Compagnia Portuale, Presutti e Caputo in coro: “La Coppa Italia? Abbiamo fatto un capolavoro, ora completiamolo. Il futuro? Lavoriamo per diventare sempre più grandi…”

Compagnia Portuale, Presutti e Caputo in coro: “La Coppa Italia? Abbiamo fatto un capolavoro, ora completiamolo. Il futuro? Lavoriamo per diventare sempre più grandi…”

Per numeri, obiettivi conquistati e tasselli sistemati nel proprio mosaico da settembre in avanti, la Compagnia Portuale merita certamente di essere inserita tra le migliori espressioni della corrente stagione nel Campionato di Promozione.

Con un secondo posto praticamente blindato nel Girone A ed una finale di Coppa Italia cui manca solamente la certificazione (al netto dei legittimi e comprensibili scongiuri, ndr), la “Roja” di Civitavecchia si gode il meritato riposo in attesa di chiudere il cerchio e definire per intero il proprio futuro.

Ne abbiamo approfittato per strappare qualche riflessione a due dei maggiori artefici di una stagione comunque memorabile: il presidente Patrizio Presutti e mister Paolo Caputo.

 

LE PAROLE DEL PRESIDENTE PRESUTTI

Patrizio Presutti Presidente CPC
Patrizio Presutti, Presidente CPC

 

Presidente, ci avviamo verso il gran finale di una stagione lunghissima, faticosa e piena di emozioni.

Se potesse sceglierne uno, quale sarebbe per lei il sentimento dominante in casa-CPC?

“Credo possa essere riassunto in un’evidente soddisfazione.

Nel corso dei mesi abbiamo fatto registrare numeri stratosferici, ma tutto ciò in campionato potrebbe non bastare purtroppo.

Siamo secondi alle spalle della Corneto Tarquinia, un club ed una squadra che meritano il nostro rispetto.

Se noi abbiamo sbagliato pochissimo in campionato, loro evidentemente non hanno sbagliato nulla.

Chapeau”.

Banalizzando il concetto, può esser corretto affermare che la differenza tra voi e loro l’abbiano scavata i due scontri diretti?

“Forse quello del girone di ritorno, perchè a quel punto del campionato, di fatto, era una gara che valeva sei punti.

Peccato per come è finita perchè, a mio giudizio, abbiamo disputato una grande partita e non meritavamo di uscire dal campo con zero punti”.

Il club è cresciuto moltissimo nelle ultime stagioni.

Salto di categoria a parte, qual è il prossimo obiettivo che la Compagnia Portuale intende raggiungere?

“Nel corso delle ultime stagioni direi che abbiamo raggiunto quasi tutti quelli che ci eravamo prefissati.

Abbiamo realizzato una scuola calcio che adesso annovera circa duecento tesserati ed il nostro settore giovanile, ad eccezione della Juniores che rappresenta sempre una categoria un po’ particolare, si sta comportando egregiamente con tutte le squadre.

Volevamo un nostro impianto e lo abbiamo ottenuto…

Diciamo che l’obiettivo è quello di strutturarsi e migliorarsi sempre di più nel tempo”.

So che siete molto scaramantici, ma io provo comunque a pungolarvi.

In caso di raggiungimento della finale di Coppa Italia, gradireste di più l’ennesima rivincita stagionale con la Corneto Tarquinia o preferireste giocarvela con il Città di Paliano, andando così a cacciare in terre sconosciute?

“Sono molto onesto, non me la sento di sbilanciarmi.

Se arriveremo in finale, saremo felici di affrontare qualsiasi avversari ci tocchi in sorte”.

In caso di ritorno nel massimo campionato regionale, quale sarebbe l’errore da non ripetere assolutamente rispetto alla precedente esperienza?

“Quella fu una stagione particolare.

Il mio non vuole essere chiaramente un alibi, ma ricordo che subimmo tantissimi infortuni da febbraio in poi, dunque nel momento cruciale del campionato.

Allora avevamo poca esperienza.

Con il tempo quell’esperienza ce la siamo costruita…”.

Con Paolo Caputo avete un rapporto strettissimo.

E’ prematuro chiederle se avete già gettato le basi per il futuro con il tecnico?

“Sai, arrivare a maggio con entrambi gli obiettivi stagionali ancora accessibili è molto bello, però in parte ti comporta dei ritardi per quanto concerne la progettualità.

Siamo comunque decisi ed abbiamo le idee chiare su quali strade intraprendere.

La Compagnia Portuale sa bene cosa fare”.

Presidente, si avvicina la Pasqua.

La domanda è un po’ banale e me ne scuso: che genere di sorpresa amerebbe trovare nel suo uovo?

“Avendo già vinto il campionato di Promozione, ad inizio stagione dichiarai che, potendo scegliere, avrei preferito aggiudicarmi la Coppa Italia…”.

Dunque?

“Dunque, diciamo che nel mio uovo spero di trovare la finale (ride)…”.

 

 

LE PAROLE DI MISTER CAPUTO

Paolo Caputo, CPC
Paolo Caputo, allenatore CPC

Paolo, a tre giornate dal termine del campionato la Corneto Tarquinia sembra ormai avere la vittoria in tasca.

