Domenica va in scena Colleferro-Vicovaro: Scaricamazza e Solimina giocano per noi la sfida del Caslini

Domenica va in scena Colleferro-Vicovaro: Scaricamazza e Solimina giocano per noi la sfida del Caslini

Da quando Vicovaro e Colleferro si trovarono di fronte per il primo round stagionale, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia.

Da quell’ormai lontano 6 novembre, quando l’attuale seconda della classe (insieme al Certosa) espugnò il Tancredi Berenghi grazie alla doppietta di Oduamadi, molte cose sono cambiate, ivi comprese le guide tecniche delle formazioni dei presidenti Pierangelo Maugliani e Giorgio Coviello.

Su quella arancioverde non c’è più da qualche giorno Gianluca Lillo, che in settimana ha rassegnato le sue dimissioni, concludendo un ciclo che ha avuto comunque il merito di condurre i tiburtini nel massimo campionato regionale per la prima volta nella loro storia.

È già pronto a fare il suo esordio Claudio Solimina, il cui mandato è stato ufficializzato giusto due giorni fa.

Più datate le evoluzioni in casa rossonera, dove la separazione con Enrico Baiocco si è consumata a fine novembre e pochi giorni dopo Stefano Scaricamazza ne ha raccolto il testimone.

Alla vigilia di una gara, quella che andrà in scena all’Andrea Caslini fra tre giorni, che riveste un’importanza sostanziale per entrambe le contendenti e che vede il Colleferro alle prese con l’appassionante lotta per il secondo posto ed il Vicovaro a caccia di punti-salvezza, ci è parso opportuno sondare gli umori dei due allenatori.

 

QUI COLLEFERRO – PARLA STEFANO SCARICAMAZZA

 

 

Archiviata la fase delicata d’inizio 2023, il Colleferro sembra aver trovato ormai l’alchimia giusta per mettere in mostra le indubbie qualità del suo organico.

D’altronde, i numerosi protagonisti in maglia rossonera che hanno preso la parola nelle ultime settimane hanno puntato la propria attenzione principalmente su un aspetto: quando un gruppo viene innervato da numerosi ritocchi in corso d’opera, c’è bisogno di tempo per trovare i giusti equilibri.

Un lavoro paziente che sta producendo gli effetti desiderati, se è vero che da inizio febbraio Amici e compagni hanno raccolto lo stesso bottino del Sora dei record.

Le cinque vittorie di fila hanno permesso alla squadra di scavalcare il Gaeta e di agganciare al secondo posto il Certosa, producendosi in uno sprint che sta infiammando la passione dei tifosi.

Stefano Scaricamazza, approdato sulla panchina del club di patron Giorgio Coviello dopo una breve seconda esperienza su quella della Pfc, pur alle prese con il prestigioso corso che sta seguendo a Coverciano, è completamente assorbito nel progetto rossonero e sa che il torneo è ormai pienamente entrato nella sua fase decisiva.

 

Non posso non cominciare con il chiederti come procede il corso che stai seguendo a Coverciano per conseguire il patentino Uefa A.

“È senza dubbio un’esperienza formativa bella ed importante, perché ti dà modo di venire a contatto con colleghi provenienti da tutta l’Italia e di scambiare con loro idee e progetti.

Tutto questo ti apre la mente”.

Cinque vittorie consecutive: c’è voluto tempo per assemblare la squadra, ma adesso sembrate aver imboccato la strada giusta…

“Quando entri in una realtà del tutto nuova, specie se questa è una realtà che nutre grandi ambizioni, devi essere consapevole che le aspettative generali e le pressioni possono essere alte.

Chi fa calcio sa bene che per raggiungere degli obiettivi concreti occorre sempre tempo, anche se a volte magari riesci a colmare questo gap e con un pizzico di fortuna porti a casa il risultato in un modo o nell’altro.

Noi eravamo partiti bene, poi abbiamo vissuto un calo di tre settimane che in un ciclo di nove mesi è del tutto fisiologico, ma per noi è coinciso con un momento delicato in cui stavamo rincorrendo chi ci precedeva in classifica.

