SAN CESAREO SCOPRE KOEN BRACK, IL RAMBO KOEMAN DI MR. PERROTTI

SAN CESAREO SCOPRE KOEN BRACK, IL RAMBO KOEMAN DI MR. PERROTTI

A cura di Giovanni Crocè.

A tu per tu con il difensore goleador del San Cesareo, Koen Brack.

Paul Koen Brack, una sentenza ormai per i portieri della nostra Serie D, hai sempre avuto la passione per i gol da fermo..

Esatto, è una cosa che mi porto dietro dalle mie esperienze di gioventù nel professionismo olandese ed in Austria, dove ho giocato sempre in B, prima di venire cinque anni fa da voi in Italia perchè ho sposato una bellissima donna pugliese.

Sono già a quota due gol, tutti su punizione, è un colpo di fortuna continuo in questo Settembre, sono sincero (ride ndr) ma sono felice per il San Cesareo.

Hai già avuto Mr. Perrotti già da Dicembre in poi al Maccarese sempre in D, sei già integrato nel gioco?

Certamente, mi aiuta moltissimo perchè fa più o meno lo stesso modulo anche qui a San Cesareo e io sono difensore centrale nel 4-2-3-1 quindi anche per l’età (Koen è un classe ’81 ndr), e per i trascorsi in Eerste Divisie (la serie B olandese ndr). Qui tutti si fidano di me e ciò mi onora, perchè secondo me per arrivare vicino ai livelli di Lupa Castelli Romani e Viterbese si deve migliorare ovunque.

Chi è il tuo modello nel calciare le punizioni? Qual è il tuo record di gol in Olanda e qui in Italia?

Senza dubbio Ronald Koeman, il celebre “Rambo” olandese che fece male anche alla Sampdoria, nella finale di Champions League nel ’92, segnando il gol decisivo su punizione.

Io infatti punto tutto su un tiro violentissimo e anche se lui è stato da calciatore una colonna del Feyenoord e io tifo Ajax, è il mio difensore centrale di riferimento da sempre.

Qua in Italia hai vestito le maglie di Val di Sangro, poi il Trani in Puglia, di nuovo in Abruzzo a Sulmona dove hai vinto l’Eccellenza e il Maccarese. Mai una professionista nel bel paese, come mai?

Io vengo dalla B olandese, mi sono formato dai Go Ahead Eagles che ora sono nella massima divisione, ma da voi ho sfiorato il professionismo cinque anni fa quando ero pronto a firmare per la Virtus Lanciano, poi non se ne fece nulla e siccome io e mia moglie adoriamo l’Abruzzo rimasi in regione a giocare per il Val di Sangro.

A trentatrè anni sono fiero delle mie esperienze e della mia carriera, va bene così.

In generale dove pensi possa collocarsi il tuio San Cesareo quest’anno?

Premesso che per me la lotta sarà a due tra Lupa Castelli e Viterbese, va da sé che se noi migliorassimo un po’ dappertutto potremmo essere pronti per i play off, se dovessi dire chi mi piace oltre quelle due dico Olbia e per i risultati ed il gioco espresso anche l’Ostia Mare.

E’ più difficile fare il difensore tra i dilettanti da noi o in Olanda?

Senza dubbio da voi, anche se qua mi inserisco di meno in avanti mentre in Olanda avevo l’obbligo di fare quasi il centrocampista aggiunto.

Ma in Italia sono migliorato molto in difesa, nella marcatura pura, anche se segno di meno.

Ho già eguagliato il mio record di gol italiani con due centri, mentre in Olanda sono arrivato a segnarne anche sette in una stagione, colpendo anche di testa.

La differenza è che da voi si punta a essere tatticamente perfetti mentre in Olanda anche tra i dilettanti non esistono contratti e si pensa prima a far gol, c’è meno professionismo ma più attenzione allo spettacolo, a far divertire la gente.

Cosa ti manca dell’Olanda come calcio e paese e cosa invece ami dell’Italia?

Come paese poco dell’Olanda, sarà strano ma odiavo avere pioggia e tonalità scure da Settembre a Maggio, qua da voi una delle cose più belle è avere sempre il sole, è una vera gioia, una fortuna e ti da molta energia.

Anche se in Olanda ho giocato in B, sfiorato l’Eredivisie, giocato in stadi pienissimi e arbitrato da direttori di gara come il mio conterraneo Kuipers, il referee dell’ultima finale di Champions League, il top.