DIRIX RELOADED #6 – SCACCO MATTO ALLE REGINE!

DIRIX RELOADED #6 – SCACCO MATTO ALLE REGINE!

Una storia di Eccellenza a cura di Andrea Dirix – Capitolo 6

 

 

Dopo una pausa di riflessione di una settimana, torna questa pletora di suggestioni domenicali.

Non un vero e proprio commento, come sa bene chi ha imparato a conoscerla.

Questo è solo un pastiche, un italian pie di considerazioni personali, a volte ironiche, spesso sbagliate, ma comunque ascrivibili in toto all’autore.

La responsabilità è solo di chi scrive e, tutt’al più, di chi gli chiede di farlo.

Prendetevela dunque con me, con le mie idee e con le mie mani dunque, se qualcosa non vi torna.

Non con i miei capelli, come ha fatto qualcuno, quelli sono sacri ed inviolabili.

Messaggio di sansone a tutti i filistei.

Facciamoci seri.

Notoriamente in campo non vanno le figurine, ma gli uomini con le loro motivazioni, il loro talento e la loro fame.

È un adagio che forse neppure Frate Indovino si sognerebbe di rammentare sul proprio calendario, tanto è trito.

Qualcuno, però, a volte lo dimentica.

Nessun problema, perché il campo non tarda a ricordarlo.

Nessuno si senta offeso o illuso, ma la lezione di ieri sembra proprio questa.

Prendete il Girone B, dove la Lupa Castelli Romani ha rischiato seriamente di prenderle ad Artena contro una squadra costata forse un terzo (e sono generoso) della capolista.

Il portierino Abbatini si è esaltato in più di una circostanza su Cianni e compagni, ancora avvelenati per l’eliminazione dalla coppa di quattro giorni prima.

I frascatani, freschi, riposati e senza tossine in esubero nelle pregiate gambe, probabilmente pensavano di fare un sol boccone della rumorosa marmaglia di Ciardi.

Invece i ragazzini terribili di via Marconi hanno nuovamente dato dimostrazione che la piazza d’onore che fieri esibiscono non è frutto di sporadici aiuti celesti, ma giusto tributo ad un avvio di stagione decisamente sopra le righe.

Bravo il tecnico e brava la società.

Unico neo la Juniores che tanto bene aveva fatto in precedenti annate ed ora vacilla paurosamente.

Non è andata meglio al Colleferro, che a Pomezia ha dovuto fare i conti con il cuore e la voglia di rivalsa dell’undici di Persia.

Baiocco ha onestamente riconosciuto i meriti degli avversari a fronte del pari scaturito, ma è in questo paradosso da media inglese che i rossoneri debbono crescere.

Va bene l’imbattibilità, dote comune anche a Lupa e Ceccano, ma rischiare di più lontano dalla propria dimora si può, si deve.

Il Colleferro ha giovani di valore e si stanno già mettendo in buona evidenza.

È un aspetto che tornerà buono con l’andar della stagione, ma intanto serve che i vecchi tirino la carretta e trascinino il gruppo alla ricerca di un maggior cinismo lontano dal Caslini.

Dalla selva delle occasioni buttate spunta la mossa vincente, lo scacco, alias Scacchetti.

Intervistato pochi giorni prima, l’attaccante romano ci aveva confessato la sua voglia di sentirsi protagonista nel prossimo futuro.

Il futuro è nelle mani di Dio, ma intanto il secondo posto, in regime di comunione dei beni con la Vis Artena, è del Lariano, trascinato dall’indiscutibile talento di un calciatore che a venticinque anni, non si sa per quale bizzarro disegno celeste o terreno, si trova ancora nel limbo di questo campionato.

Misteri della fede per chi ne ha ed anche per gli agnostici, avvistati in massa dalle parti del Golfo a sacramentare sulle sorti delle loro squadre del cuore.

Il Gaeta ha piena fiducia in Melchionna e la cosa è del tutto umana e più che accettabile.

