GIOVANISSIMI ELITE. BELARDO: “DELLA ROMULEA MI HA CONVINTO IL PROGETTO. CON LA LODIGIANI E’ STATO UN TRAMPOLINO DI LANCIO”

A cura di Cristiano Amalfitano

Dalle parti di San Giovanni, e più precisamente in quel di via Farsalo, qualcosa deve essere cambiato per davvero. I Giovanissimi guidati da Roberto Belardo non solo sono reduci da cinque vittorie consecutive, ma domenica hanno imposto la propria legge sul campo della Lodigiani, una delle pretendenti al titolo: “loro sono una squadra importante, forse hanno trovato delle difficoltà che non si aspettavano. Noi abbiamo tenuto bene il campo, anche se ancora dobbiamo migliorare sulla qualità e sulla velocità della manovra”.

Queste sono le prime parole del tecnico Roberto Belardo, che dopo l’addio al Savio in estate, ha preso i Giovanissimi della Romluea, reduci da due sconfitte in altrettante gare di campionato, con zero gol fatti e ben 6 subiti. Con lui sulla panchina amaranto-oro sono arrivate solo vittorie, e anche le voci gol realizzati/gol subiti hanno visto un netto miglioramento: “nelle ultime gare abbiamo preso gol solo su palla inattiva, eccezion fatta per quello subito domenica contro la Lodigiani. I ragazzi stanno lavorando molto bene e si impegnano. Sinceramente non so se con il mio arrivo ci sia stato uno sblocco a livello mentale – continua il tecnico -, so solo che però ero contento di affrontare la Lodigiani, per capire a che punto siamo. Tolti i primi 20’ nei quali abbiamo sofferto un po’, i ragazzi hanno reagito. Per ora mi prendo per buono il risultato, ma sappiamo di dover migliorare ancora. Senza preparazione e amichevoli abbiamo dovuto correre per trovare delle soluzioni. Adesso, vista la classifica, possiamo lavorare con maggiore tranquillità”.

Dopo l’addio al Savio, Roberto Belardo era il tecnico con maggior pedigree senza una squadra. Nel giro di pochissimi giorni si sono liberate due panchine importanti, e sempre per la categoria Giovanissimi: ”non nascondo il fatto che dopo che sono andato via dal Savio diverse squadre mi abbiano cercato. Io però ho scelto la Romulea perché non solo è stata la prima a cercarmi, ma perché mi ha convinto il progetto. A me piace far parte di un progetto. Ho parlato con Nicola Vilella e mi ha convinto del progetto-Romulea. Molti ormai mi etichettano come un tecnico degli Allievi – prosegue RB -, ma in realtà io sono un tecnico di settore giovanile”.

In squadra c’è anche suo figlio Jacopo, di professione centrocampista. Belardo però ricaccia subito qualsiasi congettura: “nel calcio si fanno sempre pensieri un po’ strani. Se in squadra c’è mio figlio, non è un mio problema. Se la società ha deciso di affidarmi questa squadra, sapendo che c’era lui, evidentemente ha fatto le proprie valutazioni. Per me non esistono figli, ma giocatori. Mi sono sempre ritenuto una persona seria e valuto di volta in volta chi far giocare, scegliendo chi sta più in forma”.

Il campionato è molto equilibrato. Al momento il Tor di Quinto ha abbozzato una mini-fuga, ma la classifica resta molto corta: ”da quello che sentivo e dai tornei di inizio stagione, la Lodigiani è la squadra favorita e la nostra vittoria ha un po’ accorciato la classifica. Se dovessi giocare contro di loro altre 100 volte, non so come finirebbe. Hanno già affrontato il Tor di Quinto fuori casa, che è sempre una squadra ostica da incontrare e si conosce da anni. Il Carso ha da sempre creato buonissimi gruppi, mentre chi mi ha un po’ deluso in questo avvio di stagione è la Nuova Tor Tre Teste.

Domenica al campo “Roma” arriva l’Anziolavinio, attardata in classifica e con la concreta possibilità per gli amaranto-oro di trovare la sesta perla consecutiva. Belardo però non si fida: ”da tradizione, io perdo sempre punti contro le squadre che in classifica occupano uno degli ultimi posti. A livello Giovanissimi occorre considerare almeno un paio di variabili. La prima, bisogna sperare di non incappare in una giornata storta e la seconda – prosegue Belardo -, dipende dalla presenza o meno dei giocatori più importanti. Non parliamo di Allievi, dove già il carattere è in qualche modo formato, qui ci sono tante cose da considerare. Ieri ho parlato ai ragazzi. La Lodigiani deve essere un trampolino di lancio e non di arrivo. Se pensassimo questo saremmo fuori strada.”

Un ultimo pensiero non può non andare al Savio e al suo improvviso addio: “tra me e Paolo Fiorentini c’è un rapporto bellissimo, che va anche a di là de calcio. Io al Savio ho lavorato benissimo e se non ci si trova bene in un posto, non si ottengono certi risultati. Lui sa bene perché sono andato via, ma la stima nei suoi confronti è talmente tanta, che chiedo sempre i risultati delle squadre del Savio. Purtroppo non c’era più unità di intenti, ma non vedo loro di riabbraccialo”.