DAL CAMPO ALLA SCRIVANIA, LA DOPPIA VITA DI BIANCHI: “PORTO LA VALLE DEL TEVERE IN ECCELLENZA, POI SI VEDRA’…”

DAL CAMPO ALLA SCRIVANIA, LA DOPPIA VITA DI BIANCHI: “PORTO LA VALLE DEL TEVERE IN ECCELLENZA, POI SI VEDRA’…”

Trentasei anni spesi senza mai rispiarmiare una stilla di sudore e di generosità.

Peraltro, chi frequenta le nostre categorie sa che Alessio Bianchi non si è mai sottratto alle proprie responsabilità.

A maggior ragione adesso che la Valle del Tevere ha deciso di assegnargli anche il ruolo di direttore sportivo.

In soldoni, dalla scorsa estate Bianchi respira l’aria dello spogliatoio e contestualmente si fa filtro tra i giocatori, il tecnico ed il presidente.

Un ruolo assai delicato, vista la familiarità con i compagni che però stanno dimostrando di avere piena fiducia in lui.

D’altronde, non si viene chiamati “Cuore d’Acciaio” per caso.

 

Alessio, innanzitutto come stai?

“In ripresa.

Sto curando un tendine che fa le bizze e che mi ha provocato una borsite”.

In attesa di rivederti in campo, puoi dedicarti al nuovo ruolo da direttore sportivo.

Com’è nata questa possibilità?

“E’ stata una sorpresa.

La scorsa estate venni a parlare per l’eventuale conferma ed il presidente De Santis e mister Scaricamazza mi dissero che il direttore Capretti aveva deciso di andar via e che il sostituto lo avevano già in casa ed ero io.

Francamente non mi aspettavo una situazione del genere, ma l’idea mi è piaciuta fin da subito perchè io e Stefano sposiamo le stesse idee dal punto di vista calcistico.

Devo dire che sto vivendo momenti di grande responsabilità, ma anche di enorme soddisfazione personale”.

Non esiste però il pericolo che i compagni ti guardino con occhi diversi adesso che fai anche il dirigente?

“Ho riflettuto molto su questo aspetto, però sono dell’opinione che nella vita contino la lealtà e la trasparenza.

Io cerco sempre di mettere queste qualità al servizio della squadra e della società e fin qui le cose sono andate bene”.

nardi semprevisaSe conosco un minimo te e qualche tuo attuale compagno di squadra, immagino che ci scherziate spesso.

Chi è il più spiritoso in assoluto?

“Senza dubbio i giocatori più esperti: Morici, Danieli, Nardi.

Filetto, in particolare, durante il ritiro se vedeva che andavo a parlare con il presidente ed il mister mi diceva: “Scusi, direttore, potrebbe restare un po’ anche con noi?”.

Insomma, non ci si tira indietro se c’è da metterla sull’ironia”.

La decisione di ricoprire anche questa mansione prelude al desiderio di smettere con il calcio giocato?

“Al momento mi sento ancora pienamente un giocatore.

Tendine a parte, mi sento bene e adesso c’è un campionato da finire.

A fine stagione parlerò con il presidente e poi valuteremo insieme…”.

Se a maggio la Valle del Tevere centrasse l’agognato traguardo del salto di categoria e ti chiedesse di dedicarti esclusivamente ad un ruolo dirigenziale, quale sarebbe la tua risposta?

“Domanda difficile, perchè nonostante l’età mi sento ancora bene.

Forse però a questa società direi di sì”.

Che persona è il presidente De Santis in due parole?

“Il presidente ha tanto entusiasmo ed è soprattutto una persona vera come poche ne ho conosciute nel mondo del calcio.

Lui vive le nostre situazioni quotidiane in prima persona ed è affidabile al 100%”.

Di maglie ne hai indossate tante nel corso di una carriera che ti ha regalato numerose soddisfazioni.

Ce n’è una che conservi con particolare gelosia nel cassetto della memoria?

“La mia carriera sportiva è cominciata nell’Almas e mi permetto di salutare con grande affetto la famiglia Durante.

