ECCELLENZA, GELONESE: IL REAL POMEZIA PUO’ ANCORA STUPIRE…

ECCELLENZA, GELONESE: IL REAL POMEZIA PUO’ ANCORA STUPIRE…

Il centrocampista centrale del Real Pomezia mostra una maturità impressionante rispetto alla sua giovane età e ci racconta il suo essere calciatore dilettante in una prima stagione tra i “grandi” davvero da incorniciare, con tanto di gol nel 2-1 nella finale juniores vinta al recente torneo delle regioni 2013 con la selezione del CR Lazio di Giuliano Giannichedda contro la Lombardia

A cura di Giovanni Crocè

GELONESE REAL POMEZIA

Luca, inevitabile partire da uno dei gol più importanti della tua pur breve carriera, la staffilata contro la Lombardia in finale, giusto prima di Pasqua…

Non la dimenticherò facilmente neppure io, primo perchè è servita ad “aprire in due” l’incontro, ha spezzato l’equilibrio della partita, e poi perchè non sono uno che fa gol di professione, perciò altro che doppio, vale triplo per me. Ricordo che vidi il portiere avversario anticipato involontariamente dall’intervento di un difensore lombardo e allora, vedendo l’estremo difensore fuori dalla porta mi sono detto “proviamo!”…è andata bene, anche perchè era davvero un tiro da molto lontano. Ma anche senza un mio gol sono convinto che, essendo davvero i  più forti ce l’avremmo fatta lo stesso in qualche modo.

Mister Giuliano Giannichedda, uno che di centrocampisti di fatica se ne intende eccome, ti ha dipinto come il calciatore del Cr Lazio che più si avvicina al Giannichedda giocatore, che ne pensi?

Se lo dice lui allora non lo smentirò di certo anche perchè bene o male il lavoro è quello di dare protezione alla difesa e spezzare la manovra avversaria cercando di alzare il baricentro della squadra, un po’ quello che il mister Giannichedda faceva quando giocava, quindi è più che altro un onore. Corro tanto, ci metto molto fiato e ogni tanto cerco anche di fare gol come vedete, ma di sicuro posso fare di più, in ogni fondamentale. Se uno ha “maestri” come Giannichedda accelera soltanto la propria crescita

La cosa che vi ha aiutato maggiormente a vincere l’alloro juniores nel recente Torneo delle Regioni?

Ci siamo sempre stati con la testa ma dopo l’esordio con la Liguria, dove oltre al 2-2 finale che non ci lasciava certo felicissimi, il mister Giannichedda e anche il suo secondo Spogani ci hanno “richiamato all’ordine” per quanto riguarda la disciplina. Avevamo avuto in effetti qualche scaramuccia fisica e verbale in campo con i nostri coetanei liguri che non andavano troppo per il sottile, l’hanno messa anche sul piano fisico e noi abbiamo forse tenuto poco la calma, perdendo di vista che il nostro compito è vincere col gioco. Il discorso di Giannichedda fu più o meno questo e che non voleva più sentire mezza parola contro giocatori avversari o arbitro, perchè secondo lui perdevamo molto del nostro potenziale cadendo nelle provocazioni, e così è stato. Aveva ragione lui, e come avete potuto vedere anche dalla finale in diretta tv, non è più volata una mosca.

Chi è il tuo mito calcistico di riferimento?

Tralasciando Totti perchè lo direbbe qualunque tifoso romanista quale io sono, nel mio ruolo specifico il capitano del Liverpool Steven Gerrard secondo me ha ancora ora una marcia in più nel trascinare con l’esempio e la forza mentale il gruppo, e quanto lotta! Magari il Liverpool non mette in luce con i risultati il suo grande stile di gioco a centrocampo, ma è ancora un modello per tanti ragazzi e bambini, un vero leader silenzioso.

Sei tra i migliori anche con il Real Pomezia nel gruppo A di Eccellenza, sorpreso di un inserimento tanto buono?

Non sono l’unico a essere sorpreso ma ora mi sono stabilizzato nel mio ruolo di mezzala, anche perchè ho grandi compagni di squadra che mi spiegano tutto quel che serve e poi abbiamo un sogno promozione da inseguire in un modo o nell’altro. A mio modo di vedere forse solo il Santa Maria delle Mole, ma per le primissime posizioni, è forse irraggiungibile. Per il resto, noi del Real Pomezia se stiamo concentrati e rabbiosi, ce la giochiamo con il Fregene come con tutte le migliori. Certo, presi uno per uno quelli del Fregene sono straordinari, eppure anche noi siamo là, in zona, pronti a lottare.

Giocando in Eccellenza di sicuro qualche “collega di centrocampo” avversario ti avrà stupito, chi è secondo te il miglior mediano del campionato laziale?

In Eccellenza credo che uno come Gay del Fregene ci stia per scelta, non certo perchè non potrebbe fare di nuovo categorie superiori, è ancora più forte visto da vicino, e ve lo posso assicurare io che ci ho dovuto giocare contro, fortissimo. In squadra però ho un altro ottimo modello come Manganelli, il nostro fantasista classe 1990 ex Fidene. Qualche colpo provo a rubarglielo, ma lui è un numero 10 nato, e uno dei migliori con cui abbia mai giocato

La tua storia sportiva parte da Albano, dove hai fatto la scuola calcio e dove vivi, e poi?

