Team Nuova Florida, parla il dg Pizi: “Ripresa del Campionato di Eccellenza? Vi spiego perché sarei contrario”

Team Nuova Florida, parla il dg Pizi: “Ripresa del Campionato di Eccellenza? Vi spiego perché sarei contrario”

Fermato nel momento migliore.

Dopo lo stop forzato con il Cassino, il Team Nuova Florida sarà costretto a rinviare anche il match di domenica prossima con il Savoia.

Un vero peccato per una squadra, quella allenata da Andrea Bussone che, dopo un inizio di stagione piuttosto complicato, dall’inizio del nuovo anno ha letteralmente cambiato marcia, mantenendo una media-punti da titolo.

Il momento di attesa ci offre comunque la gustosa opportunità di fare il punto della situazione con il direttore generale Danilo Pizi, una delle colonne portanti di un club nato nel 2005 e che nel giro di una manciata di stagioni, attraverso l’instancabile impegno e l’ineguagliabile passione dei suoi tesserati, ha saputo scalare tutte le categorie del dilettantismo fino ad arrivare alla classe regina, quella Serie D di cui i biancorossi sono brillanti protagonisti da un paio d’anni a questa parte.

Dopo un inizio molto complicato la squadra dall’inizio del 2021 ha cambiato volto, conquistando dodici punti tra la decima e la quindicesima giornata: una media da titolo.

Merito dei nuovi innesti provenienti dal mercato, della giusta quadratura raggiunta dal gruppo, o c’è dell’altro?

“Ognuno tra questi elementi ha il suo valore.

Non dico che nella prima parte del campionato stessimo facendo male, anzi ricordo gare come quella con il Monterosi dove avremmo anche potuto vincere.

Forse ci saremmo comunque ripresi grazie alla rosa con cui avevamo cominciato la stagione, però abbiamo preferito non correre dei rischi, inserendo a dicembre quel pizzico di esperienza di esperienza di cui probabilmente avevamo bisogno.

Nel calcio c’è sempre bisogno di un pochino di tempo per il rodaggio.

Ricordo che anche noi nella passata stagione non partimmo benissimo, poi trovammo i giusti equilibri”

Stavate attraversando un grande momento, lo stop forzato con Cassino e Savoia non ci voleva davvero.

“Ne parlavo giusto stamattina con mister Bussone, c’è grande rammarico perché i risultati delle ultime settimane avevano trasmesso alla squadra un notevole entusiasmo.

Adesso, con otto positivi già isolati, siamo costretti ad allenarci in quindici e probabilmente, in attesa che tutti si negativizzino e superino la nuova visita d’idoneità prevista dal protocollo anticovid, dovremo saltare anche la sfida con l’Afragolese e forse anche quella con la Vis Artena”.

A distanza di un paio di mesi dall’introduzione del nuovo protocollo per la Serie D, qual è il tuo personale bilancio?

“Il protocollo aiuta, ma chiaramente non può garantirti al 100%.

A differenza di quanto avviene tra i professionisti, nella nostra categoria si fa ricorso ai tamponi rapidi nelle 48/72 ore che precedono il match, ma a volte possono determinare anche dei valori sbagliati.

Peraltro, il virus ha determinati tempi di incubazione, quinti tutto può essere relativo, specie in uno sport di contatto come il nostro, dove è chiaramente più facile rimanere contagiati.

Per fortuna, parliamo di atleti in giovane età e che quindi corrono rischi minori rispetto ad individui adulti, ma dobbiamo continuare ad essere prudenti.

La speranza è di tornare presto alla normalità, specie per i bambini…”.

Ora si sta facendo un gran parlare della possibile ripresa del Campionato di Eccellenza.

Cosa ne pensi?

“Secondo me, se si decide di far ripartire il Campionato di Eccellenza, non fai altro che aumentare i rischi.

Bisogna ricordare che il 5 febbraio la Lega Nazionale Dilettanti non ha fatto altro che recepire un’indicazione che poi dovrà comunque passare per il vaglio della FIGC e del prossimo Ministro per lo Sport, quindi la cosa è tutt’altro che sicura.

Poi mi chiedo: è giusto far ripartire un campionato così importante, quando non tutti sono favorevoli?

Io sono del parere che le società che non se la sentono di riprendere adesso, in una fase cioè dove molte squadre hanno interrotto gli allenamenti da tempo, dove parecchi calciatori hanno deciso di accasarsi nella categoria superiore e dove molti sponsor hanno fatto venir meno il loro contributo a causa della crisi generata dalla pandemia, non siano da biasimare”.

La formula proposta, con il blocco delle retrocessioni e la salvaguardia del titolo per i club che non se la sentissero di ricominciare, ti convince?

