Giardinetti, Puro: “Vogliamo tornare a respirare libertà e divertimento”

Giardinetti, Puro: “Vogliamo tornare a respirare libertà e divertimento”

A cura di Matteo Lanzi

Si dice spesso che tra allenare una squadra di calcio agonistica e fare l’istruttore nei settori di base ci sia una differenza abissale. Non c’è verità più grande di questa, almeno così pensa Pino Puro, tecnico di due gruppi Primi Calci nel Giardinetti. Mister Puro ci spiega che in queste fasce d’età “l’allenatore non è altro che una guida, a volte confusa addirittura con la maestra dell’asilo, perché non siamo nient’altro che le prime persone che provano a farli uscire dal nucleo familiare, provando ad accompagnarli alla scoperta di uno spicchio di mondo, in questo caso quello calcistico, anche se ancora non si parla di calcio”.

Come prosegue l’attività dei suoi gruppi in questi mesi così difficili?

Si fa quel che si può. Io guido il gruppo dei 2012 e dei 2013, stiamo portando avanti attività individuali, rispettando il distanziamento e tutte le norme sanitarie imposte dai DPCM. Il contatto è assolutamente evitato, anche se questo sicuramente non piace ai bambini, i quali ovviamente ci chiedono in continuazione di fare la partitella, trovando i nostri ovvi e, non sempre facili, rifiuti”.

In questa fascia d’età che danni può creare una situazione del genere?

Su questo siamo abbastanza fortunati: i bambini che alleno sono generalmente al primo approccio col mondo dello sport, molti di loro non hanno quasi mai fatto attività fisica prima, quindi non c’è un bagaglio acquisito che si rischia di perdere. La nostra attività è incentrata sull’aspetto ludico-motorio, coordinativo: cerchiamo di insegnare al bambino come si calcia, come si corre, come si salta, come si coordinano insieme arti inferiori e superiori. Il nostro è un lavoro di fino prettamente psicologico: dobbiamo capire come far integrare tutti nel gruppo, rispettando le diversità caratteriali di ognuno di loro, senza mai alzare la voce. Per loro è importante staccarsi dal nucleo familiare e imparare a stare in campo, è una semina i cui frutti si raccolgono solo diversi anni dopo”.

A Giardinetti c’è grande attenzione per la scuola calcio.

Pratico questa passione da più di 20 anni e da circa 12 sono a Giardinetti: posso dire con tranquillità che raramente ho incontrato un ambiente come questo. Con il Presidente Ranieri, con la dirigenza, con gli altri istruttori non c’è mai stato nessun tipo di problema, ho sempre sentito la fiducia piena da parte di tutti, avendo carta bianca su ogni aspetto del mio operato. Si lavora con serenità, è una piccola isola felice. Noi in campo siamo degli educatori, cerchiamo di far capire che il calcio è disciplina, rispetto: sono queste le basi per chi in futuro vorrà proseguire questo sport”.

Qual è il suo augurio per il 2021?

Che si ritorni alla normalità, non tanto per me ma soprattutto per i miei bambini. Voglio tornare a respirare libertà, la libertà di divertirsi”.