Montespaccato, Patron Monnanni tra orgoglio e identità: “Siamo proiettati verso il futuro, ormai tutti rispettano questo club”

Montespaccato, Patron Monnanni tra orgoglio e identità: “Siamo proiettati verso il futuro, ormai tutti rispettano questo club”

Il Montespaccato si accinge a rivivere a distanza di alcuni decenni la gioia di partecipare alla massima categoria dilettantistica nazionale.

Una gioia che il club che da due stagioni a questa parte ha abbinato il proprio nome a quello dell’Asilo Savoia ha certamente meritato, anche se il lockdown ha privato i romani ed i loro rivali (in primis Real Monterotondo Scalo e Tivoli 1919) dell’adrenalina di un rush finale che prometteva emozioni a non finire.

Il club di via Stefano Vaj si sta preparando per una stagione da vivere intensamente e le prime operazioni di mercato sottendono apertamente l’intento di far bella figura anche nella categoria superiore.

Di questo ed altro abbiamo parlato con il Presidente Massimiliano Monnanni, deus ex machina ed ispiratore ineludibile di qualsivoglia iniziativa, sia essa di carattere sportivo o sociale, di una società che sta facendo parlare di sé a livello nazionale per gli encomiabili progetti che continua ad elaborare e, soprattutto, a concretizzare.

Presidente, sono trascorsi cinque mesi dall’ultima gara ufficiale prima dello stop causato dal Covid-19.

Qual è stato in lei il sentimento dominante durante questo periodo così complesso?

“Lo stato d’animo potrei definirlo ambivalente.

Da un lato, adottando tutti i comportamenti più appropriati nel rispetto delle norme ero e resto animato dalla speranza che tutto questo cessi al più presto.

Dall’altro, in qualità di Presidente di un’associazione che da oltre 130 anni promuove iniziative di carattere etico, avvertivo e continuo ad avvertire un senso di responsabilità collettiva.

Proprio per questo motivo abbiamo attivato ogni possibilità in nostro possesso per sostenere in modo ancor più deciso le fasce più deboli ed esposte della popolazione attraverso il volontariato”.

Al netto di ogni comprensibile moto di rammarico per l’interruzione del torneo che vi vedeva meritatamente in testa alla classifica, siete stati artefici di una stagione meravigliosa.

In quale occasione avete avuto la percezione che avreste potuto aggiudicarvi il Girone A di Eccellenza?

“Direi che questa speranza abbiamo cominciato a nutrirla nel momento in cui abbiamo visto tornare a Montespaccato una passione ed un attaccamento alla squadra che mancavano da tantissimi anni.

Tra la squadra e la gente del quartiere si è generato un senso di identificazione che alla fine ha rappresentato la nostra forza.

Proprio per questo motivo ci stiamo muovendo per riportare a casa quei talenti che, nel corso del tempo, avevano lasciato Montespaccato per cercare fortuna altrove.

I casi di Putti e di Proietto sono emblematici, essendo nati a poca distanza dal nostro campo, e lo stesso vale per il nostro Responsabile della Scuola Calcio, Gianluca Ripani, che oltre ad essere un dirigente tra i più apprezzati e qualificati del nostro calcio, è un figlio di Montespaccato.

Vogliamo far leva su un principio di identità perché lo riteniamo fondamentale non solo per quanto attiene alla prima squadra, ma anche e soprattutto per quanto concerne scuola calcio è settore giovanile.

In sostanza, come dicevo prima, quelli che anni fa erano andati via stanno tornando e quelli che stiamo crescendo vogliamo indurli a continuare il loro percorso con noi, dimostrando che qui hanno a che fare con una società attenta ed organizzata”.

Soffermandoci su tematiche di settore giovanile, mi pare che avere in dotazione tecnici come Luciano Civero, Marco Calcagni e Fabrizio Feroce la dica lunga su quanto puntiate a valorizzare la vostra cantera.

“È la risposta a coloro che dicono che pensiamo solamente alla prima squadra.

Questi tre allenatori ci regaleranno un quid di esperienza e competenza che permetterà al nostro settore giovanile una crescita ulteriore.

