SFF Atletico, il baby d’oro Rocchi è pronto per il grande salto: “Dedicato a chi non ha creduto in me…”

SFF Atletico, il baby d’oro Rocchi è pronto per il grande salto: “Dedicato a chi non ha creduto in me…”

Come sempre accade nel calcio, ogni vittoria ha molti padri ed altrettanti volti.

Tra quelli che hanno firmato la cavalcata trionfale dello SFF Atletico c’è sicuramente quello sorridente e fanciullesco di Ludovico Rocchi, centrocampista centrale ma anche mezz’ala, che insieme a capitan Sevieri ha costituito l’inarrivabile cerniera mediana dei tirrenici di Scudieri.

Vent’anni compiuti da un paio di mesi, Ludovico ha incantato pubblico ed addetti ai lavori per la personalità con cui ha interpretato una categoria per lui del tutto sconosciuta ed il talento grazie al quale è stato ammesso senza riserve in una rosa nella quale non mancano le firme illustri.

Riuscire a conquistarsi fin da subito una maglia da titolare, da under ed in un ruolo delicatissimo come quello, in una squadra chiamata a vincere il torneo non è mai affar semplice.

Significa che dentro hai qualcosa di diverso, probabilmente le stimmate del predestinato, certamente quelle di uno che sa cosa vuole dalla vita.

E Ludovico questo vuole, perchè al pallone ha sempre pensato fin da bambino.

La straripante stagione dello Sporting Fregene Focene Atletico potrebbe essere stato il trampolino di lancio lungamente atteso e nelle prossime settimane dovrebbero giungere novità interessanti circa il suo futuro.

In questi giorni sospesi tra gioia e spirito di rivalsa, tra fantasticherie e comprensibile appagamento, abbiamo voluto riassumere con lui i primi capitoli del suo personale romanzo calcistico.

 

So che provi una passione indomabile per il calcio.

Ti ricordi il momento esatto in cui te ne sei innamorato?

“Quello preciso no, però posso dirti che ho iniziato a giocare all’età di quattro anni e già prima avevo sempre il pallone tra i piedi”.

Qual è stata la prima maglia indossata?

“Quella del Centro Calcio Federale, all’Acquacetosa.

Lì ho fatto il mio primo anno di scuola calcio, poi per altri dodici mesi sono stato alla Lazio e dopo sono finito alla Roma, dove ho trascorso sette stagioni fino agli Allievi Nazionali”.

MARCO ROSA

A Trigoria hai conosciuto Marco Rosa.

“Ho ricordi piacevolissimi del mister.

Oltre ad essere un ottimo allenatore, a livello umano è una gran bella persona.

Siamo sempre in contatto, a lui devo dire grazie due volte”.

Spiegati meglio.

“Prima di conoscerlo, giocavo da trequartista o da esterno d’attacco.

E’ stato mister Rosa ad impostarmi da centrocampista.

Mi ha detto: “Ludovico, la tua tecnica può tornare ancora più utile qualche metro indietro”.

Da lì ho fatto l’interno, la mezz’ala ed il centrocampista.

Il secondo motivo per cui gli sono riconoscente è legato al fatto che è stato lui a portarmi a Fregene…”.

Dopo ne parliamo.

Prima però ti chiedo com’è stata l’avventura in Ungheria.

“Ho ottimi ricordi dell’esperienza con l’Ujpest.

Lì ho giocato un po’ con l’Under 18 ed un po’ con l’Under 21, venendo a contatto con bravi dirigenti e tecnici”.

Successivamente è arrivata la Ternana.

Deluso di come sia stato l’epilogo?

“No, non ho grossi rimpianti.

Sono comunque contento di aver fatto quest’altra esperienza.

Magari lì erano più concentrati sulla prima squadra che non se la passava benissimo e prestavano meno attenzione alla Primavera…”.

Una problematica piuttosto diffusa nel mondo del calcio.