Ho avuto il piacere di indossare casacche pesati come quelle di Frosinone, Viareggio e Civitavecchia nelle categorie superiori, però i ricordi più belli ed intensi sono legati a quella per cui scesi per la prima volta in Promozione: la Cavese.

bianchi valle del tevereLì ho trascorso due anni fantastici con mister Ferazzoli, il ds Bianchi ed insieme a compagni fantastici.

Ho ricordi vivi di una tifoseria stupenda.

Ora stanno facendo bene e mi auguro che presto tornino nelle categorie che quella gente merita”.

Fu lì che ti ribattezzarono “Cuore d’Acciaio”.

“Sì, nacque da un’idea di un paio di amici e presto i tifosi crearono un coro.

Adesso parecchia gente mi chiama così”.

Torniamo sull’attualità.

Sarà corsa a due tra voi e la Lepanto Marino o prevedi l’inserimento di altre squadre?

“Non vorrei passare per scortese o presuntuoso, però preferisco non parlare di realtà diverse dalla nostra.

Stimo e mi sento spesso con il direttore sportivo Rocconi e con Alessandro Spaziani, con cui sono praticamente cresciuto.

Quanto al campionato, dico solo che la Valle del Tevere è una squadra attrezzata per vincere tutte le partite da qui al termine della stagione e che vuole assolutamente approdare in Eccellenza”.

Domenica vi attende una partita non semplice sul campo dell’Aces Casal Barriera.

“Credo che la loro qualità migliore sia il gruppo.

Hanno gente che gioca insieme da anni.

Non sarà facile, ma noi dobbiamo andare lì per prenderci i tre punti”.

La Valle del Tevere viene da cocenti delusioni nei due anni passati.

A tuo giudizio, cosa è mancato per festeggiare il salto di categoria?

“Sul primo tentativo non mi esprimo perchè non facevo ancora parte di questa squadra.

L’anno scorso, invece, a mancare è stato il gruppo.

Non tutti i giocatori hanno remato dalla stessa parte nei momenti-chiave del campionato.

Attenzione, non si parla di professionalità.

Diciamo che all’interno della squadra c’erano troppi elementi non compatibili tra loro”.

Qualcuno ha assegnato una buona porzione di colpe al tecnico, reo di essere troppo acerbo per guidare una formazione chiamata a vincere.

“Io invece rispondo che Stefano Scaricamazza è sì giovane ma è un professionista vero.

Il mister sa insegnare calcio, bisogna solo mettergli a disposizione gli elementi giusti per mettere in pratica le sue idee.

scaricamazzaSe invece i giocatori non sono adeguati alle sue metodologie, non riescono a seguirlo.

Personalmente posso dire che lui fa cose che in passato io ho visto fare solo quando giocavo in categorie superiori.

Fidatevi di me: se c’è un allenatore che può ambire un giorno a fare strada nel nostro settore, quello è proprio Scaricamazza”.

 

Siete stati artefici di un buonissimo girone d’andata e siete a due punti dalla vetta.

Quale aspetto può essere ancora migliorabile?

“Credo che, se riusciremo a ripetere i risultati dei primi quattro mesi di campionato, arriveremo senz’altro.

L’anno scorso pagammo dazio sotto il profilo difensivo, mentre in questo campionato subiamo pochissimo.

Dobbiamo semplicemente continuare a lavorare in questo modo”.

Elogio del gruppo a parte, su quale giocatore punteresti in vista del rush finale?

“Mi aspetto un gran girone di ritorno da parte di Giannetti.

Lui è il nostro talento.

giannettiPatrick può cambiare una partita in trenta secondi.

Punto molto su di lui”.

Quando deciderai di smettere definitivamente con il calcio giocato, ti tufferai pienamente in una carriera dirigenziale o proverai a fare l’allenatore?

“Innanzitutto mi piacerebbe restare a contatto con questo ambiente, visto che mi ritengo un uomo di calcio.

In futuro vedremo, adesso penso solo a cercare di far bene in questa nuova veste”.

Qual è il traguardo personale di Alessio Bianchi?

“In testa ho un solo obiettivo: andare in Eccellenza con questi ragazzi.

Ce lo meritiamo tutti e, soprattutto, se lo merita questa società”.