbiamo la possibilità di avere due preparatori dei portieri come Daniele Salente e Marco Abbruzzese. Anche con il direttore sportivo Ciotti ci sentiamo quotidianamente e abbiamo un ottimo rapporto basato sulla chiarezza e sulla schiettezza. Sono particolari che in questa categoria fanno la differenza.”

 

Quanto è importante il passato da calciatore sotto il punto di vista tattico, tecnico e mentale?

“Il passato da calciatore è fondamentale, sai come si vive lo spogliatoio, cosa devi dire e cosa no, ma sai soprattutto a chi dirla una determinata cosa e la modalità di come viene detta. Non ci dimentichiamo che ogni giocatore è prima un ragazzo che sta diventando uomo, che ha un carattere che è differente l’uno dall’altro.

Quello che voglio trasmettere in primis a ogni ragazzo sono dei principi saldi, il mio obbiettivo è lasciargli qualcosa a fine anno sotto il punto di vista calcistico, ma soprattutto sul lato umano. Questi risultati sono figli di un grande lavoro che c’è dietro, ed ogni vittoria è una conseguenza di come entriamo in campo il Sabato.”

 

Che differenza c’è tra allenare una prima squadra al cospetto del settore giovanile? E lei cosa preferisce?

“In prima squadra trovi giocatori già pronti e formati che sanno quasi tutte le nozioni del calcio, quindi da una parte è più semplice, la gestione dello spogliatoio invece è più complicata. Far sedere un giocatore grande per far giocare un under non è  mai facile, però bisogna avere il coraggio per farlo.

Il settore giovanile è differente, quando un giovane ti segue è più gratificante, loro ti ascoltano e riportano ciò che tu gli dici in campo. Sono ragazzi che preferiscono venire al campo, sudare e allenarsi piuttosto che stare in mezzo alla strada, quindi la figura del mister diventa importante per la loro crescita personale.

Il calcio giovanile è più romantico e passionale, in quello dei grandi entrano in gioco altri interessi.”

 

Mister con il tuo Trastevere state andando molto bene, crede che il campionato si possa decidere solamente con lo scontro diretto?

“Nel nostro girone ci sono altre 5 squadre che possono ambire al primo posto in classifica. Sarà importante non perdere punti contro nessuno strada facendo. I nostri obbiettivi sono ben delineati: il primo è la crescita dei ragazzi, il secondo è arrivare alle finali. Se riuscissimo a concludere il campionato essendo primi in classifica ben venga.”

 

Conoscendo il suo temperamento, sono curioso di sapere se lei è riuscito a dare quella carica in più per arrivare in vetta al campionato.

“Una delle cose più importanti nel calcio è l’agonismo. La mia squadra è composta da bravi ragazzi che in campo si trasformano, ovviamente calcisticamente parlando, partita dopo partita diventando sempre più maliziosi e portando a casa punti pesanti che nell’arco di un’intera stagione possono fare la differenza.”