FRANCESCO IPPOLITI, UN ANNO DOPO: ‘IL BEPPE VIOLA NON SI DIMENTICA, DALLA LODIGIANI AL SAVIO: VI SPIEGO’

FRANCESCO IPPOLITI, UN ANNO DOPO: ‘IL BEPPE VIOLA NON SI DIMENTICA, DALLA LODIGIANI AL SAVIO: VI SPIEGO’

Intervistiamo Francesco Ippoliti, giovane talento premiato l’anno scorso come miglior giocatore del 29° Beppe Viola, che si è trasferito dalla Lodigiani al Savio: ci racconta le emozioni dell’aver ricevuto il premio, alcuni aneddoti sul passato, sul presente e su alcuni allenatori avuti nella sua fin qui giovane carriera

a cura di VALERIO D’EPIFANIO in collaborazione con MASSIMO CONFORTINI

Partiamo parlando del Beppe Viola perchè tu l’anno scorso durante la 29^ edizione sei stato premiato come miglior giocatore di quella che viene definita la Champions League del calcio giovanile: che emozioni hai provato in quel momento e cosa provi ora che ci ripensi a quasi un anno di distanza?

A dire la verità è stato un premio inaspettato, perché ho incontrato avversari molto validi e inoltre provenivo da un gruppo dove c’erano tanti bravi giocatori. In quel momento ho provato una forte emozione difficile da spiegare e sempre viva però nella mia mente.

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Una piccola curiosità: sul tuo profilo Facebook hai lasciato come immagine del profilo proprio l’immagine del momento in cui Raffaele Minichino (organizzatore del Torneo Beppe Viola) ti premiava e domenica sarai ospite nei nostri studi. Quanto é stato importante per te vincere un premio simile?

Per me è stato molto importante, è stato un riconoscimento a cui molti ragazzi della mia età aspirano. Vorrei precisare che questo premio non è punto di arrivo ma un trampolino di lancio per me.

Escludendo per un attimo il momento del premio, quale ricordo hai maggiormente impresso nella tua mente del Torneo Beppe Viola? Un aneddoto, un gol, un episodio particolare…

La partita Lodigiani-Tor di Quinto: dopo il nostro primo gol ho sentito dagli spalti qualcuno che urlava “forza Barcellona” invece che “forza Lodigiani” e questa cosa mi ha stupito molto. E’ una vicenda che ricorderò per sempre.

Lo scorso anno sei esploso sotto la guida di Bartoli, attualmente sei diretto da Sesena ma anche da Belardo che punta su di te e ti ha fatto esordire con gli Allievi Elite. Quali sono le differenze principali tra questi tre allenatori, e ci sono dei compiti particolari che ti richiedono?

Comincio con il dire che sono tre ottimi mister e tre ottime persone con cui ho un grande rapporto. Mister Bartoli sappiamo che predilige il gioco palla terra e veloce, mi chiedeva di impostare il gioco e di giocare veloce. Aggiungo che si tratta del mister a cui tengo di più perchè mi ha migliorato molto sotto tutti i punti di vista. Come mister Bartoli anche mister Sesena ama giocare a calcio anche se rispetto alla Lodigiani questa squadra è stata creata quest’anno mentre lì si portava avanti un progetto. Ho quasi gli stessi compiti anche in fase difensiva. Con mister Belardo ci ho giocato poco ma è, come si definisce lui stesso, uno zemaniano: preferisce che sbagli un passaggio in verticale piuttosto che fai un errore per tornare indietro.

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Le tue doti principali sono la tecnica individuale e la visione di gioco: dov’è invece che i tuoi tecnici ti rimproverano di più?

La cosa che maggiormente devo migliorare è la fase difensiva e l’uso del piede destro, essendo io un sinistro naturale. Tutti e tre i mister mi dicono di migliorare in queste due cose e magari essere un pizzico più veloce nell’impostazione.

Si parla molto bene del gruppo dei ’97 del Savio: la Roma di Rubinacci sembra imprendibile, ma un pensierino alla finale regionale lo state facendo?

Si dice che questo a livello regionale sia il campionato più difficile. Quasi tutte le squadre sono alla pari ed ogni sabato è uno scontro diretto. Noi dobbiamo confermarci sempre e restare con i piedi per terra e vedendo la partita che abbiamo fatto con la Roma sognare non costa nulla…

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Sei un centrocampista che, come si dice, da del tu al pallone. A livello tecnico con chi ti trovi meglio dei tuoi compagni di squadra?

A livello tecnico mi intendo con tutti, se però devo dire un compagno con cui mi trovo particolarmente bene è il mio compagno di reparto Fois che a livello tecnico parla la mia stessa lingua.

Ti sei trasferito al Savio in questa stagione. Come è andato l’ambientamento in un gruppo dove sei stato uno dei pochi “nuovi”?

Da subito mi sono trovato benissimo con l’ambiente dai miei compagni alla dirigenza. Nello spogliatoio mi piace molto scherzare con i compagni e con alcuni il nostro rapporto continua fuori dall’ambiente calcistico.

Ci vediamo domenica a “SPORT IN ORO” allora…

Va bene, a presto e buon lavoro…