Honey Soccer City, parla mister Teofani: “Girone complicato, ma noi abbiamo grande cuore”

Honey Soccer City, parla mister Teofani: “Girone complicato, ma noi abbiamo grande cuore”

La formazione Under 14 dell’Honey Soccer City, che ha cominciato il suo campionato da quattro giornate, è reduce da una sconfitta casalinga con i pari età del Giardinetti.

Nessun dramma, ci mancherebbe, il torneo è appena iniziato e mister Dario Teofani, esperto conoscitore di questo campionato, sa che i suoi ragazzi hanno notevoli margini di miglioramento.

La testa dunque è già proiettata verso la complicatissima sfida con la Dabliu New Team, capolista del torneo a braccetto con l’Accademia Calcio Roma.

Con il tecnico dei romani possiamo tracciare le linee guida ed i programmi a breve e medio termine della squadra.

 

Mister, come sta andando questo inizio di stagione?

È come lo avevate immaginato?

“La stagione tutto sommato sta andando bene, vista la qualità della nostra rosa e la difficoltà del Girone A.

Sinceramente ci aspettavamo meno punti di quelli che abbiamo adesso, quindi sono molto soddisfatto perché significa che stiamo facendo più del previsto.

Da questo punto di vista, direi che il pareggio esterno contro il Grifone e la vittoria in casa contro il Savio per 2-1 sono due grandi risultati e ci hanno trasmesso molta fiducia”.

Siete reduci dalla sconfitta interna contro il Giardinetti, cosa è andato storto?

“Diciamo che loro hanno, tra virgolette, dominato la partita.

Abbiamo subito due gol molto sfortunati, considerando che il primo è arrivato a causa di una deviazione fortuita di un nostro giocatore ed il secondo per un piccolo infortunio del nostro portiere, che però dopo si è rifatto con ottime parate.

In tutta onestà il Giardinetti si è dimostrato una squadra molto forte e superiore a noi.

Anzi, colgo l’occasione per far loro i complimenti, perché hanno meritato la vittoria.

Analizzando il cammino della mia squadra, però, posso essere soddisfatto perché i ragazzi hanno dimostrato di avere un cuore grande e fin qui nessuno ci ha mai schiacciato per merito del loro carattere”.

Lei conosce molto bene l’ambiente Honey, che aria si respira a livello societario?

“E’ un ambiente bellissimo, specialmente dopo due anni che per tutti a causa della pandemia sono stati molto complicati.

Abbiamo raggiunto risultati inaspettati con ben 230 bambini iscritti alla scuola calcio.

Il cuore pulsante di questa società parte proprio da lì.

Adesso aspettiamo solo di avere a disposizione una nostra struttura che possa essere la nostra dimora definitiva.

Ora come ora, programmare tutto in questo modo è davvero difficile, ma devo dire che ci sta riuscendo bene, visto che la mia squadra è formata per lo più da ragazzi che vengono dalla nostra scuola calcio e per me questo è un motivo di orgoglio”.

La prossima gara è contro una delle due battistrada del Girone A, ossia il Dabliu New Team.

Come state preparando questa delicata sfida?

“I ragazzi sanno che fare risultato contro il Dabliu sarà un’impresa.

Ovviamente, come sempre abbiamo fatto in queste prime quattro partite, ce la metteremo tutta per conquistare anche un solo punto.

Credo che i loro risultati parlino da soli, ma noi faremo del nostro meglio.

La partita la stiamo preparando per quelle che sono le caratteristiche principali dei componenti della nostra rosa.

Non mi baso mai sugli avversari.

Mi piace giocare a modo mio, senza mai snaturare il dna della squadra”.

Osservando la classifica, siete decimi ma il campionato è ancora tutto da scrivere.

Dove potete arrivare e qual è l’obbiettivo che vi siete prefissati?

“Quello che dico sempre ai ragazzi è pensare “step by step”, partita dopo partita.

Non nascondiamoci: il girone è complicato, anzi a mio avviso è il più difficile dei tre ed è molto equilibrato.

Facendo un esempio concreto, basti pensare che il Ladispoli è attualmente ultimo a zero punti.

Se si fosse trovato in un altro raggruppamento, sono convinto che non si sarebbe mai trovato in quella posizione.

Come ho già dichiarato ad inizio anno, è una sorta di Elite nell’Elite.

La nostra filosofia è sempre stata quello di costruire.

Stabilire delle retrocessioni quando gli atleti hanno solo tredici anni, secondo me, è una strategia folle.

I ragazzi sentono il peso di questa pressione sulle loro spalle e questo alla loro giovane età potrebbe essere dannoso.

Introdurrei anche un limite nel numero dei giocatori presenti nelle liste.

Esistono società che compongono rose di trenta giocatori e poi ne mandano dieci in tribuna, tutto ciò non è educativo né formativo.

Parlando infine del nostro obbiettivo è senza dubbio la salvezza, ma non per questo saremo la cenerentola del campionato”.

 

A cura di Edoardo D’Angelo