Il Lazio che non vince, ma piace e convince

Il Lazio che non vince, ma piace e convince

Rappresentato in due gironi di Serie D, il Lazio non è riuscito quest’anno ad eleggere nessun vincitore.

Nonostante Rieti e Trastevere abbiano condotto per lunghi tratti due gironi, il G e l’H, ben interpretati anche da altre laziali (Monterosi, Ostiamare), alla fine la vittoria è andata all’Arzachena ed al Bisceglie, che proprio nelle ultime giornate avevano compiuto il sorpasso sulle due nostrane.

Erano tre anni che una nostra rappresentante non terminava al primo posto nel girone G, conquistato da Lupa Roma, Lupa Castelli Romani e Viterbese dal 2014 al 2016.

Non per questo però si può definire una stagione fallimentare.

Dietro l’insuccesso delle laziali vi è il trionfo di altri giganti, in grado di sovrastare tutti con numeri pazzeschi: 44 punti nel girone di ritorno per l’Arzachena, 42 per il Bisceglie.

Se per i sardi la rincorsa è stata un capolavoro in grado di riscattare il brutto girone di andata, i nerazzurri stellati hanno invece condiviso con il Trastevere, la Nocerina e il Gravina le posizioni di vertice sin da principio, seminando gli avversari con 10 vittorie nelle ultime 12 giornate.

I rendimenti formidabili di Bisceglie e Arzachena assolvono, in parte, Trastevere, Rieti e Monterosi, che hanno comunque conseguito successi – insieme alle altre laziali – in altri ambiti. A nostro giudizio, almeno quattro:

Competitività – fra girone G e girone H, frammentazione tornata in vigore nelle ultime due stagioni, le squadre in lotta per il titolo sono state almeno tre, con altre due, Ostiamare e Albalonga, sempre in lizza per qualche obiettivo.

Corsetti (Albalonga)
Corsetti (Albalonga)

Addirittura l’Albalonga, con un’impresa storica, ha raggiunto la sua prima finale di Coppa Italia di Serie D, battendo avversari quotati come Bisceglie, Grosseto e Lentigione.

Di contro la salvezza non è mai stata un problema per Flaminia ed Anzio, che nei momenti chiave della stagione, in inverno, hanno sempre macinato punti con continuità e maturità.

Il Lazio ha portato, infine, ben quattro formazioni ai play off di categoria, Ostiamare, Rieti, Monterosi e Trastevere. Non succedeva dal 2012-2013, anno in cui però le laziali erano quasi il doppio e divise in ben tre gironi (E-F-G).

Paolacci e Tajarol (Trastevere)
Paolacci e Tajarol (Trastevere)

Merito della difficoltà stessa dei campionati, quest’anno davvero “interregionali” rispetto a quando si giocava solo contro la Sardegna: l’alto livello ha spinto le squadre laziali ad investire meglio e con più intelligenza.

Di contro, sono retrocesse soltanto due squadre, Cynthia e Città di Ciampino, un numero in calo rispetto agli ultimi anni (lo scorso anno ne scesero quattro e ne fallì una, l’Isola Liri).

Giovani – Il Lazio conferma il trend degli ultimi anni anche nel 2017, investendo tanto sui giovani. Sui propri giovani, quelli provenienti dai floridi vivai della regione, magari spesso prodotti in casa.

E’ il caso dell’Ostiamare, un’eccellenza in questo settore: Quattrotto, Belardelli, Calveri, Ferrari vantano anni di militanza nel settore giovanile biancomalva, Catese e Vecchiotti – cresciuti altrove – si sono imposti all’Anco Marzio.

Questi ed altri fattori, fra cui le categorie Elite del S.G. , stanno alla base del secondo posto dell’Ostiamare nella classifica (ancora provvisoria..) “Giovani D Valore”: la compagine di Lardone è seconda soltanto al Sansepolcro, che ha un vivaio di notevole livello e disputa regolarmente le finali nazionali (afferendo però al C.R. Umbria, benché sia toscana ndr).

