Daniele Laureti e Atletico 2000 ai saluti: “Una storia di profonda passione per il calcio e non solo”

Daniele Laureti e Atletico 2000 ai saluti: “Una storia di profonda passione per il calcio e non solo”

Dopo 5 lunghi anni termina il rapporto tra Daniele Laureti e l’Atletico 2000.

Il tecnico romano lascia il sodalizio biancorosso dopo un quinquennio ricco di gioie, tante, e dolori, pochi.

Con Laureti abbiamo parlato di questo e del prossimo futuro, che sembrerebbe riservare grandi sorprese all’oramai ex tecnico di via di Centocelle.

Buonasera mister, partiamo dalle motivazioni del tuo addio all’Atletico 2000.

I motivi che mi hanno spinto a prendere questa decisione sono di natura familiarie/lavorativa, la mia attuale residenza è abbastanza lontana dal centro sportivo e non potevo fare altrimenti. La pandemia ha sicuramente pesato su questa scelta, ha stravolto tutte le dinamiche che in questi 5 anni si erano incastrate tra loro.

Inoltre, la nascita di mia figlia Sofia ha accentuato ancor di più quanto detto sopra.

Per concludere, un pizzico di ambizione personale ed il bisogno di nuovi stimoli hanno fatto il resto, senza nulla da togliere all’Atletico 2000”.

Nella giornata di ieri abbiamo letto la lettera che ti ha indirizzato il Presidente Alessio Di Curzio.

Cosa rispondi a tal proposito?

Le parole del Presidente mi hanno colpito e lo ringrazio per quanto detto, soprattutto per la chiarezza con la quale ha espresso ciò che per me è stato l’Atletico 2000: è stato riconosciuto il mio impegno e sono contento che ciò sia stato reso pubblico. Questa gratificazione vale più di campionati vinti e trofei, è l’essenza del calcio e dello sport.

Quando arrivai all’Atletico 2000, ormai cinque anni fa, fui accolto come se fossi una persona di famiglia e penso di aver lasciato, nel corso degli anni, dei valori condivisi con famiglie e staff. Certo, ci sono stati momenti di up e di down, ma è sempre emerso il rispetto tra le parti.

Ringrazio tutto l’universo Atletico a partire dal Presidente sino ad arrivare al guardiano Roberto Canofani, la persona che forse più di tutti vive la società in modo diretto e viscerale”.

Quali momenti ti porti dentro dopo questi 5 anni in biancorosso?

Sicuramente la vittoria del Beppe Viola Junior con i 2006, vincere la prima edizione di un torneo così importante è motivo di orgoglio e grande soddisfazione, è una delle emozioni più grandi che ho vissuto in carriera.

Un altro momento che ricordo con piacere è il viaggio in Svezia a Gotenborg, sempre con i 2006, per un torneo internazionale: per una settimana abbiamo dormito tutti insieme in un classe di una scuola, Presidente e squadra al completo con i sacchi a pelo. E’ stata un’esperienza calcisticamente importante con squadre provenienti da tutta Europa uscendo agli Ottavi di finale contro la formazione che poi si è laureata campione. Anche a livello sociale è stata un’avventura davvero formativa.

Concludo ricordando la cavalcata dello scorso anno nel campionato regionale U14, al termine del quale abbiamo riconquistato la categoria Elite”.

Quale augurio riservi, ora, alla tua ex società?

L’augurio è quello di lavorare sempre con questo spirito, affrontando le problematiche con il dialogo: questo aspetto è un punto cardine della società dove c’è grande rispetto dei ruoli e delle parti.

Cosa fa la differenza nell’Atletico 2000?

L’umiltà, questa è la chiave di una società sana”.

Mister chiudiamo questa intervista con uno sguardo rivolto al futuro.

In carriera hai vinto diversi campionati regionali e diversi trofei, che ambizioni hai coltivato in questi anni da allenatore?

Dopo tante stagioni di “gavetta” mi aspetto una nuova esperienza importante, voglio alzare l’asticella dopo tanti anni di campionati regionali.

Nel corso del tempo mi sono state riconosciute, da parte di colleghi, famiglie ed addetti ai lavori, capacità di formazione notevoli e dunque mi piacerebbe affrontare un campionato più difficile per misurarmi con altre realtà.

C’è una grande opportunità che ancora non posso svelare, si concilierebbe con le mie necessità familiari avvicinandomi parecchio a casa (Trevignano Romano, ndr).

Chi mi conosce sa che non cambio spesso maglia perché credo nei progetti e qui me ne hanno prospettato uno davvero allettante, sarebbe il perfetto connubio tra necessità personali e crescita sportiva”.