Aranova, il pragmatismo del presidente Schiavi: “Prima le strutture, poi le categorie: ogni cosa a suo tempo…”

Aranova, il pragmatismo del presidente Schiavi: “Prima le strutture, poi le categorie: ogni cosa a suo tempo…”

Da alcuni anni Andrea Schiavi insieme al fratello Alessandro è al timone dell’Aranova, club che attraverso una gestione sagace ed improntata ad uno sviluppo costante ha saputo ritagliarsi un ruolo di primo piano nel dilettantismo laziale.

Il club ha appena concluso la sua terza stagione consecutiva nel Girone A di Promozione, chiudendo al quinto posto ed a breve distanza dalla zona-play off dopo una bella rimonta nella fase conclusiva del torneo.

La prima stagione del nuovo corso, quella che ha visto prendere il timone della squadra ad Emiliano Bernardini dopo la conclusione della felice era Palluzzi-Musa, è stata positiva.

Abbiamo allora interpellato il numero uno rossoblu per provare a conoscere i disegni futuri di un imprenditore di successo, che dal babbo ha ricevuto in dote la passione smisurata per il calcio, ma anche l’attenzione per il lavoro e per quelle dinamiche che portano ad una gestione virtuosa.

Ne è scaturita una conversazione ad ampio spettro, nel corso della quale sono state toccate numerose tematiche.

 

Dove e quando nasce la passione di Andrea Schiavi per il gioco del calcio?

“Nasce attraverso l’amore di mio padre che è stato un giocatore di buon livello ed ha frequentato il calcio anche in categorie importanti.

E’ stato lui a trasmettermi questa passione che ho coltivato fin da piccolo, giocando nell’Unione Sportiva Doria, qui a Fiumicino.

Ben presto, però, ho lasciato il calcio giocato e mi sono dedicato al mondo del lavoro verso il quale papà mi ha indirizzato.

La passione per il calcio dilettante è comunque rimasta e, quando mio figlio ha cominciato a tirare i primi calci, è riemersa prepotentemente”.

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Andrea ed Alessandro Schiavi

Com’è nata l’idea di investire nell’Aranova?

“Non lo definirei un investimento.

Ho già tantissime attività, tra le quali lo Sporting Club Olgiata dove disponiamo di qualcosa come tremila iscritti.

La mia azienda ha cinquecento dipendenti.

Sono entrato nello staff dirigenziale dell’Aranova su invito dei soci e ne sono divenuto gradualmente presidente”.

Una crescita costante come quella della società da lei presieduta e che rappresenta un’eccellenza nel nostro calcio.

A suo giudizio, quali sono le linee guida di una gestione virtuosa?

“Tutto parte dalla struttura.

Prima vanno gettate le fondamenta.

Il campo e gli spogliatoi rappresentano un passaggio fondamentale, poi bisogna definire l’organigramma, collocando al suo interno persone fidate e capaci.

Noi siamo abituati a procedere per gradi: abbiamo costruito i campi di calcio a cinque, poi abbiamo strutturato la scuola calcio e per ultimo è venuto il campo di calcio a undici.

Non ci fermeremo comunque qui: da un paio d’anni abbiamo depositato un progetto per arricchire e migliorare ulteriormente il nostro centro sportivo.

Vogliamo realizzare la copertura per la tribuna, erigere un palazzetto dello sport in grado di ospitare anche partite di Serie A e poi ancora palestre, ristoranti ed un parcheggio comodo”.

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“Le Muracciole” di Aranova

La vostra dimora, Le Muracciole, è già adesso un piccolo gioiello.

Si avvicina il momento di lanciare l’assalto all’Eccellenza?

“Se mi sta chiedendo se faremo dei mega-investimenti sulla squadra per provare a vincere il campionato, la risposta è no.

Noi allestiremo una rosa competitiva ma non faremo follie.

Non abbiamo la pressione di vincere ad ogni costo.

Se ad un certo punto del nostro percorso, capiremo che potremo accelerare, lo faremo.

Il mio obiettivo è creare una società in grado di arrivare tra i professionisti, ma servono il tempo e le professionalità giuste per accedere a certe categorie.

Io stesso non desidero affacciarmi in quel mondo dando l’impressione di essere di troppo, per intenderci…”.

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Bernardini e Palluzzi

L’Aranova è un club abituato a crescerseli in casa i tecnici ed i dirigenti.

Prima Palluzzi e Musa, adesso Mursia e Bernardini…

“Emiliano è cresciuto con me da ragazzo, poi ha avuto modo di fare un’ottima carriera da calciatore, raggiungendo il professionismo.

Sta facendo benissimo e sarà il nostro allenatore anche l’anno prossimo.

Vincenzo Palluzzi e Carlo Musa sono miei amici e continuo a sentirli tutti i giorni.

Sono molto legato ad entrambi.

Si figuri che ogni giovedì sera con Carlo si va a giocare a calcetto insieme (sorride)…”.

Carlo Musa DS Lupa Roma
Carlo Musa DS

 

A proposito di Carlo Musa, sappiamo che ha da poco interrotto la sua collaborazione con la Lupa Roma.

Da amico quale consiglio gli darebbe?

“Carlo è un ragazzo molto intelligente ed io lo appoggio in tutto e per tutto.

Anche se non lavora più per l’Aranova, in un modo latente continua a seguirci.

So che ambisce a crescere nel mondo del calcio e ne ha certamente le qualità.

Da amico potrei consigliargli di consolidare prima la sua posizione lavorativa e poi pensare al calcio.

Purtroppo non si può vivere solo di calcio, senza prima essersi stabilizzati.

La mia opinione è che il calcio non debba essere una fonte di guadagno, ma essenzialmente una passione”.

MIRKO MANCINI
Mirko Mancini

Dalla metà della scorsa stagione anche Mirko Mancini, un’altra grande personalità del nostro calcio è entrata a far parte della vostra famiglia…

“L’ho conosciuto presso lo Sporting Club Olgiata come istruttore.

Mirko è un ragazzo molto serio, scrupoloso e legato al suo lavoro.

L’anno scorso, quando ha visto che le cose non andavano con la sua ex società, mi ha fatto una mezza battuta e da lì si è messo in moto un meccanismo che ha fatto sviluppare il nostro rapporto.

Vede, io sono una persona pratica e molto veloce nel fare le mie proposte.

Lui non ha battuto ciglio di fronte alla prospettiva di scendere di categoria e si è calato fin da subito nel modo giusto con i suoi nuovi compagni di squadra.

Parliamo di un leader e sono certo che dimostrerà le stesse qualità, da dirigente o da allenatore, anche quando deciderà di appendere gli scarpini al chiodo”.

Imprenditore di successo, presidente assai stimato nel nostro ambiente.

Qual è il prossimo sogno da realizzare per Andrea Schiavi?

“E’ quello esposto in precedenza: portare a termine il progetto riguardante l’ampliamento del “Le Muracciole”, creando così un polo importantissimo in questo quadrante geografico.

Vogliamo pensare non solo ai bambini, ma anche alle bambine, perchè tutti devono aver accesso allo sport: oltre agli elementi  strutturali di cui si parlava prima, ci saranno piste da pattinaggio e piscine”.

 

 

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