Resta da chiarire, tuttavia, se pure i tifosi biancorossi ne nutrano ancora verso l’allenatore, la sua metodologia e gli uomini da lui scelti per affrontare questo campionato.

Nella beata attesa che qualcuno ce lo spieghi non attraverso alati comunicati, ma con elementi più concreti, il Gaeta continua a passare alla cassa: con quella di Roccasecca sono tre le sconfitte ed oltre due di media le reti raccolte in fondo al sacco.

Mancone, un ex, ringrazia e riporta a galla la barca dopo un paio di ondate fastidiose.

Calcagni ne fa tre e questo è importante perché riporta il sereno nel reparto offensivo dopo il noto infortunio di Medoro.

Il Formia se la passa anche peggio dei cugini gaetani, non solo per la fredda matematica, ma anche per i fiotti di bile che continuano ad uscire dall’ambiente.

Prima del match con il Ceccano, i calciatori hanno inscenato una protesta di un minuto contro la società, rea di non aver ancora provveduto al pagamento dei rimborsi.

Brutto segnale.

Dopo la partita, vinta dal dagli uomini di Farinelli, negli spogliatoi è andata in scena un’indegna gazzarra che ha portato al ricovero per malore dell’ex vicepresidente biancazzurro, Evangelista, ed alle successive dimissioni dell’ormai anche lui ex direttore generale Schettino.

Pessimo segnale.

Considerando che la Pro Cisterna versa in condizioni drammatiche, non si direbbe davvero un’annata da incorniciare, quella delle rappresentanti pontine.

L’unica capace di barcamenarsi, pur avendo subito settimane fa il cambio di conduzione tecnica, è il Borgo Podgora che, in effetti, pare aver tratto beneficio dalla classica sterzata.

Con quella sul Ciampino sono due le vittorie di fila della squadra affidata a Stravato.

Continua invece il periodaccio degli aeroportuali, che pagano forse un organico troppo “leggero” per la categoria e che domenica giocheranno un match da dentro o fuori con il Semprevisa, uscito brillantemente da un match insidioso con il Monte San Giovanni Campano.

Ulteriore tegola per i rossoblu: l’infortunio a Vulpiani jr.

Rottura del legamento crociato esterno del ginocchio destro.

Oggi visita presso lo studio del professor Campi per il talentuoso centrale che, ironia della sorte, ha subito il brutto infortunio domenica scorsa durante la gara casalinga con il Cecchina, quando riuscì pure a far gol.

Auguri di pronta guarigione.

Ed auguri di cuore anche agli amici di Cisterna, perché ad ora la situazione non si prospetta affatto rosea.

Lo 0-4 del Montorli scatenerà forse i titoli di coda sulla gestione-Venturi che pagherà (se pagherà) il disimpegno della proprietà.

Il derby è una di quelle parole che vanno assaporate lettera per lettera, quasi a fissarne l’ampiezza del significato.

Quello tra Cecchina ed Albalonga è stato per oltre un decennio uno dei capisaldi della categoria.

Di fatto, ora non esiste più ed è un peccato.

Quello sulla carta lo hanno vinto gli azzurri, in tutto superiori alla volenterosa formazione di Conte.

Zitta zitta e senza proclami, quella di Lauretti comincia ad affacciarsi in una zona di classifica interessante.

Non mi stupirei di ritrovare Trinca e compagni qualche gradino più su prima di Natale.

Nel Girone A si è consumato l’aggancio a quota 16 del Rieti ai danni della Viterbese Castrense.

Cinque vittorie ed un pari con annessa qualificazione agli ottavi di coppa per le due corazzate della categoria sono un biglietto da visita che da solo basta a chiarire il primo mese vissuto dalle squadre di Punzi e Solimina.

Non sono mancate le tensioni al primo, messo sulla graticola dopo l’unico pari sin qui prodotto, e non mancheranno i rodimenti al secondo dopo la remuntada ladispolana di domenica.

Entrambi sapevano che sarebbe stato impossibile chiudere a quota 102, ora dovranno digerirlo anche i sostenitori delle rispettive squadre.