E’ quasi incredibile che una squadra come la vostra, in grado di segnare fin qui novanta reti e di subirne appena ventisette, non riesca ad aggiudicarsi il torneo…

“Io credo che nella vita bisogna essere seri e sportivi e che i meriti degli avversari vadano sempre riconosciuti.

Se noi chiuderemo con 83 punti alle spalle della Corneto Tarquinia, non potremo fare altro che toglierci il cappello di fronte alla squadra di Stefano (Del Canuto, ndr).

Vorrà dire che noi avremo fatto qualcosa di ottimo e loro qualcosa di eccezionale”.

Della prolificità del vostro reparto offensivo e della spiccata tendenza a mandare più volte in rete numerosi protagonisti abbiamo spesso detto e scritto.

In questo quadro, ti è mai balenato un pensiero tipo: “Se Catracchia fosse rimasto qui, adesso il campionato sarebbe già nostro?”

“Assolutamente no.

Lo scorso anno non c’ero, quindi non conosco personalmente il ragazzo, però se uno è in grado di realizzare 32 reti è certamente un grandissimo attaccante.

Mi tengo comunque stretti i miei ragazzi, perchè 90 gol non si segnano tutti i giorni.

Ad esempio, mi piace sottolineare la fantastica stagione di Tabarini che, da punta esterna, ne ha realizzati 24 in campionato ed altri 11 in Coppa Italia.

Mettiamola così: il gioco di Del Canuto si adatta perfettamente alle caratteristiche di Catracchia, mentre quello di Caputo tende a valorizzare maggiormente il lavoro degli esterni (sorride)…”.

Di svolte il vostro campionato ne ha avute parecchie.

Tra le più recenti ricordo la prestazione sontuosa sul campo di quell’Aranova che, da rivale diretta che era quel giorno, adesso si trova nelle condizioni di fare il tifo per voi in ottica-play off.

“Questo mi induce a spendere qualche parola sulle prime cinque forze del campionato.

E’ un peccato che squadre così attrezzate siano capitate nello stesso raggruppamento, perchè tutte sarebbero state meritevoli del salto di categoria.

Purtroppo i campionati sono così: un anno le avversarie sono di meno, quello dopo magari c’è più equilibrio in vetta…”.

A tuo giudizio, il Girone A è il più qualitativo dei quattro?

“Forse per la contemporanea presenza di tante squadre in alta classifica si potrebbe rispondere in senso affermativo, però non posso dimenticare che negli altri tornei figurano altre formazioni di grande caratura come Tivoli, Palestrina, Vis Sezze, Mistral Città di Gaeta e Formia, solo per citarne alcune”.

Secondo te, quale tipo di lavoro deve svolgere una squadra che nella fase cruciale della propria stagione si vede costretta ad osservare ben due settimane di sosta forzata?

“Io credo che in questo caso si potesse e si dovesse essere più elastici.

Dalle notizie in mio possesso, le quattro semifinaliste avevano tutte chiesto di giocare le proprie partite questo mercoledì per poi poter trascorrere serenamente le festività pasquali con i propri cari.

Forse dovremmo ricordarci più spesso che noi siamo dilettanti e non professionisti…”.

Il 24 aprile si giocherà la sfida di ritorno con la Vis Sezze.

Il 6-1 dell’andata rappresenta la miglior esibizione stagionale della tua Compagnia Portuale?

“Di partite perfette ne abbiamo fatte anche altre.

Al di là del match di Sezze, ricordo anche quelli con Aranova e Polisportiva Monti Cimini.

Noi però siamo una squadra strana e dobbiamo ricordare che di punti pesanti ne abbiamo lasciati parecchi durante l’anno.

Penso alle prestazioni con Atletico Ladispoli o Montefiascone, per esempio.

Catanzani ha ragione, quando avverte che la sfida non è ancora conclusa e che c’è un ritorno da giocare.

Noi dovremo fare estremamente attenzione perchè quel giorno avremo tutto da perdere.

Se è vero che all’andata abbiamo fatto un capolavoro, adesso dobbiamo completarlo”.

Civitavecchiese, Civitavecchia e adesso Compagnia Portuale: esiste un filo rosso, un minimo comun denominatore per Paolo Caputo?

“Quando lavoro nella mia città, mi sento quasi costretto a dare ancora di più.

Qui ho vissuto momenti intensi, indimenticabili, ma anche esperienze negative, di quelle che ti formano.

A cinquantatre anni, però, il mondo cominci a vederlo con aria più riflessiva, distaccata.

Qui sto bene, il presidente è un mio amico e questo mi responsabilizza ancor di più.

Ho la ferma convinzione che nel giro di pochi anni la CPC diverrà uno dei club più importanti della nostra regione, però prima bisogna lavorare per strutturarla e rendere sempre più solide le fondamenta.

Il mio futuro?

Questa squadra avrebbe fatto già bene in Eccellenza, quindi ci sarà tempo per lavorare e programmare.

La mia maggior soddisfazione stagionale è certamente quella di aver fatto esordire una decina di ragazzi.

Il futuro sono loro”.

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