INTERVISTA A KEVIN REMIA: DALL’INCIDENTE PRIMA DELLA FINALE SCUDETTO ALLA GIOIA TRICOLORE

INTERVISTA A KEVIN REMIA: DALL’INCIDENTE PRIMA DELLA FINALE SCUDETTO ALLA GIOIA TRICOLORE

a cura di Massimo Confortini

Ha dovuto saltare la Finalissima scudetto per un problema nell’immediata vigilia. Ma di quel tricolore conquistato dalla Vigor Perconti a Chianciano, nella finale vinta contro il Montebelluna, un bel pezzo è anche suo. La nostra redazione ha intervistato Kevin Remia, centrocampista ’99 della banda degli imbattibili, i blaugrana campioni d’Italia.

 

Ciao Kevin, innanzitutto, come stai?

Ora va tutto bene. I primi giorni dopo l’incidente ero piuttosto fiacco, ora finalmente sto recuperando le energie.

Torniamo proprio a quel momento. Cosa è successo quando mancavano poco più di tre ore alla partita?

Eravamo in stanza, vivevamo la tensione della partita. Per allentarla ci stavamo scherzando su. Poi ci hanno chiamato da un’altra stanza, ed è in quel momento che mi sono sentito mancare e sono svenuto. Appena ho ripreso conoscenza il mio primo pensiero è stato: “devo assolutamente giocare”… inutile dire che sarebbe stato impossibile.

Una volta ripreso, come hai saputo di essere campione d’Italia?

Kevin Remia, fotografato da Paolo Lori, con le due coppe conquistate quest'anno. I '99 blaugrana hanno vinto il titolo regionale e quello nazionale.
Kevin Remia, fotografato da Paolo Lori, con le due coppe conquistate quest’anno. I ’99 blaugrana hanno vinto il titolo regionale e quello nazionale.

Mi sono risvegliato in ospedale alle 21, stordito dall’accaduto e quindi non pienamente consapevole della situazione. La finale era finita, ma in quel momento, per la confusione, ero convinto che si sarebbe giocato l’indomani. Per farmi stare tranquillo anche gli altri, compreso mister Tommaso Caranzetti, non mi hanno detto nulla, mi hanno tenuto all’oscuro. Poi, appena ho ripreso lucidità, ho capito che la partita era già finita da un pezzo e dovevo solo sapere il risultato. Proprio in quell’istante è entrato mio fratello Dustin in stanza, con la medaglia in mano. “Sei Campione d’Italia” mi ha detto. Mi sono commosso: è stata una gioia indescrivibile.

A chi hai dedicato questo storico successo?

Innanzitutto ai miei genitori, per tutti i sacrifici che hanno fatto. Poi, chiaramente, a mister Carazetti, che ha sempre creduto in me e mi ha sempre difeso. Impossibile, poi, non ringraziare la società, la migliore in assoluto.

Tutti, in casa Vigor ti hanno dedicato il titolo a fine partita, dal Presidente, ai giocatori, passando per Tommaso Caranzetti…

Mi sono commosso appena ho visto. Ho capito che siamo una famiglia splendida. Tutti, dal Presidente all’ultimo dei giocatori. Siamo una grande squadra. E’ chiaro che poi ci sono ragazzi con cui si lega di più, ma tra di noi ci comportiamo come fratelli.

Un anno incredibile, quali sono i segreti di una stagione perfetta come quella che avete disputato?

Concentrazione massima dal primo all’ultimo giorno. Grazie a chi ci guida noi sapevamo sempre tutto quello che dovevamo fare, e questo ci rendeva tranquilli. Proprio mister Tommaso Caranzetti è stato quel fattore che gli altri non hanno avuto.

Ora all’orizzonte una nuova stagione…

Ora abbiamo festeggiato ma con la testa siamo già al prossimo anno. Vogliamo vincere ancora il titolo, per ripetere l’annata indimenticabile di quest’anno…