Certosa, parla Dovidio: “Che ricordi a Pescara. Russo? Ecco perché fa la differenza avere un mister come lui”

Certosa, parla Dovidio: “Che ricordi a Pescara. Russo? Ecco perché fa la differenza avere un mister come lui”

Al netto di una brevissima parentesi nella seconda parte della scorsa stagione, Simone Dovidio è ormai da tre anni elemento imprescindibile per mister Marco Russo.

Esterno dotato di un mancino raffinatissimo, quella attuale è per lui la seconda annata con la maglia del Certosa, club che ormai considera alla stregua di una seconda casa dopo un lungo girovagare che, dopo gli anni nel settore giovanile del Pescara, lo ha riportato nel Lazio per vivere esperienze significative tra Genzano e Tor Sapienza, passando per Fonte Nuova, Palombara e Villanova, senza dimenticare le tappe in casa-Boreale e Vigor Perconti.

Insomma, di calcio questo ragazzo casse 1992 ne ha già parecchio alle spalle ed altrettanto ne ha davanti a sé.

Anche da una semplice chiacchierata con lui è facile intuire perché il tecnico lo consideri quasi una sua naturale propaggine in campo.

In questo caso, l’analisi non può non prendere le mosse dalle ragioni che hanno condotto i neroverdi allo scivolone casalingo con l’Insieme Formia.

“Non voglio soffermarmi sulle decisioni arbitrali avverse, perché i direttori di gara sono ragazzi come noi ed anche loro chiaramente sono soggetti ad errori – esordisce con profonda onestà il laterale mancino del Certosa – L’Insieme Formia si è dimostrato la squadra che pensavamo fosse: organizzata, compatta e con singoli forti, specialmente in avanti.

Il risultato finale è scaturito un po’ per merito dei nostri avversari ed un po’ per demeriti nostri, non siamo riusciti ad interpretare il match nel modo in cui lo avevamo preparato durante la settimana”.

Contro la formazione sudpontina è nuovamente emerso l’ormai atavico problema in fase realizzativa.

In aggiunta a questo, in alcune occasioni, il Certosa dà l’impressione di essere squadra umorale e quindi capace di esaltarsi, quando riesce a mettere in pratica i suoi principi di gioco ed incline a deprimersi quando non riesce a farlo.

“Fa parte del gioco – riflette Dovidio – Quando crei tanto ma non riesci a concretizzare la tua mole di gioco, dentro di te può nascere una sorta di suggestione.

Quando sei in una di quelle fasi in cui fai fatica a segnare anche un solo gol e ne incassi uno, in te possono scattare meccanismi mentali che ti portano a pensare che sia impossibile ribaltare il risultato.

Purtroppo in questo periodo, siamo carenti in fase realizzativa, ma voglio sottolineare che non è un problema esclusivamente degli attaccanti, ma di tutti noi che siamo in campo.

Ci sono però anche degli elementi positivi: non dimentichiamo che abbiamo una fase difensiva molto solida e che buona parte delle reti subite sono scaturite da situazione di palla inattiva”.

Domenica il Certosa dovrà sostenere un altro esame importante a Colleferro.

“Ci troveremo di fronte una grandissima squadra con individualità importanti come Oduamadi, Criscuolo e Fabrizio Bianchi, con cui ho condiviso la bellissima avventura nella Uefa Region’s Cup alcune settimane fa – riflette l’esterno romano – Noi e loro abbiamo avuto un cammino simile, alternando ottime prestazioni a prove meno convincenti.

Peccato per le assenze pesanti di Passiatore e Ferrari, ma sono certo che chi giocherà al posto loro sarà in grado di sostituirli alla grande.

Sulla carta è una partita bellissima, una di quelle sfide che non vedi l’ora di giocare.

Penso che la spunterà la squadra che crederà più in se stessa, quella in cui tutti manterranno la giusta concentrazione nei novanta minuti e che schiererà uomini disposti al sacrificio per aiutare un compagno in difficoltà.

Come sempre, saranno i dettagli a fare la differenza”.

Prima di affermarsi come uno degli esterni più talentuosi, affidabili e costanti della nostra regione, Dovidio ha svolto tutta la trafila nel settore giovanile del Pescara.

Cosa resta di quegli anni?

“Resta un grande rammarico per come sarebbe potuta andare, non posso negarlo – prosegue il giocatore – Se non sono riuscito fare il salto dopo gli anni negli Allievi Nazionali ed in Primavera, la maggior parte delle colpe però sono mie.

Di ricordi preziosi me ne porto dentro tanti e sono felice di aver vissuto tutte le promozioni del Pescara dalla C2 alla Serie A e di aver potuto spesso allenarmi con gente come Verratti, Insigne ed Immobile.

È stata un’esperienza bella, mi ha fatto crescere tantissimo come uomo e come calciatore”.

Tra lui e Marco Russo esiste un rapporto di fiducia granitica.

“Il mister ha tanti pregi, ma ne ha uno in particolare che mi piace particolarmente.

È un uomo che sa ascoltare i consigli di tutti, li metabolizza e, se ritiene, non fa fatica ad applicarli.

Lavora costantemente per migliorare se stesso e noi calciatori.

Vi garantisco che non tutti i tecnici hanno questa predisposizione.

Nei momenti di down che fatalmente puoi vivere durante la stagione, sapere che puoi contare su un uomo del genere fa la differenza”.

Quello del Certosa è uno spogliatoio molto unito ed omogeneo.

“La nostra è una squadra dall’età media piuttosto bassa, in cui i ragazzi più esperti hanno al massimo trentadue anni, quindi siamo riusciti a stabilire un bel rapporto con quelli più giovani – sottolinea con un sorriso Dovidio – E’ naturale che con loro si debbano alternare carota e bastone, ma tutti, dal primo all’ultimo, vivono le dinamiche di squadra con grande impegno e rispetto.

Se devo fare un nome, faccio quello di un ragazzo come Samuele Negro, che magari non gioca tantissimo, ma non manca mai di dare il massimo”.

A parte il Sora che sembra una spanna superiore alle rivali, il Girone B dà l’idea di essere un torneo decisamente livellato.

“La capolista sta facendo un campionato a parte, ma per il resto anche le squadre che sono nella colonna di destra della classifica danno la sensazione di poter battere quelle che le precedono – concorda l’esterno – Ogni domenica è un continuo susseguirsi di spostamenti in classifica, basti pensa che lo stesso Insieme Formia, che qualche settimana fa era nei bassifondi, adesso è quarto.

Ad inizio stagione, la società non ci ha chiesto di vincere, ma l’idea sarebbe quella di migliorare il piazzamento della scorsa stagione, anche se siamo stati inseriti un girone diverso.

Dobbiamo fare un passo alla volta, ragionare partita dopo partita e conquistare prima possibile la salvezza.

Raggiunto questo primo traguardo, penseremo a toglierci ulteriori soddisfazioni”.