Panella, alla fine ha vinto l’amore per il calcio: “La mia famiglia e pochi amici veri sono stati decisivi per tornare in campo. La LVPA Frascati è forte, ma il girone è complicato”

Panella, alla fine ha vinto l’amore per il calcio: “La mia famiglia e pochi amici veri sono stati decisivi per tornare in campo. La LVPA Frascati è forte, ma il girone è complicato”

Scavalcata in vetta dal Ferentino, unica tra le big ad aver potuto disputare un match ufficiale insieme al Città di Monte San Giovanni Campano in questo complicato inizio d’anno, la Lupa Frascati attende di poter riprendere la sua strada sia in campionato che in coppa, essendo stata rinviata a data da destinarsi anche l’attesissima semifinale con la Tivoli di Pascucci.

Alla conta dei fatti, prima che il Girone C goda del ri-allineamento del suo calendario, ai castellani toccheranno in sorte il Pontinia ed il Città di Paliano, sfide da prendere con le molle ma inevitabilmente importanti per riappropriarsi della vetta e lanciare la lunga volata che si concluderà in primavera.

Ruggero Panella (nella foto di Alessandro Bastianelli, ndr) è uno che sa perfettamente quali insidie nasconda questo torneo, ma conosce anche il modo di arrivare alla meta, come testimonia una bacheca persona che ne fa uno dei calciatori più vincenti dell’ultimo decennio del nostro calcio.

 

Comincio col chiederti quanto è stato difficile per te rimanere così a lungo lontano dal terreno di gioco.

“Purtroppo sono stato costretto a saltare quasi per intero le ultime due stagioni.

Per quelli come me che tengono in maniera viscerale a questo sport è stata davvero dura, era come se mi mancasse un pezzo di vita.

L’amore per il calcio ha rappresentato la mia forza e adesso sono contento di essermi lasciato tutto alle spalle”.

So che hai una famiglia meravigliosa ed immagino quanta forza ti abbiano trasmesso tua moglie ed i vostri figli in questo periodo.

Quando incorre in un infortunio come il tuo, a cosa deve aggrapparsi un giocatore per non cadere nella tentazione di gettare la spugna?

“Oltre alla mia famiglia ringrazierò sempre, tante persone mi sono sempre state vicino e mi hanno spronato a combattere.

Su tutte, non posso non citare Gabriele Vartolo, praticamente un fratello per me, e poi Carlo Baylon, Andrea Costantini, Giordano Moroncelli e Giorgio Tomei.

Il loro supporto per me è stato davvero fondamentale”.

Mi racconti com’è nata la possibilità di abbracciare il progetto della Lupa Frascati?

“Diciamo che tutto è nato con una chiacchierata con Giordano Moroncelli.

Avevo una gran voglia di rimettermi in gioco e di ripartire da un progetto che mi stimolasse e che mi facesse percepire una sana competizione.

Sentivo che avere un posto assicurato nell’undici non sarebbe stata la strada giusta per recuperare al meglio e così ho scelto la strada più difficile, decidendo di giocarmi il posto con altri centrocampisti molto forti.

Sentirsi al 100% dopo l’intervento subito non è semplice, ma già tornare a respirare l’aria del campo ed a vivere le dinamiche dello spogliatoio mi fa stare bene e sono contento”.

Avete perso soltanto una partita nel corso del girone d’andata, siete secondi ma dovete recuperare una gara e dovete anche giocare una semifinale di Coppa Italia, eppure qualcuno si aspettava di più da voi.

Aspettative eccessive o generale sottovalutazione di un torneo che si sta rivelando molto complicato?

“Noi sapevamo già in partenza che sarebbe stata dura e credo che molti avversari abbiano indicato noi come favoriti per scrollarsi di dosso le pressioni.

Ovviamente sappiamo di non essere gli ultimi arrivati, ma in questo torneo ci sono squadre che magari non si trovano al vertice ma che hanno una grande qualità, come ad esempio Colleferro ed Arce, anche se quella che mi ha fatto la migliore impressione è stato il Gaeta, che ci ha messo in difficoltà sia in coppa che in campionato.

Nella singola partita chiunque può metterti in difficoltà.

Questo campionato sta dimostrando che non ci sono mai risultati scontati.

Per questo motivo, penso che la classifica resterà corta fino alla fine”.

Alcuni dei tuoi compagni di squadra li conoscevi già, altri hai imparato a conoscerli in questi mesi.

Tra questi da chi ti aspetti che possa rappresentare per voi un fattore importante nella corsa al titolo?

“Dico Federico Pompili, un ragazzo serio, umile.

Non lo conoscevo benissimo e fino a poco tempo fa non era un nome molto noto tra gli addetti ai lavori.

Penso che abbia davvero grandi margini di crescita e gli auguro di costruirsi una carriera brillante, possibilmente nelle categorie superiori”.

Il covid rappresenta la sfida più delicata per tutti noi ed ovviamente anche per il calcio dilettantistico.

Se dipendesse da te, quando sarà tutto finito, quale aspetto del nostro mondo miglioreresti?

“La pandemia ci ha stremato ed anche mentalmente andare al campo ogni giorno, sottoporsi ad un tampone e pensare che delle positività ti costringano a tornare a casa non è semplice.

Per il futuro riproporrei il tema dei play-off nei gironi di Eccellenza.

So che se ne parla da tanti anni ormai, ma credo che sarebbero davvero necessari, perché permetterebbero a tutte le squadre in lizza per l’obiettivo finale di restare pienamente in gioco, senza estrometterle dalla competizione a causa di un periodo storto”.