SALVATI: “FREGENE, A VITERBO PUOI DARE LA SVOLTA ALLA TUA STAGIONE”

SALVATI: “FREGENE, A VITERBO PUOI DARE LA SVOLTA ALLA TUA STAGIONE”

Il pericolo di un intervento in artroscopia al menisco è scongiurato, ma a fine stagione Matteo Salvati, centrocampista classe 1994 del Fregene, dovrà comunque procedere alla pulizia della cartilagine.

“Il parere del medico che mi ha visitato è stato di stringere i denti fino al termine della stagione e poi intervenire in questo modo.

Sarà dura, ma almeno potrò essere utile alla causa”.

Fregenate purosangue, Salvati ha svolto tutta la trafila nel settore giovanile biancorosso, con la sola eccezione di una breve parentesi a Tor di Quinto, dove fu allenato dal mai troppo compianto Paolo Testa.

“Quando seppi della sua scomparsa, fui addolorato.

Non sapevo neppure che fosse malato”.

Anni fa ebbe l’opportunità di saggiare il professionismo grazie ad una chiamata del Pisa, ma per questioni non strettamente legate alla sfera tecnica tornò presto indietro.

A Fregene hai conosciuto numerosi allenatori.

Quale di loro ti ha trasmesso di più?

“Senza dubbio, Paolo Caputo.

E’ stato lui a darmi fiducia ed a farmi esordire a quindici anni in Eccellenza.

Mi ha insegnato molto, per me resta il migliore”.

Andiamo avanti nel tempo.

Cosa mi dici di Liberati?

“Un’occasione sprecata.

Forse lui ebbe un approccio sbagliato con noi e noi commettemmo lo stesso errore con lui”.

E di Vigna?

“Ha avuto l’intelligenza di confrontarsi spesso con i senatori del gruppo.

Quando in gruppo c’è gente come Garat, Gay e Quadrini, diventa tutto più semplice”.

Ora c’è Mosciatti.

“Una bella scoperta per me.

Ha avuto un impatto positivo sul gruppo.

E’ un ottimo tecnico ed un grande uomo.

Quando c’è l’opportunità di farlo, gli piace scherzare con noi”.

Che periodo sta attraversando il Fregene?

“Ci stiamo lentamente risollevando, ma probabilmente i risultati ancora non collimano con le prestazioni.

A mio avviso, contro Futbolclub e Fonte Nuova avremmo meritato di raccogliere qualcosina in più…”.

Quanto ha inciso sulle vostre prestazioni il fatto di dover giocare su un campo diverso dal Paglialunga?

“Credo sia stato penalizzante.

Non è semplice allenarsi tutta la settimana su un terreno e poi giocare la partita su un altro.

Per fortuna, adesso siamo tornati a casa”.

Da questa stagione cosa si augura Matteo Salvati a livello personale?

“Spero di avere più spazio.

Credo di essere cresciuto e penso di poter dire la mia.

Farò del mio meglio per dare un contributo alla squadra”.

Con chi hai legato di più nel gruppo?

“Ho un buon rapporto con tutti.

In particolare, con il mio omonimo Davide Salvati.

Da uno che ha giocato titolare nella Lazio Primavera ho tanto da imparare e lui dispensa sempre molti consigli ai ragazzi più giovani.

Oltre a Dado vado molto d’accordo anche con Nanni ed Agostino”.

Nel futuro prossimo del Fregene c’è il match del Rocchi contro la Viterbese.

Non il più facile dei clienti.

“Sarà molto dura, ma noi andremo lì per fare la nostra partita.

Questo sport si basa su un concetto molto chiaro: si scende in campo e si prova a vincere.

Il Fregene ha una caratteristica importante: ha un grande cuore.

Cercheremo di sfoggarlo contro di loro, anche perchè una grande prestazione sul loro campo potrebbe darci la carica giusta per affrontare il prosieguo della stagione”.