IL RACCONTO DEL 30° PREMIO BEPPE VIOLA

IL RACCONTO DEL 30° PREMIO BEPPE VIOLA

Tutto in una notte, in una serata di fascino e di eleganza, in un gran galà destinato ad arricchire le pagine  del Beppe Viola. Siamo arrivati al gran finale, anche quest’anno tutto è pronto per consegnare gli ambiti di Premi di Cultura Sportiva, epilogo di un mese fatto di competizioni sportive che hanno celebrato per la trentesima volta consecutiva l’arte, la passione, l’esperienza professionale del maestro Beppe Viola.

Di Nicola Tallarico

È un’edizione storica, e proprio in quello scenario suggestivo dove abbiamo iniziato siamo ritornati. Ancora una volta nel cuore della Capitale, all’Aranciera di San Sisto, una location raffinata in perfetto stile col Beppe Viola. Proprio qui tre mesi fa, il capitano del Futbloclub sorteggiava le squadre per la composizione dei gironi del torneo. Oggi a conclusione della pagina sportiva si affianca quella culturale, una pagina densa di storia, di nomi, di volti che hanno fatto la storia del calcio italiano. Uomini di grande spicco, di caratura nazionale e internazionale, profili impeccabili nell’impegno e nella diffusione della cultura sportiva, ma anche personaggi di respiro popolare che Raffaele Minichino e la giuria magistralmente diretta da Franco Melli hanno individuato anche quest’anno con occhio intelligente ed acuto.

Trent’anni: la storia è viva, ed è una storia fatta di visi amici, ma anche di giovani appassionati che per la prima volta s’imbattono nel mondo del Beppe Viola e ne rimangono affascinati. Eh si, perchè il Beppe Viola altro non è che la perfetta miscela di sport e spettacolo, di musica e colori, di solidarietà e fair play. E tutto sotto il patrocinio della Regione Lazio e Roma Capitale,  senza dimenticare il contributo dell’AICS, da sempre legata e al progetto Beppe Viola. Tutti gli ospiti a poco a poco si riversano nel complesso delle Terme di Caracalla pronti a dare il via al gran galà del Beppe Viola e tributare a patron Minichino l’elogio e la gratitudine per aver portato avanti ininterrottamente una creatura invidiabile pensata nel lontano ’84 e anno dopo anno arricchita e perfezionata meticolosamente.

Personaggi di alto profilo anche quest’anno che rappresentano la storia e l’essenza stessa di questo Premio. E com’è oramai tradizione la conduzione è affidata ad Ilario Di Giovambattista di Radio Radio, al suo fianco Alfredo Cocco annuncia solennemente le motivazioni degli ambiti premi e la bellezza mediterranea di Serena Di Ceglie, madrina del Beppe Viola.

Dunque la serata entra nel vivo, l’ora del gran galà è giunta e in diretta su Sky Sport e Radio Radio (in differita su Rete Oro) il sipario si alza: i premi, opera dell’artista Liliana Sargenti,  sono pronti per la consegna. Il maxischermo ripropone i momenti salienti delle passate edizioni. Raffaele Minichino è lì, osserva trent’anni di storia della sua creatura e si prepara a salire sul palcoscenico del Beppe Viola.

La serata tributa il primo riconoscimento ad  un presidente di un club leader nella cura e gestione del settore giovanile: Antonio Di Bisceglia, il patron della N.Tor Tre Teste, che quest’anno per la prima volta in Italia si aggiudica il triplete degli scudetti di categoria.

Il connubio di cultura e sport del Beppe Viola non poteva non riconoscere il lavoro di un dirigente dell’AICS, da sempre innamorato del Beppe Viola: Massimo Zibellini, vicepresidente del CONI Lazio. Non c’era migliore occasione dei trent’anni dell’evento per onorare la sua costanza e il suo impegno romano a favore dell’Associazione Cultura e Sport di cui è presidente nazionale l’on. Bruno Molea.

