Pomeriggio amaro per le laziali: Boreale e Certosa salutano il sogno-Serie D, ma il loro percorso resta comunque un esempio virtuoso per tutti

Pomeriggio amaro per le laziali: Boreale e Certosa salutano il sogno-Serie D, ma il loro percorso resta comunque un esempio virtuoso per tutti

Non ce l’hanno fatta Boreale e Certosa.

Già in partenza era intuibile che per le squadre di Granieri e Russo non sarebbe stato semplice superare gli ostacoli che il destino aveva riservato loro.

Budoni e Fossombrone si sono confermate formazioni molto solide e più avvezze a certe partite rispetto alle nostre rappresentanti, che già domenica scorsa (anche a causa di circostanze sfortunate e questo va sottolineato) avevano dovuto incassare una sconfitta contro le rispettive rivali.

Un k.o. bissato purtroppo anche al ritorno: pesante quello dei viola (0-4 sul campo della squadra di Cerbone), simmetrico rispetto al precedente quello dei neroverdi, sconfitti per 1-0 a Centocelle.

Entrambe però sono uscite a testa altissima e giustamente orgogliose di un percorso stagionale straordinario e difficilmente pronosticabile ai nastri di partenza.

Entrambe venivano da una salvezza diretta nel terribile Girone A dell’annata 2021/22 contraddistinto da una formula che non ammetteva errori ed ambedue, innervando con saggezza ed oculatezza la propria base, hanno saputo alzare notevolmente l’asticella, dimostrando ancora una volta che nel calcio la continuità derivante da un progetto solido e sereno alle spalle e da un gruppo coeso in campo e fuori rappresentano sempre fattori d’inestimabile valore.

Le due società possono andar giustamente fiere (e noi lo siamo molto di entrambe) di quanto costruito durante una stagione che si è rivelata emozionante da inizio settembre fino a metà giugno e che è coincisa con la vetta più alta mai raggiunta dai due club nel corso della loro storia.

La lezione che Boreale e Certosa hanno impartito al calcio laziale è preziosa e non deve essere sprecata.

Deve anzi rappresentare uno stimolo per entrambe in vista di futuri ed ancor più prestigiosi traguardi ed un insegnamento a tutte le società.

Il calcio è radicalmente cambiato rispetto a quello cui eravamo abituati un tempo e quello dilettantistico non fa eccezione.

Boreale e Certosa sono la dimostrazione più lampante che una gestione societaria sobria ed un lavoro sul campo accurato e portato avanti con impegno e ponderazione possono sopperire alle soverchianti difficoltà di natura economica che tutte le società fronteggiano da anni e che sono state drammaticamente acuite dalla pandemia.

Complimenti di cuore, dunque, alle squadre di Mirko Granieri e Marco Russo ed un naturale in bocca al lupo a Budoni e Fossombrone, avversarie forti e leali, per il prosieguo del loro play-off contro gli umbri dell’Ellera ed i piacentini dell’Agazzanese.

Stavolta tocca a noi del Lazio leccarci le ferite, ma ci riproveremo nella prossima stagione.