Riano, per Alessandri è un compleanno di speranza: “Ecco i regali che vorrei…”

Riano, per Alessandri è un compleanno di speranza: “Ecco i regali che vorrei…”

Archiviata nella scorsa primavera l’esperienza calcistica nella natia Monterotondo, il direttore sportivo Francesco Alessandri è stato coinvolto nel progetto del Riano, club che al termine della passata stagione si è guadagnato il diritto ad esser ripescato nel massimo campionato regionale.

La squadra di mister Forte non ha avuto un impatto semplice con la nuova categoria (tre sconfitte nelle prime tre uscite stagionali), cui ha fatto da contraltare il prezioso successo casalingo ai danni del Casal Barriera prima del rinvio della gara sul campo della Luiss, preludio allo stop del torneo.

“Riano è una piccola realtà che per la prima volta in ottantasette anni di storia si è trovata ad affrontare una categoria di prestigio, ma molto complicata, come l’Eccellenza – racconta il ds – All’inizio non è stato semplice, anche se, a mio giudizio, le gare contro Corneto Tarquinia e W3 Roma Team non meritavamo di perderle, mentre con il Sant’Angelo Romano la prestazione non è stata positiva.

In seguito, siamo stati bravi a superare il Casal Barriera.

Con le dovute difficoltà stavamo mettendo a posto un po’ di cose, fermo restando che non disponiamo di grandissime risorse dal punto di vista economico, ma abbiamo entusiasmo e voglia di far bene”.

La collaborazione con il club tiberino è nata quasi all’improvviso, all’indomani della separazione tra il dirigente e l’Eretum Monterotondo.

“Con Damiano Forte mi lega una profonda amicizia – prosegue Alessandri – Dopo aver saputo che avevo concluso il mio rapporto con i gialloblu, il mister mi ha chiesto se me la sentissi di venire a dargli una mano ed ho accettato con grande piacere”.

Inutile negare che nel cuore del direttore sportivo siano rimaste tracce di amarezza per l’epilogo di qualche mese fa.

“Seguo sempre con piacere le sorti dell’Eretum Monterotondo, al club sono rimasto legato sotto il profilo affettivo – sottolinea il dirigente – D’altronde, non potrebbe essere altrimenti, avendo lavorato lì per otto stagioni.

Credo di aver dato tanto, ma non mi pento di nulla e quel che ho fatto lo rifarei altre mille volte, perchè io quei colori li porto stampati nel cuore ed ho sempre agito con amore.

Rimpianti?

Con il senno di poi probabilmente mi muoverei in maniera diversa in certi frangenti, però tutto aiuta a crescere nella vita, anche gli aspetti negativi.

Io preferisco comunque ricordare quelli positivi, che sono stati senza dubbio in numero maggiore”.

Nelle ultime settimane si è registrato un gran fermento tra gli addetti ai lavori del calcio laziale in merito al protocollo individuato dagli organi preposti.

“Io preferisco restare fuori dal branco e ribadire che in questo momento è necessario dare priorità assoluta ad altri aspetti della vita come la famiglia ed il lavoro – chiarisce Alessandri – Per tornare a vivere il nostro calcio dobbiamo attendere tempi migliori.

Non dobbiamo dimenticare che siamo dilettanti e già risulta difficile in condizioni normali per una squadra portare avanti il lavoro settimanale, figuriamoci adesso.

Personalmente sono d’accordo con quanto affermato dal Presidente Zarelli in merito ad una graduale ripresa dopo il 3 dicembre con una decina di giorni dedicata alla preparazione atletica ed un analogo periodo destinato al recupero delle gare rinviate.

Noi siamo fermi dallo scorso 25 ottobre e dunque è opportuno, se ce ne saranno le condizioni, pensare ad una soluzione del genere.

Pazienza, se poi si dovrà concludere la stagione con un mese di ritardo rispetto ai tempi inizialmente previsti.

In molti dicono la loro ed avanzano ipotesi, ma io mi metto nei panni di coloro che devono assumersi la responsabilità di decidere e credo sia complicatissimo.

Speriamo di poter tornare in campo nella prima parte di gennaio, ma è davvero azzardato fare delle previsioni in merito”.

Proprio oggi il direttore sportivo del Riano festeggia il proprio compleanno e nell’unirci al doveroso coro di auguri non possiamo non chiedergli quale dono vorrebbe ricevere.

“Ne gradirei due – sorride Alessandri – Il primo, scontato, è che presto si riesca a superare questo periodo di emergenza a livello globale e che si individuino soluzioni convincenti per tutti coloro che in questo momento si trovano in condizioni difficili sotto il profilo lavorativo.

Il secondo è legato alla speranza di poter arrivare un giorno a lavorare tra i professionisti”.