DURISSIMO LIBERATI: “ORA VI SPIEGO IO IL FREGENE, LA QUESTIONE MORELLI, IL CASO ASSOGNA E L’ATLETICO ROMA”

DURISSIMO LIBERATI: “ORA VI SPIEGO IO IL FREGENE, LA QUESTIONE MORELLI, IL CASO ASSOGNA E L’ATLETICO ROMA”

Continua la “sfida” a distanza tra l’ex allenatore del Fregene Manolo Liberati e il dg della società Massimo Corinaldesi: precisazioni importanti quelle fornite da Liberati che ci tiene a dire la sua in merito ai tempi più caldi affrontati nell’intervista con Corinaldesi

 

a cura di VALERIO D’EPIFANIO

 

Buongiorno Manolo, l’intervista del dg del Fregene Corinaldesi ha rivelato alcuni particolari sulla tua gestione: come ti senti di commentare questa vicenda?

Le parole del direttore mi hanno lasciato sorpreso all’inizio e deluso successivamente. Come si dice in certi casi i panni sporchi si lavano in casa, ma visto che anche io ho qualche maglietta da lavare in piazza ne approfitto. Devo ringraziarlo però, perché sapere la sua idea solo adesso, dopo sei mesi dall’esonero e in maniera pubblica, e con la squadra al secondo posto in classifica, mi fa sentire lusingato. Sostiene che io sia un grande esperto di calcio ma che non ho un carattere semplice e allora vorrà dire che nel bene o nel male ho lasciato sicuramente il segno. Per quanto riguarda i giocatori che io non ho voluto dico che sono rimasto coerente al progetto iniziale approvato e concordato insieme a lui, non avrei potuto cambiare idea dopo appena tre settimane di lavoro dopo che lui stesso mi ha chiamato a Fregene dicendomi che voleva fare un calcio diverso improntato sul gioco e sull’organizzazione e che non avrebbe generato grossi esborsi e sacrifici a livello economico. La questione Morelli? Dai risultati che sta ottenendo non si discute e sicuramente è stato un errore non poterlo tesserare ma quando è venuto a parlare con Ciaccia noi, e cioè io e Corinaldesi, eravamo ancora ancorati al nostro progetto iniziale e ovviamente l’entusiasmo del presidente qualche perplessità me la generava ma Corinaldesi mi rassicuro’ dicendomi che avrebbe avuto le capacità di gestire lui stesso il presidente e di farmi continuare sulla mia strada.

 

Sappiamo che le operazioni di mercato non riguardavano solo Emanuele Morelli ma anche altri giocatori: di chi si è trattato?

Anche per Gamboni ,Guardabascio, Mammetti, Polverino, De Simone, Mastromattei e Giacomini ci sono stati dei contatti e sono tutti giocatori che io avrei voluto prendere ma non c’è stata la possibilità. Le mie perplessità con il tempo mi hanno dato ragione e come tutti sanno l’entusiasmo del presidente era diventato ingestibile sia per me ma soprattutto per Corinaldesi. A quel punto lo stesso Corinaldesi mi disse di provare a migliorare la squadra dal punto di vista individuale, infatti vennero presi giocatori del calibro di Cacciaglia e Simeoli. Il progetto prevedeva un discorso molto chiaro: se fossimo rimasti agganciati alla vetta fino a dicembre avremmo ulteriormente potenziato la squadra con l’arrivo di un attaccante di valore, ecco il perché del mio riferimento a Garat. Il tempo per fare tutto questo io pero non ce l’ho avuto purtroppo.

 

Si è parlato di gestione “zemaniana” della squadra: cosa si sente di rispondere Liberati?

Per quanto riguarda la gestione dei giocatori più esperti che non sopportavano la mia gestione “Zemaniana” approfitto ancora per ringraziare il direttore per l’accostamento, ricordo che a Nemi c’era gente del calibro di De luca, Parentela, Bogdanov, Aquilini, Zitarosa, Remiddi, Fabiani, tutta gente non più giovanissima che mettendosi a disposizione permise alla squadra di restare per tante settimane prima in classifica, ma forse lì la società faceva la differenza indicando ai giocatori che la strada per raggiungere il risultato era quella che proponevo io. Ricordo anche che in rosa a Fregene c’e’ ancora un giocatore di grossa personalità e tanta esperienza che ho portato io e che anche lui come tanti altri si è messo a disposizione e verderlo trascinare il gruppo nelle sedute atletiche e giocare a 3/4 campo con i piedi per uno di 38 anni é stato davvero gratificante per me. Tutto questo mi fa sorridere perché la società ad un certo punto della stagione lo ha anche messo in discussione non rendendosi conto che é tuttora il vero valore aggiunto della squadra risultando determinante e ovviamente stiamo parlando di Daniele Assogna. Lui insieme a Cardinali, Perelli e Bensaja sono state le mie più grandi soddisfazioni considerando che, tanto per fare un esempio, Cardinali ha dimostrato, essendo un centrocampista, di essere uno dei migliori difensori centrali della categoria. Invece Bensaja e Perelli, che sono due ’95, hanno fatto vedere fin da subito di essere giocatori importanti contro lo scetticismo generale dell’ambiente.

 

Come sappiamo c’è stato un divorzio con il Fregene e la programmazione iniziale nei tuoi confronti è cambiata: come ti senti di salutare la dirigenza?

Sono stato chiamato nel Fregene per costruire qualcosa di importante e che durasse nel tempo, adesso va di moda il Borussia Dortmund solo perché è in finale di Champions League ma sono convinto che dovremmo capire bene come si è arrivati a questo grande risultato. Tutto ciò è il frutto del lavoro di tanti anni, la storia dice 12 giocatori costruiti in casa o acquistati quando erano sconosciuti. Tutti i risultati generano delle conseguenze se si è lavorato bene e con pazienza e oculatezza ci saranno altri risultati mentre se si è lavorato senza programmazione e in modo scellerato ci saranno grandi fallimenti. Se si investe tanto sicuramente ci sarà la possibilità di raggiungere risultati già nell’immediato ma bisogna poi vedere che cosa potrà generare quella vittoria. Un esempio sfortunato che posso ricordare e’ l’Atletico Roma, la vecchia Lodigiani, una società che ha fornito al panorama calcistico italiano grandi talenti, su tutti Totti, Toni, Di Michele e tanti altri ancora e che adesso non esiste più purtroppo. Con questo concludo con il ringraziare sempre la società del Fregene calcio per la grande opportunità che mi ha dato.