“Con te non ci gioco”, Daniele Proietti lancia una provocazione alle Academy

“Con te non ci gioco”, Daniele Proietti lancia una provocazione alle Academy

Academy si, Academy no.

Sembra essere questo il titolo del tormentone di questa lunga estate caldissima.

Un tema bollente che si ripropone puntuale alla vigilia di una ogni stagione calcistica, ma che spesso e volentieri passa in cavalleria non appena si ritorna sui campi da gioco.

Eppure lo scorso anno l’input lo aveva provato a dare Michelangelo Rampulla, non uno qualunque, chiudendo la scuola calcio della sua Cremonese perché “chi viene ad indossare i nostri colori è perchè lo merita, non perché paga una quota e calca i campi del Centro Arvedi. Capisco che i genitori vogliano i propri figli in un centro come il nostro, ma la nostra missione è un’altra”.

Missione.

Proprio da questa parola, apparentemente banale ma intrinseca di significato, parte la provocazione di Daniele Proietti, il Responsabile della scuola calcio del Grifone Monteverde: il dirigente rossoblu, con un lungo post su Facebook, riporta in auge questo annoso dilemma.

La nostra redazione ha anche raggiunto telefonicamente Proietti, che aggiunge: “Il mio non è un attacco personale verso questa o quella società o verso lo staff di queste, so come lavorano le persone e sono a conoscenza della professionalità e della passione che mettono nel loro lavoro. Il problema, a mio avviso, è etico, non si può pagare per avere un’opportunità che deve essere guadagnata con il lavoro e con il sacrificio”.

Di seguito riportiamo alcuni passaggi del suo messaggio:

Credo che le società professioniste non dovrebbero avere la scuola calcio poiché non rientra nella loro mission!

Che senso hanno le tanto famose e decantate accademie se con lo scouting si è in grado di conoscere perfettamente qualsiasi bambino presente in ogni angolo della regione e non..?

Se una società credesse veramente in questo fantastico progetto decantato e presentato alle famiglie come OPPORTUNITÀ UNICA, perché lo dovrebbero pagare le famiglie stesse?

La mia umile esperienza mi porta a dire che:

  • Mission Società professionista: ha la necessità di formare i calciatori fin da piccoli attraverso le strutture, i professionisti a disposizione e le qualità degli atleti super selezionati.
  • Mission società dilettante: ha il dovere di formare uomini migliori attraverso la disciplina calcistica ed il suo percorso, inoltre attraverso un buon lavoro si ha la possibilità di accompagnare e sostenere i più meritevoli alla porta del professionismo.

Il calcio mi ha insegnato che la maglia va conquistata sul campo! La fascia di capitano l’assegna lo spogliatoio! L’opportunità non la puoi comprare.. te la devi guadagnare con il lavoro!!

Quindi, come responsabile di una scuola calcio e come ex bambino con il sogno nel cassetto sono a chiedere un sano confronto tra addetti ai lavori, le famiglie ed i rappresentanti del SGS”.