Mi piace sottolineare che in quel particolare frangente la società è stata brava a non caricarci di pressioni negative, ma ci ha costantemente fatto sentire la sua vicinanza.

In questo modo abbiamo potuto cambiare qualcosina e rimetterci sui binari giusti”.

Con alcuni dei tuoi calciatori hai già vissuto l’indimenticabile esperienza di Pomezia.

Trovi analogie rispetto allo scorso campionato?

“Il punto di contatto lo ravviso soprattutto nelle altissime ambizioni delle due società.

A Pomezia io ed i ragazzi che erano con me lo scorso anno abbiamo vissuto un’annata irripetibile.

Quest’anno abbiamo avviato questo percorso insieme da dicembre, in un momento in cui eravamo a nove punti dal secondo posto, e chiaramente lo sviluppo è stato diverso…”.

Come sottolineavi prima, alcune settimane fa avete attraversato un momento non semplice, ma siete stati bravi insieme alla società a compattarvi.

In queste settimane qual è l’aspetto relativo alla crescita che ti ha reso particolarmente fiero dei tuoi ragazzi?

“Sono dell’opinione che, quando un gruppo trova dentro di sé la forza per uscire da situazioni negative, vuol dire che è composto da professionisti.

I ragazzi mi hanno sempre dimostrato, con i fatti, grande spirito di sacrificio e costante voglia di lavorare, mettendosi a disposizione gli uni degli altri.

Chi mi conosce sa che queste sono prerogative fondamentali per me: se non dai tutto durante la settimana, difficilmente ti diverti la domenica…”.

Per i play-off la concorrenza è nutrita e qualificata.

Quale tra le rivali ti impensierisce di più?

“In questo specifico momento penso che Certosa e Città di Anagni siano quelle che attraversano il momento più positivo.

Io comunque non voglio sembrare scontato, ma dico che, se la mia squadra non abbassa l’attuale livello di dedizione e di voglia di lavorare, potremo toglierci grandi soddisfazioni.

Guai però a pensare che tutto ci sia dovuto, perché adesso viene la parte più difficile e ci vuole davvero poco a rovinare tutto ciò che si è fatto, se non si mantiene l’attuale umiltà.

Sarebbe un peccato vanificare i sacrifici di questi mesi”.

Una parola sul Sora, che ha appena guadagnato la promozione in Serie D.

Era impossibile tener testa ai bianconeri o nel Colleferro resta un latente rammarico per non aver raggiunto prima l’attuale grado di maturazione?

“Per prima cosa rivolgo i miei complimenti a mister Ciardi, alla società ed a tutti i giocatori, specialmente a quelli che conosco di persona.

Quando sono arrivato, il Sora aveva già un margine importante sulle inseguitrici, quindi è impossibile immaginare se gli scenari sarebbero stati diversi nel caso in cui fossimo partiti con le attuali rose ad agosto.

Quello che posso dire è che, quando ci siamo affrontati, abbiamo dato vita ad una partita bellissima e degna della categoria superiore.

Chi l’ha vista forse avrà pensato che il Colleferro potesse fare di più durante la stagione, ma io penso che, quando ti trovi di fronte ad una squadra che ad oggi vince ventiquattro partite consecutive, non puoi fare altro che battere le mani e darle merito”.

Mister, domenica arriva un Vicovaro, che ha appena cambiato guida tecnica ed anche per questo motivo può risultare doppiamente pericoloso.

Che gara ti aspetti?

“Saluto mister Solimina, ci siamo affrontati in più di una occasione da allenatori e da calciatore l’ho avuto anche in un’annata per me sfortunata a Civita Castellana, quando purtroppo mi ruppi il legamento crociato.

Sarà senza dubbio un match complicato, perché anche loro vanno a caccia di punti per il loro obiettivo.

Dovremo stare attenti, concentrati e lucidi in ogni momento della partita, provando a sfruttare le occasioni che riusciremo a creare.

Domenica scorsa a Monte San Biagio abbiamo conquistato una vittoria importante sotto molti aspetti, quindi ora non dobbiamo adagiarci, ma scendere in campo con la stessa fame”.