“La mia esperienza con il calcio dei grandi è praticamente nulla e non posso parlarne, però a livello di settore giovanile ho trovato nel mio percorso persone in gamba, ma anche gente con poca pazienza nell’attendere la crescita umana, prima ancora che fisica, dei ragazzi.

Si va sempre e comunque alla ricerca dei risultati, poco importa se poi sei costretto a cercare giocatori anche in posti lontani…”.

Uniamo i puntini e torniamo dunque a Marco Rosa.

“Dopo Terni ero rimasto nuovamente svincolato ed a luglio è dura trovare squadra.

Mi chiama il mister e mi propone di andare ad allenarmi a Fregene con questa squadra, lo SFF Atletico”.

Com’è stato l’impatto?

“Splendido, mi hanno accolto tutti benissimo.

Sono contento di essermi guadagnato la fiducia del mister e dei miei compagni fin dai primi allenamenti”.

rocchi sevieri sff atletico

Immagino non conoscessi nessuno dei tuoi nuovi compagni prima di metter piede al Paglialunga.

Quanto tempo ci hai messo a capire che avevi a che fare con gente dalle grandi risorse tecniche e caratteriali?

“Fin dai primi giorni ho compreso che ero in una squadra composta da calciatori che avrebbero ancora potuto dire la loro a livelli più alti.

Tutti mi hanno messo immediatamente nelle migliori condizioni possibili in campo e fuori”.

Con chi hai legato di più?

“Direi con tutti, ma principalmente con Esposito, Sevieri e Morini tra i più esperti e con Nota, Giorgini e Perocchi tra i più giovani”.

sevieri sff atletico

Con Sevieri avete maturato un’intesa profonda in mezzo al campo.

Tra i suoi insegnamenti quale terrai maggiormente in serbo per il futuro?

“Federico non è uno che parla moltissimo, però basta guardarlo per comprendere l’importanza di quei piccoli atteggiamenti che possono fare la differenza.

Mi ha insegnato soprattutto a gestirmi meglio dal punto di vista fisico nel corso dei novanta minuti”.

Il compagno più divertente?

“Senza dubbio Morini.

Con lui non passi un minuto senza ridere…”.

morini sff atletico

Quando hai visto l’intervista rilasciata recentemente da Marco Amelia, nel corso della quale un Campione del Mondo citava proprio il nome di Morini tra i più grandi misteri calcistici, cosa hai pensato?

“Ho capito ancora di più con chi ho avuto l’onore di giocare quest’anno.

Ancora oggi Emanuele è in grado di fare giocate che non si vedono spesso sui campi”.

Cosa mi dici di Tornatore?

“Lui è drogato per il gol, gli viene naturale segnare.

Anzi, sembra quasi che siano i gol a venire spontaneamente da lui.

Diego riesce sempre a stare nel posto giusto al momento giusto”.

rocchi tornatore sff atletico

Ad inizio anno venivate considerati la maggior candidata al successo finale.

Riuscirci giocando anche un ottimo calcio rappresenta un’ulteriore conquista.

Merito di…?

“Direi del gruppo, anzi della coesione che questo gruppo ha saputo raggiungere giorno dopo giorno.

Che io mi ricordi non c’è mai stata una discussione, mai un battibecco tra di noi.

La squadra è sempre stata serena, tutti sono stati pronti ad aiutarsi a vicenda.

Questo è stato il motivo del successo.

Il merito quindi è di tutte le componenti”.

Che rapporto hai con Scudieri?

“Bello, di stima e fiducia reciproca”.

carelli sff atletico

 

Al presidente Ciaccia ed al direttore Carelli s’illuminano gli occhi quando parlano di te.

“A loro dico semplicemente grazie.

Loro non conoscevano me, nè io conoscevo loro.

Se abbiamo legato in questo modo, vuol dire che siamo delle buone persone (sorride)…”.

