Real Monterotondo Scalo, la gioia di Magurno: “Il quinto posto? Mi sembra un sogno. Il gol nel derby? De Simone lo aveva predetto …””

Real Monterotondo Scalo, la gioia di Magurno: “Il quinto posto? Mi sembra un sogno. Il gol nel derby? De Simone lo aveva predetto …””

Il primo campionato in Eccellenza del Real Monterotondo Scalo è stato una temperie di emozioni contrastanti.

Il faticosissimo impatto iniziale, con il trascorrere delle giornate, è stato letteralmente cancellato da un girone di ritorno da applausi a scena aperta.

Quello stesso gruppo, che nei primi mesi della stagione faticava a prender confidenza con una realtà completamente nuova come il massimo campionato regionale, alla fine ha dimostrato di poterci stare eccome nell’elite del dilettantismo laziale.

In un crescendo rossiniano la squadra di Vincioni ha concluso le proprie fatiche al quinto posto, alle spalle dell’irraggiungibile SFF Atletico e del terzetto che fino a domenica scorsa si è giocato la piazza d’onore.

Andrea Magurno ancora non ci crede.

L’esterno classe 1995, una laurea magistrale in Geologia in dirittura d’arrivo (“Ma adesso devo riprendere seriamente gli studi oppure i miei mi cacciano di casa”, ndr) ed un incrollabile fedeltà alla causa, sfoglia l’album dei suoi ricordi stagionali per i lettori del nostro sito.

Sogni e speranze di un ragazzo che ha appena esaurito il proprio ciclo da under in età di lega e che si accinge a vedere quanto oscuro sia il buio oltre la siepe.

 

Andrea, quando e da dove è cominciato il tuo percorso calcistico?

“A dire il vero, è cominciato tardi, ad undici anni.

Prima giocavo solo con gli amici, perchè mio padre temeva che mi stancassi presto e mollassi tutto.

Poi feci un torneo qui allo Scalo e mi convinsero ad entrare nelle giovanili del club.

Ho fatto tutta la trafila, giocando però solo campionati provinciali.

Vinsi quello con gli Allievi, ma il mister della Juniores non mi vedeva e allora andai all’Atletico Monterotondo dove feci anche qualche esperienza con i grandi in Prima Categoria e poi nella stagione successiva in Eccellenza dopo l’acquisto del titolo”.

Dopo l’esperienza in gialloblu, il ritorno al Pierangeli.

“Non trovai spazio e quindi decisi di scendere nuovamente in Prima Categoria, chiamato al Real Monterotondo Scalo dal mio amico Flavio Albanesi.

In due anni, con due secondi posti, siamo saliti in Eccellenza”.

Veniamo all’attualità.

Il campionato appena terminato ha mostrato due volti allo Scalo: tanto duro, irto di scogli da superare e complesso nella prima parte, quanto prepotente e carico di entusiasmo nella seconda.

“E’ vero, questa stagione ci ha trasmesso svariate emozioni.

All’inizio le cose non sono andate per il verso giusto e come spesso accade nel calcio il mister ha pagato per tutti.

Noi però avevamo dentro una gran voglia di rivalsa, volevamo dimostrare di poterci stare in questo campionato.

Di possedere le qualità tecniche e caratteriali per farne parte, insomma.

La nostra rincorsa è partita dal terz’ultimo posto e si è arrestata domenica al quinto.

Se ci penso, mi sembra quasi un sogno…”.

Resta il fatto che dal giro di boa in poi siete stati quasi imbattibili.

“Abbiamo perso solo contro lo SFF Atletico, poi abbiamo fatto punti anche contro chi ha chiuso davanti a noi.

La nostra forza è stata il gruppo.

Ognuno di noi si è sacrificato per i propri compagni e tutti, dagli elementi più esperti a quelli più giovani, si sono rivelati preziosi ed utili alla causa.

Un elogio particolare va chiaramente al mister, che è stato fondamentale nel restituire convinzione a tutti”.

vincioni real monterotondo scalo

Qual è stata la svolta del vostro campionato, a tuo giudizio?

“Credo sia stato il match a Tor Bella Monaca contro il Montecelio.

