Boreale di corsa verso il Budoni. Il paradosso di Casavecchia: “Siamo la Roma del Campionato di Eccellenza, farci gol è difficile per tutti. Che sfida con Meloni!”

Boreale di corsa verso il Budoni. Il paradosso di Casavecchia: “Siamo la Roma del Campionato di Eccellenza, farci gol è difficile per tutti. Che sfida con Meloni!”

La lunga attesa sta per terminare.

Fra pochi giorni si esaurirà il lunghissimo interludio che ha separato la Boreale dall’ultima gara ufficiale della regular season ed il match di andata con il Budoni.

In questo lasso di tempo i viola di Mirko Granieri, metabolizzata la gioia per quella che in molti hanno considerato una delle più clamorose ed impronosticabili imprese sportive regalateci dal massimo campionato regionale negli ultimi anni, hanno cercato di recuperare gli acciaccati per presentarsi in condizioni adeguate ad un appuntamento che per il club di Patron Leandro Leonardi rappresenta l’acme della propria storia.

Il countdown è stato avviato fin dall’ora di pranzo di domenica 7 maggio e la clessidra rovescerà il suo ultimo granello di sabbia alle ore 16:30 di domenica 28, quando verrà sancito il fischio d’inizio di una partita che in via della Camilluccia tutti attendono con trepidazione.

L’entusiasmo deve però rappresentare un incentivo a dare il massimo, non un ostacolo emotivo.

Le umanissime fibrillazioni dell’ambiente debbono essere centellinate con saggezza ed equilibrio.

Per farlo bisogna aggrapparsi ad uomini avvezzi a strettoie emozionali di questa partita.

Leonardo Casavecchia è uno dei pochi membri della rosa abituati a gestire la naturale ansia e le comprensibili pressioni che derivano da tappe di questa portata.

A lui il compito di guidarci alla scoperta dello stato dell’arte in casa-Boreale a quattro giorni dalla difficilissima sfida con i sardi di Raffaele Cerbone.

 

Leo, ormai mancano un centinaio d’ore alla sfida d’andata con il Budoni.

Qual è il sentimento prevalente all’interno dello spogliatoio?

“Per tanti dei nostri ragazzi sarà un’emozione del tutto nuova e personalmente sono felice che possano viverla, così potranno cominciare ad assaggiare il calcio delle categorie superiori.

Quale migliore occasione di farlo con una squadra come loro che vanta una grandissima esperienza in Serie D?

Attenzione però: non aver mai giocato una gara del genere può trasmetterti una grande carica, ma puoi anche pagare lo scotto di trovarti al cospetto di una tribuna che domenica ospiterà centinaia di persone.

Sarà dunque fondamentale prendere questa emozione e trasformarla in uno strumento a nostro favore.

In questa squadra siamo un bel mix: noi esperti diamo qualcosa ai ragazzi e loro danno qualcosa a noi.

Lo ripeterò fino alla nausea: la sfida di domenica sarà importante per i ragazzi perché permetterà loro di misurarsi in un contesto al di fuori dei confini regionali.

In queste occasioni capisci meglio i tuoi limiti e comprendi anche dove puoi arrivare nelle stagioni successive”.

Il vostro percorso nella regular season ha lasciato tutti a bocca aperta.

Quando avete cominciato a credere che questa potesse davvero diventare un’annata indimenticabile per la Boreale?

“Ad onor del vero, noi una reale previsione non l’abbiamo mai fatta, tuttavia ricordo bene che durante l’estate qualcuno nel nostro ambiente calcistico sosteneva non solo che avremmo lottato per la salvezza, ma addirittura che avremmo fatto molta fatica a conquistarla.

Noi però conoscevamo il valore nostro e quello del mister e, strada facendo, con i pareggi degli anni precedenti che spesso diventavano vittorie ed attraverso una grande costanza di rendimento, siamo arrivati fin lassù.

Non dimentico ovviamente anche il contributo in termini di gol che ci ha portato Gianluca Toscano fin dal suo arrivo.

La verità è che all’interno dello spogliatoio noi abbiamo mantenuto la serenità di sempre, imponendoci di non guardare troppo in là, ma di concentrarci solo sulla partita seguente”.

Una volta conquistato, avete mantenuto saldamente il possesso della piazza d’onore e per qualche giorno siete stati addirittura in vetta.

Vi è rimasto un filo di rammarico per quella sconfitta casalinga con l’Astrea alla terzultima giornata?

“Assolutamente no, in quel momento più di qualcuno di noi giocava con il fisioterapista attaccato alla schiena (ride)…

I rimpianti lasciamoli da parte e soffermiamoci sul miracolo sportivo compiuto dalla squadra”.

Concordo e rilancio.

D’altronde, anche mister Granieri lo ha ripetuto come un mantra: il vostro percorso affonda le radici sul cammino della stagione precedente.

