Pomezia, le motivazioni di Christian Massella: “Voglio dare il meglio di me e trasmetterlo agli altri. Il gruppo è unito per continuare a lottare”  

Pomezia, le motivazioni di Christian Massella: “Voglio dare il meglio di me e trasmetterlo agli altri. Il gruppo è unito per continuare a lottare”   

A cura di Francesco Mafera

(foto Calcio Pometino)

Un giocatore che si sta distinguendo per le sue prestazioni e per i suoi gol anche in questa stagione, nonostante il salto di categoria, è il bomber del Pomezia Christina Massella, uno dei protagonisti principali della vittoriosa cavalcata dello scorso anno che condusse i rossoblù alla tanto meritata quanto sofferta e storica promozione in Serie D nella finale play off contro il Livorno. L’attaccante, uno degli uomini simbolo della squadra rossoblù del patron Alessio Bizzaglia, ha raccontato ai nostri microfoni il momento della squadra, ripercorrendo anche i bei momenti del recente passato. Un passato dal quale trarre la giusta ispirazione per affrontare le sfide attuali.

 

Vi state riprendendo bene dopo un periodo sofferto. Quanto è risalito il morale adesso?

“Abbiamo preso una boccata d’ossigeno. È servito tanto per il morale della squadra, ma anche per la nostra consapevolezza. E domenica lo abbiamo dimostrato contro una grossa squadra”.

 

La Serie D è veramente così difficile rispetto all’Eccellenza, oppure ritieni che fosse più un problema  psicologico quando le cose non stavano andando?

“Erano tre anni che non giocavo questa categoria. L’ho ritrovata ad un livello più basso. Sicuramente è molto più impegnativa dell’Eccellenza e all’interno vi trovi giocatori esperti o anche di categoria superiore. Anche per me che sono attaccante, è più difficile fare le stesse cose che fai in Eccellenza. C’è bisogno di più movimento, più corsa e di conseguenza anche più testa”.

 

Dal punto di vista personale è al momento per te una stagione molto positiva. Sei capocannoniere e a novembre sei già quasi arrivato in doppia cifra. Quanti gol pensi di fare in questo campionato?

“Dal punto di vista personale sono contento. Ed è merito anche della squadra. Devo dire che dopo anni che non facevo la Serie D non mi aspettavo di stare già a otto gol. Però non mi sono prefissato un obiettivo preciso in termini realizzativi. L’obiettivo principale è quello di dare il meglio per rimanere stabilmente in categoria. È normale tutti gli attaccanti vorrebbero fare venticinque gol all’anno. Però ci proviamo lo stesso e vediamo che succede”.

 

Come si stanno integrando i nuovi?

“Siamo un bel gruppo perché noi vecchi abbiamo fatto inserire bene i nuovi, soprattutto i giovani che si sono calati al meglio nella nostra realtà. Questo perché hanno capito l’importanza che la società da al calcio e la grande passione che ci mette il Presidente insieme a tutto lo staff. In molti dicono di essere una famiglia.

Ma non è così dappertutto. Noi lo siamo in modo particolare. Io, stando qui da quattro anni, ti dico che si è creata una vera famiglia. Con pregi e difetti, ma come in tutte le società. Ma non ci fanno mancare niente e questo è importante”.

 

È stato detto di dover andare per gradi. Ma il vostro presidente non nasconde le sue ambizioni. Pensi che possiate essere pronti per lottare per palcoscenici ancora più importanti entro poco tempo?

“Per adesso la società ci ha chiesto di pensare a fare il meglio che possiamo, cercando intanto di tenere la categoria. Se dopo dicembre dovessimo trovarci nelle prime quattro posizioni, potremmo iniziare a pensare a qualcosa di più. Ma ad oggi siamo lontani e quindi non si sta parlando troppo di altri obiettivi.

Poi, una volta che avremo mantenuto la categoria, penso che il Presidente voglia preparare una squadra per vincere il campionato”.

 

Ogni tanto ci ripensate a quell’impresa storica contro il Livorno e la usate tra di voi come arma motivazionale nei momenti difficili?

“Sinceramente, io quella partita la rivedo spesso e la faccio rivedere anche a mio figlio perché è stata una gara veramente intensa, piena di emozioni e di sofferenza. C’è stato tutto quello che ci poteva essere in un incontro di calcio. È stata la partita più bella che io abbia mai giocato. E ricordiamo anche ai nuovi quello che abbiamo fatto. Perché giocare fino al diciannove giugno, con quaranta gradi, dopo aver ammazzato il campionato, al termine di una stagione lunghissima, non è facile.

E credimi, ha una valenza ancor più importante perché siamo andati contro tutto e tutti. Abbiamo dimostrato che l’attaccamento alla maglia ti fa dare il massimo. Contro il Livorno abbiamo fatto capire che siamo una squadra unita e questo ti porta, come si sta vedendo anche adesso, a superare le difficoltà e ad ovviare ad alcune lacune. Questa cosa, anche domenica si è vista tanto e sono contento. È tornato Teti che non giocava da molto e ha fatto subito bene. Hanno giocato ragazzi nuovi in altri ruoli, l’under Ruggiero a sinistra cha ha saputo adattarsi velocemente al nuovo ruolo di terzino, dopo aver fatto la mezzala. Si è vista proprio la voglia di vincere da parte di tutta la squadra, dai titolari, a chi partiva dalla panchina, a tutto lo staff. È quello che dobbiamo continuare a fare”.