 

 

QUI VICOVARO – PARLA CLAUDIO SOLIMINA

 

 

Ha fatto rumore e, visti gli antichi e risaputi legami esistenti tra le parti non poteva essere altrimenti, la separazione tra il Vicovaro e mister Gianluca Lillo, consumatasi all’indomani della sconfitta casalinga con il Certosa.

A differenza delle dimissioni di qualche mese prima, respinte con forza dal club, in questo caso, seppur a malincuore, i vertici arancioverdi hanno accettato il passo indietro dell’allenatore e ventiquattro ore più tardi hanno consegnato la panchina ad un mostro sacro del nostro calcio.

Che Claudio Solimina manifestasse da tempo una febbrile impazienza di indossare nuovamente la tuta questo era apparso chiaro e manifesto.

D’altronde, lo confessò in maniera esplicita anche negli studi di “Sport in Oro” in una sua recente apparizione televisiva.

Facile comprendere come l’ex allenatore dell’UniPomezia conti i giorni che lo separano dal fischio d’inizio di domenica nonostante la sfida che lo attende si presenti irta di difficoltà.

 

Mister, inutile girarci intorno: la panchina ti mancava troppo.

Qual è lo stato d’animo predominante adesso?

“Dopo ventidue anni di onorata carriera da allenatore non mi emoziono più come un tempo.

Non posso però negare che la mancanza del campo cominciavo a sentirla.

Attenzione, non è che in questo periodo non abbia ricevuto offerte, anzi…”.

Qual è stata l’ultima?

“Sabato scorso Francesco Pistolesi mi ha chiamato per chiedermi di assumere la guida della Primavera della Viterbese.

Ci ho pensato, ma alla fine non me la sono sentita di mettermi al volante e farmi tutti quei chilometri settimana dopo settimana.

Se fossi stato più giovane, avrei accettato al volo.

Adesso non me la sento più di assumermi un impegno del genere”.

Alla fine ha fatto capolino Maurizio Proietti…

“Domenica pomeriggio mi ha fatto un colpo di telefono, poi si è rifatto vivo martedì, quando sono state accolte le dimissioni di mister Lillo.

Anche in questo caso ci ho pensato un po’, ma alla fine dentro di me è scattata quell’adrenalina che il calcio sa trasmettermi da sempre.

So che sarà una sfida impegnativa e che troveremo molte difficoltà lungo il percorso, ma faremo del nostro meglio per raggiungere l’obiettivo”.

Ieri hai diretto il tuo primo allenamento.

Come hai trovato la squadra?

“Ora come ora è difficile avere il quadro chiaro.

Il primo giorno i giocatori si mettono tutti in riga e li vedi belli vogliosi e carichi a mille, poi bisogna vedere come va il resto della settimana (ride)…”.

Spesso hai guidato squadre che avevano obiettivi diversi.

Cosa bisogna tirar fuori per raggiungere una salvezza in un campionato come questo?

“Io credo che questa rosa disponga di buone qualità.

Secondo me, deve avere lo stesso spirito battagliero che dimostrano i suoi tifosi e giocare con personalità e coraggio su tutti i campi”.

Domenica andrete a Colleferro per vedervela con una squadra decisamente in salute.

Come va affrontata una gara del genere?

“Il Colleferro dispone di individualità importanti ed ha grande entusiasmo.

Di sicuro tra noi e loro in questo momento sono loro che hanno più da perdere.

Noi comunque cercheremo di fare la nostra partita al massimo delle nostre capacità.

Sono convinto che uscire dal campo con la maglia inzuppata di sudore sia il primo passo per raggiungere i propri obiettivi”.

Colleferro, Luiss e Sora: il calendario non vi sarà particolarmente amico nelle prossime settimane.

Siete pronti a scendere nell’arena?

“Me lo auguro.

La squadra dovrà essere brava a metabolizzare in fretta la mia mentalità ed il mio carattere, poi a livello tattico la partita la si prepara.

Faremo del nostro meglio contro queste avversarie e tutto ciò che riusciremo a conquistare sarà tanto di guadagnato.

Le partite realmente decisive per noi saranno comunque gli scontri diretti delle giornate successive”.