CHRISTIAN ARGENTO: “ROMULEA, PERCHE’ NON SOGNARE?”

CHRISTIAN ARGENTO: “ROMULEA, PERCHE’ NON SOGNARE?”

a cura di Massimo Confortini

Intervista al nuovo tecnico della Romulea Christian Argento, che ci parla della nuova avventura in via Farsalo e dei due anni trascorsi alla Spes Artiglio.

Mister, dopo la Spes Artiglio ora questa nuova avventura alla Romulea. Quando si sono gettate le basi per questa collaborazione?
I primi contatti ci sono stati prima della chiusura dei campionati, poi il tutto è stato formalizzato come prassi il 1 luglio. Ho comunque avuto modo di seguire la squadra negli ultimi mesi, ho visto qualche partita, non solo del gruppo dei ’99, che allenerò quest’anno, ma anche delle altre categorie, per avere una visione completa di tutti i gruppi di questa gloriosa società.

Quali sono le tue prime sensazioni?
Beh la Romulea è una squadra storica. Quando ancora ero calciatore le grandi big erano proprio la Romulea, la Pro Calcio Italia, e queste “big” di grande prestigio. Quando c’è stato il colloquio con il Presidente Nicola Vilella mi sono entusiasmato, non mi aspettavo di essere accolto così bene. Penso sia il frutto di due anni importanti alla Spes, di tenore opposto, ma che per motivi diversi mi hanno formato molto. L’intenzione del Presidente e di Massimo Mutalipassi è quella di riportare la Romulea ai livelli che merita questa società per  tradizione e importanza: molte squadre che ora sono considerate tra le più forti non hanno gli scudetti che hanno conquistato qui. Io spero di dare una mano.

Quali sono le differenze principali che hai colto con la realtà che hai vissuto precedentemente, quella della Spes Artiglio?Alla Spes ho iniziato in un ambiente più simile ad una famiglia, conoscevo tutti e andavo d’accordo con tutti. La Romulea è un altro tipo di società: un campo che è forse il più bello di Roma, i tanti scudetti conquistati… Sono molto stimolato e spero di ripagare la fiducia che mi è stata concessa.

Come sono rimasti i rapporti con la Spes. che quest’anno ricomincerà dai provinciali con il settore giovanile?  Non c’è stato alcuno strascico, nessun rancore. Semplicemente si è girata pagina e non ho più sentito nessuno. Erano un paio d’anni che nell’aria c’erano voci che facevano intuire come la proprietà volesse tenere solo la scuola calcio. Nelle ultime annate grazie al lavoro dei presidenti e del ds Enrico Pagliaroli, la Spes era riuscita a vincere dei campionati regionali, portando quattro squadre su quattro in Elite: un risultato importantissimo. Poi si sono fatte delle scelte, non sta a me giudicarle. A livello personale, come detto in precedenza, sono stati due anni importanti per la mia crescita. Nel primo sono subentrato e tutto è andato bene, abbiamo chiuso la stagione con un ottimo piazzamento, nella seconda stagione sono arrivate le difficoltà, per colpa di tutti, e ho deciso di dimettermi.

Hai ancora contatti con qualche ragazzo della Spes?
Si, e mi fa piacere sentire ancora questi ragazzi. Ho un buon ricordo dei ’97 della Spes, e spero e credo che anche molti di loro abbiano un buon ricordo di me. Anche ragazzi di altri gruppi, con i quali ho interagito magari sostituendo qualche collega in allenamento, spesso mi contattano: è un buon segno.

Torniamo al presente e alla Romulea: che aspettative hai per la prossima stagione?
Abbiamo un gruppo importante. E’ chiaro che le partenze di Oberrauch e Palmieri pesano, ma sono stati sostituiti a dovere. Manca qualcosa per le primissime posizioni, ma proveremo a colmare il gap con il lavoro, provando ad arrivare più in alto possibile. Perchè non sognare? La squadra è forte, io credo che il lavoro paghi e quindi spero di avere davanti una grande stagione.

In bocca al lupo mister!