HERCULES-MANCONE: E’ FATTA! IL TECNICO: “EL SACRIFICIO NO SE NEGOCIA”

HERCULES-MANCONE: E’ FATTA! IL TECNICO: “EL SACRIFICIO NO SE NEGOCIA”

L’indiscrezione era trapelata fin dai giorni immediatamente successivi alla fine della stagione agonistica, ma per farle assumere i crismi dell’ufficialità sono serviti tempo e pazienza.

Ora possiamo annunciarlo con forza e, permettetecelo, con un pizzico di orgoglio perchè riguarda uno dei nostri ragazzi.

Uno vero, in gamba e serio.

Uno che masticando polvere e spesso pagnotte durissime avrà adesso l’opportunità di relazionarsi con il calcio vero, quello per intenderci con la C maiuscola.

Davide Mancone ha infatti raggiunto l’accordo con l’Hercules Alicante e tra un paio di settimane sarà collaboratore tecnico del club biancoblu.

Comincerà la sua avventura relazionandosi con il tecnico designato alla guida della “Juvenil A” del club (l’ex Atletico Madrid, Esteban Quintas), ma non è escluso che in seguito possa passare ad altro incarico in seno alla società.

Un’avventura elettrizzante, insomma, e che partirà ufficialmente il 30 luglio con il raduno che si svolgerà nella splendida ciudad deportiva di Alicante.

A poche ore dalla sospirata firma, abbiamo intercettato il giovane tecnico ciociaro.

 

Mancone, com’è nata la possibilità di entrare in orbita-Hercules?

“Tutto è cominciato attraverso l’interessamento di un amico, Mario, che ha fatto il mio nome a Morris Pagniello (fondatore della GISS, una delle più qualificate accademie calcistiche d’Europa, ndr).

Ho sostenuto un provino, gestendo una seduta di allenamento, e gli sono piaciuto, così ha ritenuto di darmi questa opportunità”.

Nelle scorse settimane lei ha già avuto modo di visitare Alicante.

Qual è stato l’impatto?

“In un contesto simile è facile essere disorientati ed è complicato cogliere tutti i particolari, le sfumature…

Ho avuto la stessa sensazione che prova un bimbo in un negozio di caramelle.

Posso dire che ho trovato fantastica la cittadella sportiva.

E’ degna di un club di grande livello.

Ho notato una spiccata professionalità, l’accoglienza nei miei confronti è stata impeccabile”.

Sarà solo in questa avventura spagnola?

“No, con me ci sarà Fabio Recchia.

Lui sarà il mio uomo di fiducia nel club e questo non sarà un dettaglio di poco conto.

Fabio è un valido portiere, ma è soprattutto una persona di cui mi fido.

La sua presenza è stata la mia unica richiesta alla società e sono contento che sia stata accolta”.

Che tipo di calcio lascia e quale si aspetta di trovare?

“Ritengo di aver svolto un buon lavoro a Roccasecca, portando a compimento un progetto tecnico valido.

Con il Roccasecca ho collaborato per dieci anni, occupandomi prima del settore giovanile e poi della prima squadra.

Credo che i risultati si siano visti, dal momento che attualmente la società dispone di una prima squadra in Eccellenza e di tre formazioni giovanili nei campionati regionali.

Nonostante tutto ciò che abbiamo raggiunto, non ho ricevuto una sola offerta da altri club all’indomani del mio divorzio dal Roccasecca e questo mi induce a pensare che, tutto sommato, non mi lascio granchè alle spalle.

Poco male, adesso avrò la possibilità di relazionarmi con persone che di calcio possono parlare a pieno titolo…”.

Quale bilancio stila al termine della sua esperienza roccaseccana?

“Tutto ciò che è storia fa bagaglio.

Con il Roccasecca abbiamo fatto scoperte ed esperienze ed insieme siamo cresciuti.

Poi però resta quell’amarezza dettata dal fatto di non aver ricevuto neppure una lettera di commiato da parte della società, anzi di averne letta una di censura in risposto alle righe che avevo scritto alla fine del campionato.

In aggiunta a questo, resta anche il rammarico di aver visto spesso un ambiente ostile e freddo intorno a me ed alla squadra ed uno stadio semi-deserto nonostante fossimo in Eccellenza.

Cose che hanno segnato il rapporto, ma che mi hanno pure aiutato a crescere.

Tutto ciò che è stato fatto in questi anni lo terrò comunque sempre per me”.

Cosa spera di ottenere da questa esperienza iberica?

“Sono ambizioso, non lo nego.

Mi auguro di guadagnarmi un posto al sole e di restare anche in futuro a certi livelli.

L’idea di lavorare in un settore giovanile spagnolo mi ingolosisce molto”.

La dirigenza dell’Hercules le ha fatto delle richieste particolari?

“Mi hanno chiesto semplicemente di dimostrare quanto valgo ed io cercherò di ripagare pienamente la loro fiducia”.

Quanto la gratifica sapere che un club emanazione del Paese che negli ultimi dieci anni ha vinto più di tutti abbia puntato su un allenatore italiano come lei?

“E’ bello sapere che in Spagna il prossimo anno lavoreranno due tecnici italiani, anche se uno qualche coppa di quelle che contano l’ha alzata ed io ancora no (ride…).

Scherzi a parte, per me si tratta davvero di un bel salto, anche se mi ripaga di tanti sacrifici fatti negli anni.

Forse potrò trasmettere ai ragazzi la “garra”, ossia quella cattiveria agonistica, quella fame che probabilmente i dirigenti hanno pensato che un allenatore italiano potesse inculcare nella squadra”.

Nello specifico il suo ruolo quale sarà?

“Sarò un tecnico a disposizione della società.

Comincerò affiancando il tecnico della Juvenil A, Quintas, ma in seguito potrei anche passare ad altro incarico”.

Facciamo chiarezza: la Juvenil A non è la seconda squadra del club.

“Esatto.

Si tratta di una formazione Primavera con regole UEFA”.

Quando comincerete?

“Il raduno è fissato per il 30 luglio.

Il ritiro si svolgerà in sede ed il campionato avrà inizio la prima settimana di settembre”.

Con lo spagnolo come va?

“Bene, sono laureato in Lingue e ne parlo correntemente quattro.

Questo è uno dei motivi per cui questa opportunità è stata affidata a me”.

Può regalarne un assaggio ai lettori di sportinoro.com?

“Farò di più: vi svelerò uno stralcio di quello che potrebbe essere il mio discorso di presentazione alla squadra”.

Prego.

“Yo no soy un turista.

El sacrificio no se negocia”.

Mi sembra di aver già sentito qualcosa di simile.

“Simeone è un tecnico che stimo molto”.

Quando ha saputo di questa trattativa, la sua famiglia che imput le ha lanciato?

“Mi ha incoraggiato anche nei momenti più duri.

Le trattative a certi livelli non sono semplicissime e c’è voluta davvero molta pazienza.

Le maggiori perplessità forse le ha avute la mia compagna, Simona, ma alla fine anche lei mi ha sostenuto.

Ringrazio tutti, in particolare mio padre, mio cugino Roberto, che da sempre è il mio primo tifoso, e chiaramente Morris Pagniello.

Lui ha avuto immediata fiducia in me e questo non capita di frequente”.