Pomezia, Di Ventura a testa alta: “Ci aspettano sette guerre. I gufi? Ride bene chi ride ultimo…”

Pomezia, Di Ventura a testa alta: “Ci aspettano sette guerre. I gufi? Ride bene chi ride ultimo…”

(Nella foto di Salvatore Cannata/Calcio Pometino, il centrocampista rossoblù Mario Di Ventura)

 

 

Due passi avanti, uno indietro.

Il problema di fondo del Pomezia 2018/19 sembra purtroppo risiedere nella radicata difficoltà nel trovare quella continuità di risultato che proietterebbe la squadra di patron Alessio Bizzaglia verso i traguardi per cui è stata costruita.

Così, in quell’alternanza che pare quasi voler scandire i ritmi di questa stagione, quasi immancabilmente domenica scorsa è arrivata la decima sconfitta in campionato.

Un k.o., quello sul campo della Vigor Perconti, che ha assunto l’urticante sapore della beffa, visto che è arrivato nella fase finale di un secondo tempo che i rossoblù avevano interpretato meglio dei rivali ma dove gli episodi decisivi hanno voltato le spalle, per l’ennesima volta, alla squadra.

Così, dalla possibilità concreta di ritrovarsi appaiati, o comunque a brevissima distanza dalla capolista Pro Calcio Tor Sapienza, nel giro di una manciata di minuti il Pomezia è stato nuovamente sbalzato a quattro punti dalla vetta, subendo anche il sorpasso da parte di Audace, Insieme Ausonia e Sora, nonché l’aggancio da parte dell’Arce.

Tutto da rifare, dunque, ma non tutto da buttare.

Mario Di Ventura, che in via Varrone è giunto a metà della scorsa stagione e che dello spogliatoio è uno dei leader riconosciuti, non è uomo solito a nascondersi dietro un dito.

“La continuità è senza dubbio il nostro limite più evidente – riflette il centrocampista – È dalla scorsa stagione che ci condanna.

Posso garantire che noi ci alleniamo benissimo ed ogni domenica scendiamo in campo con l’obiettivo di dare il massimo.

Forse in qualche occasione abbiamo peccato in personalità, mentre in altri casi gli episodi ci sono stati sfavorevoli…”.

La sconfitta al Vigor Sporting Center è stata un colpo durissimo per l’intero ambiente rossoblù.

“A fine partita, nello spogliatoio non parlava nessuno, ci siamo semplicemente guardati negli occhi – prosegue Di Ventura – Sono dell’avviso che, in certi frangenti, gesti del genere valgano più di mille parole.

Attenzione, però, nessuno voleva rimproverare qualcosa ai compagni o giudicare gli altri.

Ci siamo semplicemente chiesti con lo sguardo come fosse stato possibile farci sfuggire di mano il match in quel modo.

Ora non resta che voltare pagina e pensare alla prossima partita.

Non ci aspettano sette battaglie, ma sette guerre”.

Il Pomezia ha spesso la tendenza di regalare un tempo agli avversari.

A volte, sembra quasi che alla squadra di Bussi occorra ricevere uno “schiaffo” dagli avversari per giocare al meglio delle sue possibilità…

“Penso che inconsciamente soffriamo la necessità di fare risultato – spiega l’ex Civitavecchia e Cynthia – A volte, sembra che abbiamo l’ansia di sistemare la partita fin dai primissimi minuti e, quando non ci riusciamo, ci innervosiamo.

Noi dobbiamo semplicemente giocare come sappiamo.

Se riusciremo a farlo, sono certo che non ce ne sarà per nessuno”.

La prossima giornata potrebbe essere molto importante nell’indirizzare l’aspra lotta per il vertice nel Girone B di Eccellenza.

La contemporanea disputa di scontri diretti come Pro Calcio Tor Sapienza-Sora ed Arce-Insieme Ausonia rappresenta per il Pomezia un’opportunità da non fallire per nessuna ragione al mondo.

“Non sarà semplice, perché l’Itri vive un ottimo momento e già all’andata non fu semplice batterli – puntualizza Di Ventura – Mi aspetto una partita bella, piacevole da giocare e da vedere.

Noi dobbiamo assolutamente vincerla per riprenderci i punti persi con la Vigor Perconti”.

Spesso si parla del ballottaggio Laghigna-Gomez, ma nella rosa del Pomezia sono numerosi i casi di calciatori costretti ad osservare l’inflessibile legge del turn-over.

Non fa eccezione lo stesso Di Ventura che, pur essendo centrocampista tra i più apprezzati nel nostro calcio, più di una volta è partito dalla panchina.

“Da essere umano è naturale che io vorrei essere sempre la prima scelta del mister, ma da calciatore comprendo che non è possibile e che bisogna essere professionali – sottolinea il giocatore classe 1991 – In squadra esistono due straordinari esempi come Carlo Baylon ed Alessio Piccheri, gente che ha vissuto una carriera incredibile e che non batte ciglio se è destinata alla panchina.

Noi siamo pagati per dare sempre il meglio di noi sempre ed a prescindere dal minutaggio che ci viene fornito.

L’importante è essere utili alla causa, dobbiamo tutti esserne consapevoli”.

Il Pomezia vuole tornare immediatamente al successo, anche per zittire coloro che, all’indomani della sconfitta con la Vigor Perconti, sono tornati a celebrarne il de profundis, assegnando i favori del pronostico per quanto riguarda la vittoria del campionato ad altre formazioni.

“Ormai certi gufi li conosciamo benissimo – sorride sarcastico Di Ventura – Non aspettano che un nostro passo falso per ripartire con le solite storie: siete dei mercenari, il Pomezia gioca con le figurine e via discorrendo…

Se ci snobbano, però, sono contento.

Vorrà dire che a fine stagione ci divertiremo ancor di più…”.

 

(Ufficio Stampa SSD Pomezia Calcio)

 

 

 

 

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