La forza del calcio dilettantistico: tattita collaudata e allenamenti mirati

La forza del calcio dilettantistico: tattita collaudata e allenamenti mirati

Una cura quasi maniacale dei particolari, tattiche di gioco studiate davanti a schermi e lavagne e poi riproposte sul campo, strategie da insegnare ad una rosa intera per poter arrivare a fare movimenti armonici vincenti: la tattica è diventata la vera protagonista e un valore essenziale nel mondo del calcio, soprattutto in quello dilettantistico. Vediamo nel dettaglio in che modo e diamo uno sguardo a tutte le novità di questa stagione di serie D, che è apparsa sin dalle prime giornate di campionato molto complessa da gestire sia a livello di gioco che sul lato organizzativo per le tantissime società attive in ogni regione del Bel Paese.

Tutta questione di strategia e di pratica

Dalla serie A arriva un esempio importante in questo senso, ci riferiamo naturalmente al tecnico Maurizio Sarri, giunto dalla Seconda Categoria e grande appassionato di tattica, che sta regalando ai suoi tifosi napoletani un calcio spettacolare e vincente, frutto di allenamenti costanti studiati a tavolino per la sua squadra con una grande cura per il particolare. Il suo grande Napoli, che è già all’inseguimento della regina bianconera ancora prima in classifica e quotata al 25/09 1,22 a vincere lo scudetto, viene pronosticato a 6,00 come vincente del campionato di serie A, con un’Inter che non molla che si posiziona subito dietro. L’importanza della tattica però non riguarda solo la Serie A, in quanto il calcio si è evoluto anche nelle categorie inferiori. Grazie a internet e ai social network, è possibile studiare in modo più dettagliato e specifico le squadre avversarie, rivedere le partite, affinando la strategia di gioco di tutta la rosa, per capire i punti deboli su cui lavorare di più. L’aspetto tattico assume un ruolo centrale anche nel calcio dilettantistico, soprattutto per quelle le squadre che amano giocare partendo dalla difesa senza i lanci lunghi. In Seconda Categoria, ci si allena mediamente due volte a settimana, quindi si deve cercare di semplificare il più possibile la parte tattica per non confondere il calciatore, perché si tratta di una parte difficile e complessa. In base ai cambiamenti di modulo tutti i calciatori devono imparare le uscite e la fase di pressing e ogni posizione diventa fondamentale. Di solito il primo aspetto che ricercano gli allenatori per prepararsi ad una partita è la copertura preventiva, mossa decisiva per evitare un possibile errore del giocatore e il secondo è quello di schierarsi bene in campo. Molti allenatori di queste categorie preferiscono la tradizionale giocata della palla lunga per portarsi a casa un facile bottino, mentre altri ricercano una giocata esteticamente bella, cercando di far coincidere anche i tre punti. Una squadra ben piazzata in campo riesce ad effettuare le uscite in fase di non possesso con la giusta tempistica, ma gli allenamenti devono essere specifici per ogni reparto e allora sì che si avrà la marcia in più rispetto alle avversarie.

https://youtu.be/lSD4IH1A0ZI

Tutte le novità del campionato di serie D

Mai come quest’anno gli allenatori dovranno lavorare a testa bassa e in modo costante, sprecandosi in moduli tattici sempre più raffinati ed elaborati. Dopo un’estate turbolenta del calcio italiano infatti ci sono stati diversi cambiamenti anche nel campionato di Serie D, che hanno un po’ rivoluzionato la routine di tecnici e giocatori, richiedendo maggiore impegno sul campo. Le 168 squadre, una in più rispetto all’anno scorso sono state spalmate infatti in nove gironi all’italiana, sei dei quali (A, B, C, D, H e I) da 18 club ciascuno e tre (E, F e G) da 20 club ciascuno, organizzati in base a criteri di posizione e vicinanza geografica. Quelli più numerosi giocheranno anche turni infrasettimanali per rimanere alla pari con gli altri. Tra le squadre che avrebbero avuto diritto all’iscrizione, tre non si sono presentate: l’Akragas retrocesso dalla Serie C, l’Aquila e il Villabiagio e due sono state ripescate in Serie C, il Cavese e l’Imolese. Si è anche liberato un posto dopo l’unione tra il Racing Fondi indietreggiato dalla Serie C e l’Aprilia con la nascita di un solo club, l’Aprilia Racing. Riducendo l’organico a 157, si è passati alla fase di integrazione attraverso cinque ripescaggi dall’Eccellenza, raggiungendo il numero standard di 162 partecipanti. A questi si sono successivamente aggiunte cinque nuove società affiliate, che sostituiscono cinque club esclusi dai campionati professionistici, nonostante fossero in soprannumero secondo quanto scritto nelle norme federali. L’ultimo cambiamento riguarda il ripescaggio di una sesta squadra dall’Eccellenza, che ha evitato di avere gironi con un numero dispari di squadre, fissando definitivamente a 168 le partecipanti di quest’anno. Le sei società ripescate sono Montebelluna, Classe, Jesina, Anzio, Cannara, e Villafranca. Le società fresche di affiliazione sono invece Reggio Audace, Bari, Avellino, Andria, Fidelis e Modena. Per il Cesena è un’altra storia, non è stato inserito in sovrannumero perché il club romagnolo, escluso dalla Serie B, ha rilevato il titolo sportivo del Romagna Centro, che adesso ha preso il nome di Romagna Centro Cesena.

Appare subito evidente che anche la Seconda Categoria quest’anno vivrà una stagione davvero molto impegnativa in tutti i suoi gironi. Riuscire a far giocare bene una squadra fino al termine del campionato 2018/2019 non sarà un compito così semplice e scontato. Saranno necessari la ripetizione di certe giocate ed allenamenti costanti per arrivare in perfetta forma e concentrati all’obiettivo finale che si è prefissato ciascun club, con il prezioso supporto di tutti i tecnici a livello regionale e locale.