FF2, come scherzosamente chiamo Fabrizio Feroce per distinguerlo da FF1, ossia Fabrizio Ferazzoli, lavorerà in totale sinergia con quest’ultimo con l’obiettivo di preparare i ragazzi della Juniores Nazionale ad un graduale inserimento in prima squadra.

Marco Calcagni, invece, avrà anche il compito di guidare i suoi ragazzi alla nostra prima, storica partecipazione al Torneo Beppe Viola.

Un appuntamento che ci gratifica e ci inorgoglisce moltissimo”.

A proposito di orgoglio, quanto ne avete provato lo scorso 20 giugno nel momento in cui avete festeggiato l’approdo in Serie D di fronte a personalità del calibro di Don Ciotti e del Presidente Zingaretti?

“Per indole sono abituato a proiettarmi verso il futuro e così rispondo che, se quella trascorsa per il Montespaccato è stata la stagione dell’orgoglio, la prossima deve essere quella dell’identità che deve caratterizzare tutti”.

Presidente, tra poche settimane con la composizione dei gironi partirà ufficialmente la prima stagione in Serie D del Montespaccato targato Asilo Savoia.

Nei giorni scorsi avete già concluso gli accordi con giocatori di talento come Putti, Bassini, Quatrana, Svidercoschi, Rinaldi e Proietto, solo per citarne alcuni.

Gente di valore che va ad aggiungersi a confermatissimi senatori come Gambale, Tassi, Mastrosanti ed altri.

Quale obiettivo intendete perseguire?

“È presto per dirlo, dal momento che ancora ignoriamo il girone in cui verremo collocati e quindi i nomi delle nostre avversarie.

Di sicuro proveremo a far bene.

Le scelte tecniche spettano a Fabrizio Ferazzoli, mentre a me compete una verifica di carattere etico sulla persona perché vogliamo che il gruppo sia omogeneo e privo di primedonne.

Quatrana e Svidercoschi, ad esempio, non sono scelte casuali, ma calciatori che inseguivamo da tempo e che in precedenza non eravamo riusciti a condurre a Montespaccato solo per una questione di categoria.

Io credo proprio che questo gruppo riuscirà a farsi onore e mi piace anche sottolineare che ogniqualvolta abbiamo contattato una società per prendere informazioni su un calciatore siamo stati ascoltati con attenzione e con rispetto.

Componente, quest’ultima, che ora con mia personale e grande soddisfazione, viene associata al nome del Montespaccato”.

Chi la conosce bene la dipinge come un vulcano di idee.

Qual è la prossima che intende realizzare?

“Si tratta di un progetto che mi sta particolarmente a cuore ed al quale abbiamo dato il nome “Dopo di noi”.

Nel Lazio esistono migliaia di madri e padri che hanno figli con disabilità di varia natura e che ovviamente si preoccupano di quello che sarà il loro futuro quando non potranno più contare sulla presenza dei loro genitori.

Di concerto con la Regione Lazio noi stiamo creando una rete per costruire una serie di strutture che possano ospitare fino a novanta persone.

Le stiamo allestendo ed arredando in base alle esigenze di coloro che vi saranno accolti, creando delle piccole comunità autonome.

Saranno diciotto e tutto sarà pronto entro la fine di settembre o, al più tardi, entro l’inizio di ottobre.

È un progetto al quale teniamo moltissimo e che rappresenta un unicum nel suo genere”.

Presidente, se domani sbarcasse sulla Terra il famoso alieno di Flaiano e lei dovesse convincerlo a sostenere il progetto-Montespaccato Savoia, lei cosa gli direbbe?

“Gli direi che fino ad un po’ di tempo fa Montespaccato era un posto dove nessuno voleva venire, mentre adesso ci vogliono venire proprio tutti”.

Anche gli Azzurri, vero?

“Esatto, il Presidente Gravina mi ha confermato l’intenzione di portare da noi la Nazionale in occasione del raduno di novembre.
Se ciò si concretizzerà, sarà un ulteriore motivo di orgoglio per la gente del nostro quartiere e per la nostra società”.