Real Monterotondo Scalo, la soddisfazione di Paris: “Il traguardo della salvezza è merito di tutti perché siamo squadra dentro e fuori dal campo. Il mio credo parte sempre dai giovani”

Real Monterotondo Scalo, la soddisfazione di Paris: “Il traguardo della salvezza è merito di tutti perché siamo squadra dentro e fuori dal campo. Il mio credo parte sempre dai giovani”

Il Real Monterotondo Scalo è salvo per il secondo anno consecutivo in Serie D. Questa volta anche con meno fatica rispetto alla passata stagione. I rossoblu hanno infatti meritatamente conquistato la permanenza in categoria con una giornata di anticipo al termine di un campionato che a tratti li ha pure visti protagonisti. Una squadra che è riuscita a rimanere quasi stabilmente nella prima metà della classifica e che solo nella seconda parte di stagione ha accusato un leggero calo.

Nelle ultime giornate è arrivata la sferzata finale che ha permesso ai laziali di completare l’opera con la pesante vittoria in rimonta sul Nola e infine con il pareggio di Cassino. Quattro punti in due gare che hanno dunque consentito di raggiungere l’obiettivo. Di questo ma anche della stagione in generale ne abbiamo parlato con il tecnico Fabrizio Paris, che con grande soddisfazione ha commentato il percorso fatto dai suoi nel campionato che sta per concludersi, senza tralasciare un aspetto per lui fondamentale come quello della valorizzazione delle giovani leve.

Mister, la salvezza è cosa fatta. Ed è la seconda consecutiva. Quanto siete orgogliosi di questo traguardo raggiunto?Sono arrivati e stanno ancora arrivando tantissimi complimenti da parte di tutti gli addetti ai lavori. Credo che abbiamo fatto un percorso incredibile. L’anno scorso eravamo al debutto in Serie D e la società ha fatto cose importanti. Poi è stato sempre un crescendo e quest’anno ci siamo addirittura migliorati. Sia nel punteggio raggiunto in classifica che nel salvarci direttamente ancor prima che finisse il campionato. La cosa che da valore al tutto è che ciò è avvenuto in un girone difficilissimo. Con 7 campane molto blasonate e noi che eravamo una squadra molto giovane. Siamo la penultima rosa per media età”.

Oltretutto in questa stagione siete riusciti a rimanere in alto e avete conquistato l’obiettivo in anticipo ben figurando anche contro dei mostri sacri per la categoria..
Esatto, hai detto benissimo, al cospetto di mostri sacri per la categoria che da anni giocano in questa ma soprattutto in quella superiore. Ci sono delle squadre fortissime. Per non parlare di Casertana e Arzachena. La stessa Frascati che era Lvpa Roma, faceva la Serie C. Ci siamo trovati di fronte queste realtà noi che invece siamo appena alla seconda apparizione. Quindi la nostra è una piccola realtà che ha ben figurato, per non dire ‘alla grande’ in un contesto di assoluto spessore”.

Ecco, aver centrato questa impresa non aggiunge forse un altro tassello, segnando quindi un’ ulteriore e significativa tappa nel percorso di crescita della vostra realtà?
Secondo me, adesso è il caso di alzare il livello. Quest’anno siamo cresciuti anche a dal punto di vista delle individualità: è cresciuto il singolo rapportato al gruppo e di conseguenza tutta la squadra. Io, ripeto, per questo vorrei ringraziare lo staff e la società. Perché è stato fatto un lavoro immenso. Un qualcosa di incredibile. Tutto questo è il frutto di un lavoro di squadra, dal Presidente al Magazziniere, ma non per ordine di importanza perché sono stati davvero tutti fondamentali”.

Tra l’altro, lo accennava prima, tutto questo è avvenuto “con” e “grazie” ai tanti giovani, perché mi ricordo che lei ha spesso rivendicato l’importanza di uno schieramento che mediamente preveda un coinvolgimento di 6-7 under..
Si, assolutamente. 6-7 under sempre. Abbiamo spesso finito le partite con 7 under. Addirittura con soli 3 over in campo. Ma del resto il mio credo è sempre stato questo: che se un giovane è bravo, gioca a prescindere da tutto. Faccio sempre il paragone con la Serie A dove ormai a 16 anni giocano già in molti. Quindi se uno è bravo in Serie D già a 17, massimo 18 anni deve giocare. Poi, logicamente, per riuscire ad arrivare ad obiettivi importanti, serve anche l’esperienza di gente che ha vinto. Ma quello è un altro discorso..

Se io la identificassi con la seguente frase: “si può vincere o comunque far bene facendo crescere i giovani, ma anche grazie agli stessi giovani”, lei sarebbe contento? Le piacerebbe assumere questo identikit di allenatore nel tempo?
Si, certo. Ma poi, ringraziando Dio, ho avuto la fortuna di aver allevato giocatori che poi sono arrivati nei professionisti. Basti pensare a Valeri della Cremonese che lo avuto con me a Rieti..

Non ricordavo, molto bella e importante come cosa. È appunto la riprova di quanto stiamo dicendo..
Valeri l’ho lanciato io, certo. Molti non lo sanno ma è così. Lui veniva dall’Eccellenza dove giocava per l’Atletico Vescovio. Allora l’ho preso con me, l’ho fatto giocare n Serie D, abbiamo vinto i play off per andare in Lega Pro. Poi l’ho fatto conoscere a Meluso ai tempi del Lecce e il Direttore si è fidato di me. Comunque tornando a noi, ai nostri giorni, anche quest’anno ci sono 2-3 giovani che possono fare anche loro i professionisti”.

Infine, per quanto riguarda domenica  prossima, ci si aspetta una partita tranquilla tra due squadre salve. Sarà una grande festa, insomma..
Si, assolutamente. Stiamo già preparando qualcosa con la società che voglio ancora ringraziare per il lavoro svolto. Lo voglio ribadire perché è giusto e doveroso per i risultati che abbiamo conseguito”.