“Onestamente no, ma mi metto nei panni di chi si trova in una posizione scomoda come la Lega Nazionale Dilettanti e soprattutto il nostro Comitato Regionale.

In questa situazione è fatale il rischio di scontentare qualcuno.

Se fosse dipeso da me, avrei dato parere favorevole alla possibilità di ripresa del torneo solo nel caso di adesione totale da parte dei club.

Adesso corri il rischio di vedere solo poche squadre realmente attrezzate per sostenere le difficoltà di una stagione interrotta e poi ripresa dopo mesi e, di conseguenza, vedere amplificati i problemi anche nella prossima stagione.

Non sto biasimando né condannando nessuno, voglio sottolinearlo con forza, ma io avrei seguito una linea diversa.

Quella dell’ “O tutti, o nessuno”.

Ed a scanso di equivoci, aggiungo che avrei accettato serenamente anche l’interruzione definitiva del Campionato di Serie D, se ci fosse stato richiesto”.

Come era logico supporre, la notizia ha suscitato le proteste di coloro che, a questo punto, chiedono a gran voce la ripartenza delle altre categorie dilettantistiche e del settore giovanile.

Lo vedi praticabile uno scenario del genere in questo momento?

“No, nel modo più assoluto.

Per me non si dovevano fare figli e figliastri, ma avrebbero dovuto decretare lo stop definitivo in attesa che la situazione migliorasse attraverso i vaccini e, soprattutto, grazie all’impegno di tutti.

A me per primo piacerebbe rivedere i bambini divertirsi sul nostro campo, ma non possiamo permetterci di correre rischi in questo momento.

Se uno di loro rimanesse contagiato durante un allenamento o una partita, tra quegli stessi genitori che adesso invocano la ripartenza ci sarebbe chi punterebbe il dito contro la società e sarebbe il caos.

Per questo dico che questo è il momento di essere compatti e di lasciare da parte l’interesse privato.

Mesi fa ho contratto anch’io il virus e posso testimoniare che non è stata un’esperienza piacevole.

Adesso dobbiamo stringere i denti ed aspettare che passi per poi tornare, tutti insieme, alla nostra vita di tutti i giorni”.

Se il Team Nuova Florida frequentasse ancora il massimo campionato regionale, quale linea credi che adotterebbe?

“Mettiamola così: se la domanda mi fosse stata posta tre mesi fa, probabilmente avrei dato il mio assenso alla ripartenza del torneo.

In questo momento, invece, mi sarei opposto fermamente.

Se l’ok da parte del governo dovesse arrivare a maggio, cosa facciamo?

Giochiamo anche ad agosto?

Mi sembra uno scenario troppo complesso francamente…”.

Di recente avete ufficializzato la partnership con la New Energy.

Cosa ha comportato per il club?

“Ha portato la luce (sorride)…

Scherzi a parte, si sta sviluppando un’immagine migliore della nostra società, sia a livello territoriale che a livello nazionale.

Personalmente sono davvero onorato di questa collaborazione”.

A suggellarla ha contribuito anche la cessione di Daniele Iacoponi all’Arezzo, una grande opportunità per il ragazzo ed un’immensa soddisfazione per voi.

“Già dalla scorsa estate Daniele era promesso all’Arezzo, poi si era deciso di tenerlo con noi per un anno per farlo maturare ulteriormente.

A campionato in corso il ragazzo ha dimostrato di essere pronto per il grande salto ed era giusto dargli questa opportunità.

Nonostante sia un 2002 sta già dimostrando il suo valore nella categoria superiore, ma noi ne eravamo certi.

Il talento non ha età, siamo felici di aver accontentato lui, il Team Nuova Florida ed i nostri amici dell’Arezzo”.

Di traguardi ne hai già tagliati moltissimi, da quando sei entrato nella grande famiglia del Team Nuova Florida.

Qual è il prossimo obiettivo che intendi perseguire?

“Quella che dico potrà sembrare una stupidaggine, ma dal primo giorno che misi piede in società (ai tempi della Seconda Categoria, ndr) il mio sogno è sempre stato quello di portare il Team Nuova Florida tra i professionisti.

E’ un obiettivo ambizioso, ne sono consapevole, e va programmato con massima cura per i dettagli, perché le cose non si improvvisano, ma devono essere costruite nel tempo.

Quando avremo migliorato la struttura, potenziato la scuola calcio e l’agonistica e preso confidenza con una categoria come la Serie D che, considerando lo stop della passata stagione, frequentiamo da circa un anno, solo allora potremo provare ad arrivarci.

Non vi nascondo che, di recente, ho avuto proposte per andare a ricoprire il mio ruolo in club professionistici, ma le ho declinate perché lassù voglio arrivarci con questi colori.

Solo allora potrò provare ad affrontare nuove sfide”.