“È vero, non tutti lo hanno notato ma alle spalle c’è stato un lavoro incredibile.

In questo biennio lui ed il Presidente sono stati bravi ad individuare i giocatori giusti per la stagione successiva.

Ogni tassello aggiunto si è rivelato azzeccato e ci ha permesso di aggiungere qualità dove occorreva”.

Una difesa ermetica ed una compattezza strutturale tra reparti davvero invidiabile.

Sei d’accordo con chi dice che la Boreale spesso porta l’avversaria di turno quasi a giocar male?

“Noi siamo un po’ la Roma del Campionato di Eccellenza.

È un paradosso un po’ forzato perché loro ovviamente fanno uno sport diverso dal nostro, ma è divertente e ci scherziamo su anche con Edoardo Bove ogni volta che passa a trovarci (sorride)…”.

A proposito di questo, nonostante sia divenuto ormai un elemento imprescindibile nella squadra di Mourinho, lui non ha mai dimenticato i colori della Boreale.

“Nel corso della mia piccola carriera agonistica, qualche ragazzo che aveva maturato esperienze in Serie A l’ho conosciuto, ma posso garantire che uno come lui non lo avevo mai incontrato.

Edoardo possiede un’umiltà rara ed ha sempre una parola d’aiuto o di sostegno per tutti noi.

Per la Boreale la sua presenza rappresenta non solo un’arma in più, ma soprattutto un esempio per i nostri ragazzi.

Speriamo che gli impegni possano consentirgli di essere in tribuna anche domenica prossima, sarebbe davvero importante per tutti noi”.

Il Budoni sembra avere caratteristiche molto diverse da voi.

I sardi segnano con grande regolarità e sono anch’essi reduci da una stagione straordinaria.

Li state studiando?

“Inutile negarlo, hanno molti giocatori importanti ed esperti.

Contro tanti di loro ho giocato in passato e li rivedrò con piacere.

Penso a Meloni ovviamente, ma anche ai vari Raimo e Steri ad esempio.

A me poi le qualità dei sardi piacciono tanto, perché sono gente che non molla mai.

In campo sono tenaci, aggressivi, ma sono sempre avversari leali.

Il Budoni è una squadra forte, basta considerare i suoi numeri nel corso della stagione.

Noi però ce la giocheremo…”.

Tu sei un difensore formidabile, ma domenica sei atteso da una sfida nella sfida con un attaccante che non ha bisogno di presentazioni come Giuseppe Meloni.

Se non ricordo male, voi due vi siete già affrontati in passato.

Che giocatore è?

“La prima volta che me lo trovai di fronte fu in un San Basilio Palestrina-Torres di qualche anno fa.

All’epoca eravamo entrambi più giovani e nel pieno delle nostre forze, poi con l’età il fisico cambia e devi adeguarti.

Questo vale sia per me che per lui chiaramente.

In quegli anni forse era più agile, ma la qualità è rimasta la stessa: se lui riceve palla in area, sono guai perché spesso ti punisce.

Da difensore non nego che non vedo l’ora di misurarmi di nuovo con un giocatore del genere.

Anche questo è il bello del calcio”.

Oltre ad avere un ruolo decisivo in campo, sei uno dei leader nello spogliatoio.

Come stanno arrivando a questo appuntamento i tuoi compagni più giovani?

“Io sono dell’opinione che l’aspetto più importante risieda nella loro crescita.

Quando sono arrivati al Don Orione, i vari Salvati, De Montis e Tondi erano solo dei ragazzi.

A distanza di qualche mese si sono rivelati calciatori in grado di ambire in futuro a categorie più importanti dell’Eccellenza.

Al netto di come andranno questi play-off, per me questa rimane la vittoria più significativa ed emozionante per la società e per noi compagni di squadra.

Quando un club riesce a valorizzare in questo modo i suoi ragazzi ed a prepararli per contesti calcistici di livello superiore, significa che ha svolto al meglio il proprio lavoro”.

Leo, cosa deve fare la Boreale per superare il Budoni e continuare il suo bellissimo sogno?  

“Deve semplicemente continuare ad essere la stessa Boreale che è stata per tutto l’anno e lavorare molto di testa.

Non dobbiamo mai dimenticare che ci attende una sfida che non si gioca sui novanta, ma sui centottanta minuti, quindi sarà necessario mantenere altissima la soglia di attenzione.

Allo stesso tempo, però, vogliamo divertirci giocando, perché il calcio, si sa, è anche questo.

Del resto, arrivati a questo punto della stagione le energie sono pochine: ormai hai quello che hai e fai quello che puoi.

Noi non abbiamo nulla da perdere e scenderemo in campo spensierati, ma anche consapevoli delle nostre qualità”.