Flaminia, il patron Bravini a 360°: “Abbiamo un progetto importante. Avellino? Sfida affascinante, ma non abbiamo paura”

Flaminia, il patron Bravini a 360°: “Abbiamo un progetto importante. Avellino? Sfida affascinante, ma non abbiamo paura”

Esattamente 11 mesi fa iniziava la sua avventura alla presidenza della Flaminia, dopo aver rilevato la pesante eredità dello storico patron Roberto Ciappici, al timone della società civitonica da ben 26 anni. Oggi Francesco Bravini può orgogliosamente dire di essere entrato nella storia del club, dopo una breve militanza anche da calciatore nel settore giovanile rossoblù e una lunga esperienza invece nel campo dell’industria della ceramica, essendo oltretutto il direttore marketing della Ceramica Flaminia, azienda leader nel settore nel territorio viterbese.

La Flaminia è giunta ormai all’11esimo anno consecutivo in Serie D, dopo la fusione del 2008 tra l’A.S. Sassacci e il Bassano Romano che ha ridato lustro alla storica società civitonica, al termine di un periodo di cinque anni di Eccellenza in cui aveva provato a tornare in D senza successo, e adesso il sogno del presidente Bravini è quello di riportare i rossoblù tra i professionisti, con l’ultima partecipazione al campionato di Serie C datata 1948.

Obiettivo assolutamente alla portata nel tempo, con il lavoro giornaliero costante della dirigenza rossoblù, capitanata oltre che dal presidente, anche dal direttore generale Massimo Petroni e dal direttore sportivo Luigi Coni, che si adoperano 365 giorni l’anno per mettere il nuovo tecnico Marco Schenardi nelle condizioni migliori di svolgere il proprio mestiere per il bene della Flaminia.

Alla vigilia del big match di domani che vedrà impegnati i rossoblù al Turiddu Madami contro la corazzata Avellino, abbiamo avuto il piacere di scambiare due chiacchiere col presidente rossoblù, Francesco Bravini.

Presidente, a quasi un anno dalla tua ascesa avvenuta il 23 novembre 2017, hai riportato la squadra al Madami dopo la parentesi a Carbognano e dopo aver avviato il progetto di valorizzazione dei giovani locali (anche con il progetto di collaborazione con la JFC Civita Castellana), hai avviato una grande campagna acquisti, con l’ultimo fiore all’occhiello Giovanni Abate. Qual è il bilancio della tua avventura alla presidenza della Flaminia finora?

“Assolutamente positivo, anche se devo dire pensavo fosse più facile. Da fuori sembra una passeggiata, ma invece c’è sempre tanto da fare. Qui a Civita Castellana era tutto da ricostruire, non solo la prima squadra: dal settore giovanile, allo stadio, passando per il rapporto con le istituzioni fino ad arrivare a quello con i tifosi. E’ senz’altro un lavoro faticoso, che richiede grande impegno, ma che ti dà al contempo grandissime soddisfazioni. Siamo a buon punto sotto tutti i punti di vista. Ci vogliono tanti sacrifici, ma si fanno con grande piacere per questa piazza.”

Lo scorso anno salvezza tranquilla con 12esimo posto e 41 punti. Quest’anno avvicendamento in panchina tra Pierluigi Vigna e il nuovo tecnico Marco Schenardi. Si può già provare ad alzare l’asticella?

“Quest’anno l’obiettivo che ci siamo prefissati è quello di fare un campionato di medio-alta classifica, senza fare voli pindarici. Personalmente oltre a voler disputare una stagione tranquilla, voglio vedere la squadra giocare bene e perciò ho affidato la guida tecnica a Schenardi che ha sempre fatto giocare in maniera armonica tutte le squadre che ha allenato. Marco è un grande professionista ed è un allenatore che rispondeva ai nostri requisiti. Abbiamo cercato di mettergli a disposizione una rosa all’altezza delle sue richieste, e devo dire siamo partiti molto bene in fase di preparazione estiva. La squadra giocava bene, poi purtroppo siamo stati colpiti dalla sfortuna con l’infortunio di Ingretolli e le cose si sono un po’complicate. Avevamo lasciato qualche tassello scoperto, a dir la verità, che avevamo in programma di riempire a gennaio, ma chiaramente questo infortunio ha accelerato il processo di completamento della rosa e siamo intervenuti subito con un paio di tasselli, in particolare Giovanni Abate che è un giocatore fuori categoria e rappresenta per noi la ciliegina sulla torta. Il mio augurio è quello di divertirci e far divertire la gente che ci verrà a vedere.”

