Guida con l’Anzio nel destino: “Qui mi sento appagato e realizzato. Oggi vorrei allenare Antonelli e Fioravanti”

Guida con l’Anzio nel destino: “Qui mi sento appagato e realizzato. Oggi vorrei allenare Antonelli e Fioravanti”

Impossibilitato a scendere in campo nei primi due turni del 2022 a causa dei rinvii dei match con Sporting Ariccia ed Indomita Pomezia, come tutti l’Anzio attende di sapere dagli organi competenti quando potrà riprendere il proprio percorso nel Girone B di Eccellenza.

I neroniani sono stati artefici di un ottimo campionato.

Pur distanti dall’implacabile Tivoli, i biancazzurri si sono costruiti un ruolo di grande importanza nel torneo ed il secondo posto, costruito grazie ad un bottino di dieci vittorie su quindici tentativi complessivi, rappresenta un segnale inequivocabile della bontà del lavoro di squadra e società nel progettare l’attuale stagione.

Lo sa bene Mario Guida (nella foto di Matteo Ferri, ndr), che per tantissimi anni è stato baluardo e trascinatore in campo, oltre che capitano e leader imprescindibile nello spogliatoio.

Smessi i panni del calciatore all’indomani dell’ennesimo alloro colto nella stagione 2015/16, Guida ha cominciato prima da tecnico e dirigente nel settore giovanile, prima di assumere l’incarico di allenatore della prima squadra, venendo subito apprezzato per le sue capacità.

 

Quale aggettivo utilizzeresti fin qui per definire il campionato dell’Anzio?

“Diciamo inaspettato, anche se comunque per carattere sono una persona che di solito non si pone limiti.

Però, dico anche che, a bocce ferme, nessuno si sarebbe aspettato che potessimo fare un cammino del genere.

Tolta la Tivoli, i punti conquistati fin qui ci avrebbero permesso di essere primi negli altri gironi, quindi mi ritengo molto soddisfatto”.

Siete la squadra che fin qui è stata più vicina di tutte a battere la capolista.

Per te sono davvero fuori categoria gli amarantoblu o fanno bene coloro che definiscono meno competitivo degli altri due il vostro raggruppamento?

 “Voglio fare una premessa: questo girone rappresenta la categoria di Eccellenza e quindi ritengo che tutte le squadre che lo compongono siano attrezzate per farne parte.

Onestamente non credo ci siano tutte queste differenze con gli altri due tornei.

Da uomo di sport, non posso non rivolgere i miei personali complimenti alla Tivoli che sta facendo un campionato, che nei prossimi venti o trent’anni difficilmente potrà essere eguagliato.

Dunque, onore a loro, a mister Pascucci ed al mio amico direttore Pagliaroli.

Comunque fino a questo momento noi siamo l’unica avversaria con cui non hanno raccolto l’intera posta in palio e di questo ne siamo orgogliosi”.

Ad oggi, prendendo in esame le zone nobili della classifica, sembra che si possa lottare solo per il secondo posto.

Secondo te, è un affare che riguarda solo voi e la Luiss o possono ancora inserirsi altre squadre?

“Secondo me no.

Tutti sappiamo che il girone di ritorno è sempre un altro campionato e tante squadre si sono rinforzate.

Non sarà facile andare a conquistare punti sui campi delle squadre in lotta per la salvezza.

Personalmente considero possibile che possano dire la loro anche squadre come l’Atletico Lodigiani, che mi ha fatto un’ottima impressione, come il Villalba Ocres Moca o la stessa Pro Calcio Tor Sapienza”.

Sei ad Anzio da tantissimi anni ormai.

Te lo ricordi il tuo primo giorno al Bruschini e la prima volta che ti sei trovato di fronte il Presidente Rizzaro?

“Sono cresciuto nel settore giovanile dell’Anzio ed ho avuto la fortuna di fare il mio esordio con la prima squadra a sedici anni grazie a mister Gianfranco Ricci, che mi fece giocare l’intero secondo tempo dell’ultima gara di campionato contro l’Almas, subentrando ad una vera gloria di questa società come il capitano Santostasi.

Col senno di poi, è stato un segno del destino.

Franco Rizzaro lo conoscevo fin da piccolo, perché in quegli anni era il presidente del settore giovanile e conosceva me e tutti gli altri ragazzi del vivaio.

Io credo che abbia sempre messo al primo posto la valorizzazione dei prodotti locali”.

Mario, tu sei senza dubbio una delle ultime bandiere rimaste nel calcio laziale e quei colori li hai tatuati sulla pelle.

Cosa rappresenta l’Anzio per te?

“Questa è la mia seconda famiglia.

Non è retorica, ma ogni volta che entro in campo mi emoziono come il primo giorno.

Non so come spiegarlo, ma in questo club io mi sento appagato e pienamente realizzato.

Potrei lasciarlo solo se ricevessi una chiamata dal professionismo, realizzando così il sogno che avevo da ragazzo”.

Ti stai dimostrando un tecnico bravo e preparato e già nella passata stagione la squadra aveva destato un’ottima impressione nel corso del mini-torneo.

Che genere di profili avete cercato tu e la società per migliorare la rosa?

“Il campionato scorso ha rappresentato una sorta di spartiacque per noi.

Insieme al direttore Guido Zenga abbiamo capito di avere in mano un ottimo gruppo, fatto di giocatori che, pur essendo dilettanti, si comportavano da professionisti.

Probabilmente però ci mancava un numero 9 con certe caratteristiche e crediamo di averlo trovato in Di Curzio ci ha permesso di compiere un ulteriore salto di qualità.

Mi piace però sottolineare la grande compattezza di questa squadra: ho la fortuna di avere a disposizione 18/20 elementi tutti bravi ed all’altezza della situazione”.

Ad Anzio, si sa, nel corso degli anni sono transitati tutti i giocatori più importanti del nostro calcio.

Se potessi far ringiovanire uno dei numerosi compagni di squadra formidabili che hai avuto in passato per averlo oggi alle tue dipendenze, quale sceglieresti e perché?

“Ne potrei elencare tantissimi.

Come affetto che nutro nei suoi confronti e per il grandissimo realizzatore che è stato, dico che per me Stefano Antonelli non ha avuto eguali nel Lazio.

Un altro che oggi allenerei volentieri è Alessandro Fioravanti, un giocatore fantastico.

L’ho sempre considerato sprecato per queste categorie, ma lui forse non aveva ambizione di fare un percorso diverso”.

E tra gli allenatori avuti in passato qual è stato quello con cui hai avuto il feeling migliore?

“Sono stato fortunato ad essere allenato da grandissimi tecnici e mi ha fatto enormemente piacere che qualche giorno fa, in occasione del mio compleanno, molti di loro mi abbiano scritto messaggi affettuosi, perché vuol dire che il rapporto è stato sincero e fatto di rispetto reciproco.

Tra i tanti mister ho avuto gente come Solimina, Caputo, pernarella, D’Este, Lanzi, Venturi e di ciascuno di loro, pur avendo anche qualche scontro in alcune occasioni, conservo un ricordo affettuoso.

Forse quello che ha saputo darmi di più, anche alla luce del suo percorso nel professionismo, è stato Roberto Chiappara, ma con tutti ho avuto e mantengo uno splendido rapporto”.

Il sogno nel cassetto di Mario Guida per il 2022 è…?

“Vorrei riportare l’Anzio in Serie D.

Arrivarci attraverso il primo posto è impossibile, ma centrare il secondo posto rappresenterebbe davvero un grandissimo traguardo.

Ci proveremo con tutte le nostre forze”.