Il premio Beppe Viola è da sempre legato alla champions’ league dei giovanissimi, così al Frosinone di capitan Marco D’Aguanno, vincitore di una finalissima in cui ne fa le spese il Tor Sapienza, è consegnato il Trofeo Beppe Viola dalle mani del giovane Filippo Minichino, che presto raccoglierà la gestione della manifestazione sportiva.

E sempre in tema Frosinone giunge l’ora del successivo premiato. Anche questo è un volto amico del Beppe Viola, appassionato alla Top 11 di Manzi. Un’esperienza da calciatore, oggi messa a servizio della dirigenza sportiva del club frosinate cui lo legano anni di successi e soddisfazioni, non ultime le due vittorie al Beppe Viola: parliamo di Ernesto Salvini.

Per la categoria allenatori il Beppe Viola punta sulla Campania e pesca il nome di un ex calciatore romano: Carlo Perrone, il tecnico della Salernitana, reduce dal trionfo con 3 giornate di anticipo in Seconda Divisione e dalla vittoria in Supercoppa contro la Pro Patria. Un talento nato da Roma, cresciuto come allenatore prima a Viterbo, poi a Pescina ed oggi brillantemente riconfermato a Salerno.

E da terra partenopea la Commissione passa in zona Formello. Quest’anno un premio del tutto speciale non poteva non essere conferito al tecnico della Lazio Alberto Bollini, reduce da una stagione ai massimi livelli, degnamente conclusa con lo scudetto del campionato Primavera.

Ed ecco giungere uno dei momenti più attesi. Anche quest’anno il Beppe Viola è pronto a stringersi al nome di un grande calciatore. Come anni fa fu lo stesso Francesco Totti ad essere insignito del premio, quest’anno la Commissione ha individuato una nuova stella della Roma, la rivelazione della stagione giallorossa appena trascorsa: Alessandro Florenzi, classe ’91, nato nelle giovanili della Roma, si perfeziona nel Crotone, due anni fa l’esordio in serie A in Roma-Samp e nella nazionale azzurra contro la Francia.

Nella lunga schiera dei premiati del Beppe Viola di questi 30 anni ne mancava uno: un amico, un uomo del Cr Lazio, che ha arricchito il Comitato di idee coraggiose e innovative e che per il Beppe Viola ha sempre manifestato  apprezzamenti, condividendone lo stile e lo spirito: parliamo di  Nuccio Caridi, già presidente del settore giovanile e scolastico, ed oggi consigliere federale FIGC per l’area Centro della LND.

Per la categoria giornalisti la giuria di Melli si è concentrata quest’anno su due nomi di spicco: il primo è un volto della tv, noto ai telespettatori di Sky Sport che quotidianamente accompagna,  raccontando storie, cronache e aggiornamenti sull Inter di Moratti: Andrea Paventi. Il secondo, della carta stampata è il direttore del Corriere dello Sport Paolo De Paola, che sostituisce Vocalelli e già si è reso artefice di idee innovatrici che hanno impreziosito il suo giornale.

Ci avviamo verso l’appendice della serata quando viene pronunciato solennemente il nome di Giuseppe Marotta, il direttore generale, nonchè amministratore delegato della Juventus, campione d’Italia. Il suo arrivo a corso Ferraris, in coincidenza col dopo-Calciopoli, ha segnato l’arrivo entro le fila bianconere di calciatori come Quagliarella, Matri, Barzagli,  e successivamente Pirlo, Lichsteiner e Vucinic. Quest’anno ha riportato in casa Juve uno scudetto che mancava a Torino da ben 9 anni.

Il taglio della torta celebra i 30 anni di vita del Premio, una magia che continuerà ancora negli anni, che non smetterà di emozionare e che in serate suggestive come questa ci consentirà di guardare all’insù per cercare fra le stelle del Cielo il volto luminoso del maestro Beppe Viola.

 

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