Loro erano una buona squadra e noi in quel periodo ci trovavamo ancora in zona-play out o giù di lì ed eravamo reduci da una serie di risultati altalenanti.

Benda fu espulso dopo una ventina di minuti e poteva essere una mazzata, invece ci siamo compattati ed in dieci contro undici siamo riusciti a vincere una partita che ci ha trasmesso una grande carica e consapevolezza nei nostri mezzi.

Un altro snodo importante è stata certamente la vittoria con il Tolfa”.

Alla base del vostro splendido campionato sottolineavi giustamente la solidità del gruppo.

A tuo avviso, però, chi veste i panni del leader di questa squadra?

“Fare un solo nome è difficile, perchè tutti si sono resi importanti per quello che era il loro compito.

Penso a Benda, a bomber Nardecchia, a Fiorucci, ad Abbondanza e potrei continuare elencando tutti i miei compagni.

Dico capitan Albanesi, un ragazzo che rappresenta un esempio in campo e fuori con la sua umiltà”.

Classe 1995, questo per te è stato l’ultimo campionato da under.

Ti spaventa la cosa?

“Mah, io ho sempre pensato che gioca chi merita, però non posso negare che questa connotazione mi abbia agevolato.

Non so dire quanto spazio troverò apartire dalla prossima stagione e so perfettamente che devo ancora migliorare tanto sotto tutti gli aspetti.

Questi da under li considero anni di crescita, dove fai allenamenti intensi, ti misuri con gente forte ed impari”.

Ti abbiamo visto giocare da esterno basso e da esterno alto.

Quale consideri il tuo ruolo naturale?

“Mi sento un terzino.

Nell’interpretazione dell’altro ruolo mi mancano un po’ di doti nell’uno contro uno.

Meglio stare in appoggio al centrale, per poi verticalizzare, sovrappormi o dare un contributo alla fase difensiva”.

magurno real monterotondo scalo

Però nel derby non te la sei cavata troppo male nell’altra mansione…

“Quel giorno è stato tutto perfetto.

All’andata avevano vinto loro, ma noi avevamo sbagliato un rigore e fallito un gol a porta vuota.

Avevamo insomma una gran voglia di riscatto, anche perchè stavamo vivendo un ottimo periodo di forma e volevamo sentir esultare la nostra gente.

Prima della partita, Mario De Simone mi viene vicino e mi fa: “Oggi segni tu, riprendendo la respinta del portiere su conclusione di Nardecchia”.

Liberi di non crederci, ma è andata proprio così: il bomber tira, Alessandri respinge ed io insacco a porta vuota”.

magurno real monterotondo scalo

E poi?

“Bella domanda.

Guardo verso la tribuna e vedo mio padre che per poco non sviene.

Una gioia indimenticabile, irrefrenabile.

In questo modo, comunque, ho segnato la mia prima rete in Eccellenza, nel giorno più speciale di tutti”.

Io la butto lì, anche se temo di conoscere già la risposta: è davvero impossibile una fusione tra voi e l’Eretum Monterotondo?

“Non penso proprio sia possibile.

Parliamo di due realtà completamente diverse e tra le quali è sempre esistita una forte rivalità.

Ci separa solo una strada tra noi e quelli di sopra, ma in realtà è un abisso.

Si creerebbe di certo dello scontento…”.

Che realtà è lo Scalo?

“E’ una società molto viva, partecipe e vicina ai propri tifosi.

La festa di fine stagione ha coinvolto anche loro ed alla brace si sono messi anche i nostri massimi dirigenti.

Sì, qui si respira decisamente un’aria diversa rispetto ad altri posti…”.

Cosa vedi nel tuo prossimo futuro?

“Da parte della società ho trovato sempre massima disponibilità nei miei confronti.

Il Real Monterotondo Scalo ha sempre dato la precedenza ai ragazzi del territorio ed io sono uno di questi, quindi spero di poter proseguire questo percorso insieme.

L’altro obiettivo è la laurea.

Frequento l’ultimo anno di Geologia presso La Sapienza e sto preparando la sessione estiva.

Anzi, adesso che il campionato è finito, la priorità deve tornare immediatamente quella, altrimenti i miei mi cacciano di casa (ride)…”.

 

 

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