Luigi Lardone, presidente Ostiamare
Luigi Lardone, presidente Ostiamare

Bene anche l’Anzio, che non a caso è al vertice della già citata classifca nel girone H (l’Agropoli, retrocesso, non conta): accanto ai Delvecchio, D’Amato e Bernardotto anche una pattuglia di ex under (Giampaolo e Santarelli) che hanno fatto la differenza ed un S.G. più che dignitoso.

Ma anche Trastevere (Lorusso, Radaelli, Pasqui, Panico), Albalonga (Tamburlani, Magliocchetti) e Rieti (Lazzazzera, Valeri, Trillò, Tiraferri) hanno fatto benissimo con i giovani, finanche al Monterosi che, nel suo instant-team, ha rilanciato due talenti ’97 che si erano persi come Manoni e il portiere Mazzoleni (ex Lazio e Latina, rispettivamente).

Mazzoleni (Monterosi)
Mazzoleni (Monterosi)

La tendenza vede così le squadre del Lazio investire di più sui giovani, non solo per far di necessità virtù e per rispettare gli obblighi di Lega, ma anche per via della consapevolezza dell’importanza del loro utilizzo, sia per tagliare fondi che per avere giocatori con senso di appartenenza. O magari, buoni per il mercato.

Progettualità – I giovani ed i vivai da soli però non bastano: occorrono scouting, denaro e progetti per attirare giocatori di categoria superiore, under professionisti che scelgano di fare una D da titolari, o magari accaparrarsi i migliori usciti dai top team del settore giovanile laziale.

Vi è un progetto dietro ognuna delle sette squadre che hanno ottenuto play off e salvezze tranquille nei due gironi.

Tiziano Tiraferri, esterno '97 del Rieti (ex Tor Tre Teste)
Tiziano Tiraferri, esterno ’97 del Rieti (ex Tor Tre Teste)

A Civita Castellana, Albano e Anzio r-esistono ancora presidente innamorati che, oculatamente, allestiscono squadre competitive e scabrose da affrontare, Trastevere e Rieti sono due belle sorprese le cui realtà ispirano solidità, come lo stesso si può dire del Monterosi, bravissimo a catalizzare sponsor e seguito nella piccola cittadina viterbese.

Quel che forse manca a tutti questi club – escluso l’Ostiamare – è un settore giovanile di livello, con categorie Elite, in grado di sublimare lo scouting e di ridurne i costi, ma anche su questo aspetto sono stati arati terreni fertili, specialmente da Trastevere ed Albalonga.

Pubblico e seguito – Da sempre questo è un tasto dolente su cui battere, d’altronde Roma e Lazio catalizzano tutti gli appassionati. In una regione che oltretutto, negli ultimi anni, ha visto sparire le poche realtà caratterizzate da un tifo e da una cultura ultras decennale (Sora, Isola Liri e Terracina).

Daniel Giampaolo (Anzio)
Daniel Giampaolo (Anzio)

Quest’anno però si è avuta anche l’impressione di una controtendenza, favorita forse anche dalle realtà nuove, spesso blasonate, ospitate dalle laziali: porta sicuramente più pubblico, in una cittadina di provincia come può essere Anzio ad esempio, una gara con Bisceglie o Nocerina che una con l’Astrea, per esempio.

Vedere squadre nuove e realtà blasonate ha portato più pubblico ed entusiasmo, ovviamente accompagnato dai risultati sportivi. Ad Ostia si è avuta una crescita costante delle presenze allo stadio, con il tifo organizzato sempre presente;  a Trastevere il gruppo Ultras si è consolidato, e le presenze allo Stadium hanno registrato numeri mai visti prima; ed a Rieti si è visto finalmente l’entusiasmo che un capoluogo di provincia merita – seppur storicamente legato ad altri sport.

Naturalmente su questo aspetto il Lazio può e deve fare meglio.

Ma la disaffezione nei confronti del calcio dilettante è anche un segno dei tempi, un aspetto culturale che impone al fruitore di sport di sedersi in poltrona e guardarlo in TV, piuttosto che viverlo allo stadio.

L'esultanza dell'Albalonga al gol di Succi
Uno scatto del Pio XII, strapieno per il match con il Bisceglie

È da questi presupposti che giudichiamo questa stagione fortunata a livello di tifo e seguito, sperando che sia un nuovo inizio.