Aranova, senti Di Giovanni: “E’ il Girone A più bello degli ultimi dieci anni. Se recuperiamo tutti, possiamo divertirci…”

Aranova, senti Di Giovanni: “E’ il Girone A più bello degli ultimi dieci anni. Se recuperiamo tutti, possiamo divertirci…”

Il pareggio scaturito dalla supersfida di Torvaianica tra Pomezia e Polisportiva Faul Cimini ha dato luogo ad una situazione che non si registrava da tempo immemore nei piani alti della classifica del Girone A di Eccellenza.

Oltre alle squadre di Scaricamazza e Scorsini nel traffico degno dell’ora di punta di Città del Messico che alimenta la vetta del torneo risuonano i clacson di W3 Maccarese e Ladispoli e nell’imbuto stanno anche per aggiungersi le vetture di Aranova e Ladispoli.

Insomma, lanciarsi in pronostici su chi riuscirà a districarsi dall’ingorgo sarebbe davvero impossibile.

E’ probabile che lo stallo si perpetui fino al termine della stagione, questo perlomeno sostiene Andrea Di Giovanni, subentrato ad inizio stagione a Pier Luigi Vigna e consapevole che anche la sua squadra può tener vivo il banchetto fino ad aprile, a patto che la dea bendata si ricordi che nessuno le ha mancato di rispetto in via Galtelli e che finalmente l’infermeria venga debitamente chiusa a chiave.

 

Vincere su un campo notoriamente difficile e contro una squadra in salute come il Certosa ha rappresentato un segnale convincente.

L’avevate preparata così?

“Devo dire che noi abbiamo sempre fatto grandi prestazioni, tranne forse contro l’Atletico Vescovio.

Del rendimento della squadra personalmente sono sempre stato molto soddisfatto, anche se a volte i risultati non sono venuti e probabilmente avremmo meritato qualche punto in più.

Domenica abbiamo giocato una grande partita sotto l’aspetto tattico.

Dall’inizio abbiamo mostrato che il nostro intento era quello di imporci attraverso il possesso palla, ed il movimento costante e senza mai dare riferimenti al Certosa.

Dobbiamo però imparare ad essere più cinici ed a chiudere prima le partite, altrimenti rischiamo, come è accaduto in occasione del calcio di rigore che per nostra fortuna Gallaccio ha sbagliato”.

Come la W3 Maccarese siete una squadra senza mezze misure, non pareggiate mai.

È solo una casualità o un tentativo di forzare la situazione vista la formula di un torneo che lascia poco margine di errore?

“Per mentalità ho sempre coltivato l’idea di provare a vincere le partite, anche se forse dovrei cominciare a rivalutare l’importanza di un semplice pareggio.

Ci sono state gare in cui magari avrei dovuto comprendere che anche un punto sarebbe potuto  andar bene, però tutto sommato continuo a credere che sia preferibile provare sempre a vincere”.

I tre pareggi consecutivi del Pomezia hanno spalancato le porte ad una classifica incredibile nei piani alti.

Ti aspettavi una simile realtà dopo le prime dieci giornate?

“Credo che sarà così fino alla fine.

C’è davvero grande equilibrio di valori, ritengo questo Girone A uno dei campionati più belli visti negli ultimi 10 anni e attenzione anche al Civitavecchia che arriverà in alto.

Forse mi aspettavo che il Pomezia potesse allungare un po’, però non considero i loro tre pareggi un elemento negativo.

Hanno comunque mosso la classifica e poi ricordiamoci sempre che sono l’unica squadra imbattuta del torneo”.

Nelle ultime settimane avete dovuto far fronte ai problemi dei vari Monteforte, Fagioli, Bellini e Fusaroli.

L’emergenza però sta mettendo in luce la grande qualità di gente come Di Mario…

“Io dico che questa squadra, quando sarà finalmente al completo, darà fastidio a tutti e saprà divertire.

Sono molto fiducioso e curioso di vedere la squadra all’opera, quando questo avverrà.

Quella di domenica scorsa per Di Mario è stata sostanzialmente la prima partita in cui è stato disponibile, perché contro il Pomezia aveva ancora uno stiramento addominale ed ha giocato solo per la grandissima emergenza in cui eravamo, stringendo i denti.

È un giocatore che ha caratteristiche diverse dagli altri del reparto offensivo, ci completa con il suo modo di attaccare l’area avversaria, ci consente di attuare soluzioni tattiche differenti”.

Domenica sarete di scena ad Ottavia, che partita prevedi?

“Sembra retorico, ma partite semplici qui davvero non esistono.

Tutte le squadre hanno giocatori importanti e l’Ottavia non fa eccezione.

Nessuno avrebbe mai scommesso che si sarebbe trovata nell’attuale posizione dopo le prime dieci giornate, ma questo è semplicemente frutto di un torneo difficilissimo ed equilibrato.

Sarà una partita tosta, aperta ad ogni risultato.

Come sempre, noi andremo lì per fare la nostra partita e provare a vincere, ma siamo assolutamente consapevoli che sarà tutt’altro che facile”.

Come sottolineavi in precedenza, lo scenario attuale rafforza decisamente l’idea che questo equilibrio potrebbe durare fino al termine della stagione.

Per aggiudicarsi il Girone A di Eccellenza, cosa dovrà fare l’Aranova?

“Sicuramente dovrà avere un pizzico di fortuna in più rispetto ai primi due mesi di campionato e poi vivere alla giornata, consapevole dei mezzi a sua disposizione e senza avere timori reveriali o paure di sorta.

Questa squadra mi piace tanto, perché rispecchia in toto i valori che hanno sempre incarnato le mie squadre: coraggio, determinazione ed un po’ di sfrontatezza.

In questo senso, trovo molte similitudini con il mio Montespaccato”.