Stagione 2018/2019: avvio non facilissimo, poi la vittoria con l’Aprilia in Coppa e due successi consecutivi con Anzio e Anagni hanno ridato serenità ed energia a tutto l’ambiente. Domani gara affascinante e di altissimo livello con l’Avellino. Quali sono le tue sensazioni di fronte a questa partita e con che spirito la vivrai tu insieme alla squadra?

“La partenza in campionato non è stata positiva, nonostante le buone amichevoli disputate durante la preparazione. Abbiamo avuto qualche difficoltà anche a causa di nostri errori, come le troppe espulsioni, che sono sicuramente un elemento da migliorare. La vittoria in Coppa con l’Aprilia ci ha sicuramente sbloccato, sia mentalmente che fisicamente, ma aldilà di tutto credo che il problema delle prime partite fosse di natura psicologica e non fisico o tecnico-tattico. Contro l’Anzio abbiamo vinto e convinto, mentre con l’Anagni abbiamo portato a casa i tre punti senza brillare dal punto di vista del gioco, ma è comunque un fattore importante nonché prerogativa delle grandi squadre fare risultato anche senza giocare bene. Con l’Avellino è ovviamente una sfida affascinante e ci fa enorme piacere vedere una squadra così importante a Civita Castellana. Noi dal canto nostro cercheremo di mettercela tutta e di andare in campo per vincere. Rispettiamo gli irpini, ma non abbiamo assolutamente paura.”

Coppa Italia: 28 novembre ottavi di finale col Real Giulianova. Appuntamento storico. E’ un obiettivo reale della società la Coppa?

“Noi ce lo siamo detti sin dai preliminari che è un torneo che intendiamo onorare fino alla fine. Giochiamo in Coppa così come in campionato, senza farci influenzare dalla competizione che andiamo ad affrontare. Il mister schiera sempre l’11 migliore per vincere, senza mai fare calcoli. Il Real Giulianova è un avversario difficilissimo da affrontare, che ha fatto molto bene lo scorso anno e sta continuando a inanellare ottimi risultati. Guardiamo a questa gara con tanta attenzione, ma pensiamo con calma partita dopo partita. Domani c’è la prima battaglia di un lungo ciclo di gare che ci porterà all’appuntamento con gli abruzzesi, ma quel che è certo è che vogliamo provare ad andare avanti il più possibile in Coppa, perché già un passaggio ai quarti di finale sarebbe un risultato storico per noi.”

In chiusura, quali sono gli obiettivi della Flaminia Calcio a breve e lungo termine che ti sei preposto insieme al Direttore Generale, Massimo Petroni, e al Direttore Sportivo Luigi Coni?

“Il nostro è un progetto importante, ma che ha bisogno di tempo. A capo c’è l’azienda Ceramica Flaminia, che ha sempre fatto sport ad alto livello anche in altri ambiti come l’offshore e il ciclismo. L’obiettivo primario, aldilà dei risultati, è quello di applicare gli stessi criteri professionali che applichiamo nella gestione dell’azienda anche nella società Flaminia Calcio. Abbiamo l’opportunità di reperire risorse importanti nel nostro territorio e vogliamo proseguire con questa politica. Se ci capiterà di avere la possibilità di salire di categoria, non ce la lasceremo di certo sfuggire. Certo molto dipende anche dalle dinamiche federali, perché se si ripresentano situazioni come quella di quest’anno di ritrovarsi nello stesso girone con squadre come l’Avellino, ma anche in passato con Pistoiese, Ternana, Perugia e Siena, che non hanno nulla a che vedere con la Serie D per storia e blasone, il discorso si complica inevitabilmente. Noi dal canto nostro dobbiamo comunque proseguire nel percorso di crescita, senza avere la paura né tantomeno lo stress di salire subito di categoria, perché non ne abbiamo il motivo.”

 

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