LA RISPOSTA DI ULISSE: ‘MI PIACE LA VERITA’, ORA VE LA RACCONTO IO…’

LA RISPOSTA DI ULISSE: ‘MI PIACE LA VERITA’, ORA VE LA RACCONTO IO…’

Dopo aver pubblicato l’intervista all’ex portiere del Grifone Monteverde Simone Paoletti, arriva puntuale la risposta del patron del Grifone Stefano Ulisse

a cura di VALERIO D’EPIFANIO

Le parole di Simone Paoletti hanno lasciato il segno e il presidente del Grifone Monteverde Stefano Ulisse ha voluto fare alcune precisazioni importanti in merito all’intervista rilasciata dal portiere proprio pochi giorni fa (LO SFOGO DI SIMONE PAOLETTI: ‘SCHIFATO DA TUTTO, VI RACCONTO LA MIA VERITA”).

La parola dunque al presidente del Grifone Monteverde Stefano Ulisse:

“Mi piace la verità e vorrei dire come sono andate le cose. A luglio questi ragazzi sono venuti da me e c’era la possibilità di avere un posto di lavoro. Concordiamo il posto di lavoro e mi prendo l’onere di pagare un rimborso a partire da agosto fino a dicembre.

L’azienda che li doveva assumere é una società per azioni e ha 100 dipendenti. Hanno una bassa scolarizzazione i giocatori citati (Iannotti, Antonelli, Bartoli, Paoletti e Sbraglia), ognuno però avrebbe avuto il suo ruolo.  A novembre sotto pressione li rimandai dal datore di lavoro senza però che ci fossero sviluppi.

Vorrei precisare tra l’altro che io sono sempre al campo e loro sono tornati a parlarmi a dicembre chiedendo di prolungare il rimborso fino al momento dell’assunzione ma io non ho accettato quest’ipotesi.

Io ho giocato a calcio prima del signor Paoletti e trovai il posto in banca giocando due anni prima di trovare un lavoro fisso. 

Loro mi hanno detto chiaramente  che se io non avessi garantito lo stipendio avrebbero preferito non continuare il rapporto di lavoro. Il fatto che io abbia mandato via Paoletti dal lavoro di noleggiatore chiarisco che non era un vero e proprio posto di lavoro ma si è sentito male dopo un mese e mezzo di lavoro vero. E’ rimasto sbigottito e ha accusato dei malanni che lo hanno indotto a smettere quel lavoro e fare il giocatore magari sperando di ottenere importi uguali a quelli degli anni passati.

Io per mia conoscenza ho sempre riconosciuto un rimborso spese e non uno sipendio. Qui è puro dilettantismo. Dare stipendi più di 1000 euro é già un danno, loro dovrebbero essere baciati dalla fortuna. Ma qui é predicare nel deserto, volevo solo raccontare i fatti secondo il mio punto di vista.

Non potevo continuare a dargli uno stipendio perchè avevo delle esigenze di bilancio della società. Avevo un socio che é andato via e mi sono dovuto accollare tutto. Sto ultimando una tribuna meravigliosa per fare in modo che il centro dovrà accogliere tante persone. Silvestri, Biagioni, Di Chio mi danno una grossa mano per portare avanti il settore giovanile. Abbiamo avuto 200 bambini e vogliamo continuare a fare calcio in questa maniera. Devo stare molto attento al bilancio societario.

Devo stare attento a far quadrare i conti della società e non mi potevo più permettere questi rimborsi spese dati a questi giocatori: si chiamano dilettanti proprio perchè dovrebbero amare questo sport. Gli stipendi non erano alla portata della mia società. Questo signore si é permesso di parlare nonostante il padre abbia collaborato con me per 5 anni. Io non mi sarei mai permesso a 29 anni di parlare male di una società che mi ha accolto. E’ normale che queste frasi che ha detto non me le merito.

Mister Franci é una persona seria e sana e credo lui possa confermare quello che le sto dicendo. I fatti parlano per me e le dico che Antonelli, Iannotti, Sbraglia e Bartoli non hanno avuto la forza di raccontare queste assurdità. Se un ragazzo a 29 anni é un fallito si dovrà chiedere il perchè. Nella vita quello che seminiamo, raccogliamo. Se il ragazzo é così sfiduciato dal calcio non avrà dato quello che doveva”.