Si esattamente, dopo Albano sono stato alla Vigor Perconti e poi due anni di allievi sperimentali ed elite al Tor di Quinto. Devo dire che i grandi maestri non mi sono certo mancati, basti pensare a Bellinati e il mitico Paolo Testa a Tor di Quinto, ho avuto il top tra gli allenatori, e anche adesso alla mia prima esperienza in un campionato senior, senza passare dalla Juniores, mister Punzi a Pomezia su di me titolare non ha mai avuto indugi, e lo devo ringraziare. Ai giovani se dai fiducia cambia la vita, eccome!

Testa è speciale per tutti ma dal tuo punto di vista quale era la sua qualità maggiore?

Non so come facesse, ma anche solo guardando la sua professionalità e la sua “calma sicurezza” ti veniva voglia di lottare per la maglia del Tor Di Quinto finchè non diventavi un rottame, finchè ne avevi stavi là a cercare di vincere la partita anche solo per renderlo orgoglioso, perchè vedevi che lui nel suo lavoro ci metteva l’anima e tu non volevi tradirlo o essere da meno. Ti tirava fuori tutto ciò che avevi da dare senza urlare di continuo, senza imprecare, ma sapeva come migliorare i ragazzi e farsi seguire con l’esempio, non con la rabbia. Come lui ancora non ne ho trovati mai, così umanamente unici.

Parlando della finale del Torneo delle regioni, è stata decisa dai gol tuoi e di Vittorio Attili, proprio due ex Tor di Quinto. Un caso?

Ovvio che no, perchè alla Vigor e al Tor di Quinto, parlo per me e per me parlano i risultati dei due club, un buon giovane può diventare un ottimo calciatore, vieni migliorato nove volte su dieci e forse al Tor di Quinto ho imparato il rigore tattico. Vittorio per me è sempre stato stratosferico, ha sempre la bava alla bocca quando corre eppure lo capisci guardandolo negli occhi e quando calcia o corre, non ha mai atteggiamenti fuori posto. Ma ha una cattiveria agonistica che secondo me è superiore a chiunque alla sua età, siamo entrambi del 1995 ma per me lui è stato “l’uomo del torneo” assieme a Bendia. Devono dargli il professionismo ad ogni costo, uno come lui deve entrare nel giro giusto. E basta.

Ricordi del recente torneo delle regioni 2013 vinto in sardegna. Fiore, e a destra, Gelonese in un momento di relax.
Ricordi del recente torneo delle regioni 2013 vinto in sardegna. Fiore, e a destra, Gelonese in un momento di relax.

E parlando di te? Quanto e cosa ti manca per ambire al professionismo?

Non so dirtelo, credo un po’ di tutto in ogni fondamentale, tattica, tecnica, fisico, concentrazione. Ma anche la fortuna di avere una chance, di rubare l’occhio nel momento giusto. Se riuscissi a entrare nel calcio professionistico poi potrei raccontarti che aria tira, per ora è soprattutto un sogno, ma se devo dirtelo, credo che potrei provare a dire la mia, mi piacerebbe.

Scuola e calcio….. per te un binomio fattibile?

Io sono al penultimo anno del liceo scientifico che frequento a Genzano e non sono mai stato bocciato anche con discreti voti, pur allenandomi sempre a Roma. Va bene così anche perchè io ho avuto dei buoni professori che hanno capito che non manco loro di rispetto e cerco di studiare sempre anche se le difficoltà nel profitto ci sono e sono tante. Anche se gioco da calciatore dilettante, per un ragazzo del 1995 le fatiche e le rinunce sono tante e diffuse, e all’inizio è una tortura perchè togli tanto tempo a te stesso e agli amici senza sapere come andrà a finire col calcio. Per fortuna i miei professori accettano che quella palla possa diventare ben più di una passione temporanea. Basta essere il più seri possibile anche a scuola. Ogni tanto riesce, ogni tanto no.

Capitolo ragazze….è vero che in Italia anche da calciatore dilettante, loro sono attratte dal ragazzo calciatore?

Magari adesso come adesso io non credo, siamo e sono ancora un dilettante seppur in Eccellenza e non siamo Beckham o Balotelli, però lo stereotipo del calciatore viaggia anche tra i banchi di scuola e anche alla mia età a volte ci concede una visibilità maggiore nei confronti delle ragazze. Loro vogliono dimostrare di non apprezzare il calcio ma posso assicurarvi che ne capiscono e lo seguono ben più di quanto diano a vedere.

Provini con una squadra professionistica mai fatti?

No mai, solo qualche maxi-raduno con Vigor e Tor di Quinto per società professionistiche ma un interesse singolo e diretto da parte di una squadra professionistica per il sottoscritto mai, finora. Ma finora non ero mai stato convocato neppure nel Cr Lazio, io non sono stato campione con gli Allievi. Eppure il saltare la Juniores e giocare bene da subito in Eccellenza mi ha fatto recuperare visibilità e mi ha permesso di prendere il treno per la selezione Juniores come uno dei volti nuovi. Quando la vita cambia lo fa in fretta e basta una scelta giusta per ridarti indietro tutto. Devo ringraziare il Pomezia per la vetrina offertami e mister Giannichedda per aver preferito me rispetto ad altri che magari avevano vinto coi ’95 il torneo delle Regioni l’anno scorso tra gli allievi.

Grazie Luca e in bocca al Lupo Per il Tuo Real Pomezia…

Grazie a te, a tutti gli appassionati di calcio, e alla redazione di Sportinoro!