Nel corso di quest’annata indimenticabile c’è stato un momento particolare in cui hai intimamente compreso che ormai era fatta e che nessuno avrebbe più potuto soffiarvi questo titolo?

“Fin dall’inizio ho pensato che potessimo far bene, però penso che la vittoria sul campo dell’Atletico Vescovio ed anche quella sulla Valle del Tevere siano stati passaggi molto importanti per noi”.

Qual è stato il tuo primo pensiero domenica scorsa, quando l’arbitro ha fischiato la fine del match a Ciampino?

“Questo per me è stato il primo campionato vinto, sentendomi davvero protagonista.

Quando la partita è finita, ho avvertito un’emozione enorme, straordinaria”.

Sii sincero: questo trionfo lo dedichi più a te stesso ed alle persone che ti hanno sempre sostenuto o magari a quelle che in passato non hanno creduto nelle tue qualità?

“In primis a me stesso ed a coloro che in me non hanno creduto, poi di certo alla mia famiglia”.

rocchi famiglia

In casa Rocchi il calcio è di casa…

“Papà ha giocato ed anche i miei fratelli maggiori Jacopo e Tommaso praticano il calcio.

Loro due militano in Prima Categoria con il Castel Giubileo.

Siamo molto legati tra di noi e trascorriamo parecchio tempo insieme”.

Parliamo di futuro.

Si sussurra che sul tuo conto si stia interessando più di un club professionistico.

Ti senti pronto per il grande salto?

“Si, abbastanza, a patto che il salto sia graduale.

Credo di sì comunque”.

Proviamo a precorrere i tempi.

Immaginiamo che tu finisca per firmare con una realtà di Serie C e che questa ti decida di girarti per un anno in prestito in D.

Tu come la prenderesti?

“Sono per la gavetta e quindi accetterei senza problemi”.

ciaccia sff atletico

A quel punto prenderesti in considerazione l’idea di fermarti un’altra stagione alla corte di patron Ciaccia?

“Con immenso piacere.

Anzi, a questo punto la mia prima scelta sarebbe certamente lo SFF Atletico”.

Cosa ama fare Ludovico Rocchi nel tempo libero?

“Sono iscritto al primo anno dello IUSM e per il momento con le prove pratiche le cose non sono andate male.

Vedremo poi con quelle teoriche (ride)…

Il resto del tempo lo passo con i miei fratelli e con gli amici di vecchissima data, compagni di scuola di tempi ormai lontani, con cui il rapporto è rimasto intatto”.

La qualità calcistica che possiedi e di cui vai particolarmente fiero e quella su cui invece pensi di poter migliorare.

“Io sono uno che in campo dà sempre il massimo, altrimenti poi non riuscirebbe a stare a posto con la coscienza e dormirebbe male.

Credo che sia questo il mio maggior pregio, unitamente al fatto di essere una persona piuttosto allegra e che ama scherzare e far gruppo con i suoi compagni.

Devo lavorare sulla gestione fisica durante le varie fasi di gioco, invece.

Probabilmente dentro di me ho ancora troppi retaggi di settore giovanile e tendo a spendere troppo, anche quando non sarebbe necessario”.

scudieri

Quello che sta per terminare sarà molto probabilmente il tuo primo ed unico anno giocato in Eccellenza.

Cosa ti rimarrà di questa stagione?

“Più che sul piano puramente calcistico, credo di aver appreso molto sotto il profilo umano quest’anno.

Ad esempio ho compreso che anche i momenti brutti possono essere attraversati più facilmente ridendoci su…”.

Come immagini la tua vita di qui a dieci anni?

“Mi pongo spesso domande del genere.

Senza il calcio non mi ci vedo, non ci potrei proprio stare.

Amo troppo questo sport, lo ricerco in ogni cosa, gioco con qualunque oggetto ricordi anche vagamente un pallone.

Io credo e spero che riuscirò a praticarlo a buoni livelli”.

 

 

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