Sabini e gialloblu sono chiaramente superiori alla media delle rivali, ma ogni campo ed ogni avversario possiedono caratteristiche specifiche in grado di creare qualche affanno al duo di testa.

Aspettiamoci qualche altro inciampo dell’una o dell’altra lungo il sentiero.

È umano.

La Nuova Sorianese ha qualche lacuna in avanti.

De Lucia è un valido attaccante, ma non è quell’Amassoka che il duo Torroni-Donninelli avrebbe fatto carte false per condurre all’ombra dei Monti Cimini.

Domenica la differenza tra rossoblu ed amarantocelesti è sembrata quasi tutta lì e forse non è un caso che ad oggi il miglior marcatore della squadra di Camillucci sia Andreoli, una mezz’ala, e che la squadra non segni da 180’ tondi tondi.

Dalle frenesie domenicali emerge la parolina magica: progetto.

Ne parlava in tv lo stimabile Manolo Liberati e la ribadiamo più modestamente anche noi da queste colonne.

Difficile trovarlo in questa categoria e chi l’ha costruito lo cura con dedizione.

È il caso del Villanova, orfano dello sfortunato Di Loreto che oggi andrà sotto i ferri per ridurre la frattura al malleolo (auguri) e che ieri l’altro ha strapazzato a domicilio un’Empolitana troppo brutta per essere vera.

La creatura della famiglia Armeni non nasce ieri ed ora comincia a raccogliere i frutti di un lavoro certosino.

Poi con un Meloni così è anche lecito sognare di chiudere con un piazzamento di prestigio.

È anche il caso del Ladispoli, squadra compatta come si dice in gergo, ma anche capace di eleganti divagazioni sul tema.

Merito del tenace Graniero e merito del duo Paris-Nista che nel tempo ha costruito una squadra in grado di giocarsela con orgoglio con chiunque.

Sono piovuti gol nel sesto turno d’andata e non solo sulla dura ed infida terra del Martini Marescotti.

Una grandinata arancione si è abbattuta sul Montecelio: la tripletta di Spaziani ha messo il punto esclamativo sulla seconda vittoria consecutiva del Futbolclub ed ha indotto i tiburtini a separarsi da Carelli.

Ora la patata bollente spetta a Salfa, che quanto a calcio dilettante non deve imparar nulla da nessuno in questa regione, ma di certo non ha doti sciamaniche.

Riuscirà a cavar il meglio dalla rosa a sua disposizione?

Il meglio lo ha tirato fuori Iannotti, doppietta per lui nella straripante vittoria del Grifone Monteverde ai danni del Città di Cerveteri, tornato alla realtà quotidiana dopo una settimana tra le nuvole del post-Sorianese.

La domanda che gira tra gli addetti è però sempre la stessa: che piega prenderanno gli eventi dopo la definitiva separazione delle due anime societarie in dicembre?

Non domande, ma convincenti risposte hanno avuto invece a Monterotondo, dove i due cuori eretini hanno battuto all’unisono.

Il campionato festeggia la prima in assoluto degli uomini di Sgherri e poco importa se a firmarla sia stato un difensore come Cavallaro.

Recrimina per la direzione di Notarangelo di Cassino il Civitavecchia e noi acquisiamo i brontolii.

Ed acquisiamo pure quelli del Fregene, lamentoso per via della decisione assunta a carico dell’autore della doppietta dei monterotondesi, Federici colpevole, a detta dei tirrenici, di una manata energica ai danni di uno dei loro, punita con una semplice ammonizione.

Ciò riceviamo e ciò vi proponiamo.

E le viterbesi?

Bene il Montefiascone, che rende amaro il ritorno a Fonte Nuova di Marco Rosa.

Benino Monterosi e Caninese, dove si celebrava invece il ritorno in sella di Sperduti.

Non sarà l’olio di Lorenzo, ma poco ci manca…

 

 

dirix.andrea@libero.it