Aranova, il DS Mursia: “Rispetto per le società che hanno investito, si gioca solo senza rischi per la salute”

Aranova, il DS Mursia: “Rispetto per le società che hanno investito, si gioca solo senza rischi per la salute”

Oggi è un giorno speciale in casa Aranova perché uno dei suoi capisaldi compie 27 anni: stiamo parlando del direttore sportivo della prima squadra Alessio Mursia che, al suo quinto anno consecutivo con la società rossoblù, traccia il bilancio di questa situazione particolare che vede coinvolti tutti.

Ecco la sua intervista integrale:

Buongiorno direttore, questo periodo di incertezza sicuramente non aiuta: ha delle soluzioni per il prossimo futuro affinché il calcio regionale riprenda in sicurezza? Quale è la sua posizione in merito?

Innanzitutto diciamo che in questo momento io penso che vadano lasciate alcune decisioni a chi ha delle competenze in merito, quindi in questo caso agli organi scientifici e anche a chi amministra e governa, perché fondamentalmente poi sono coloro che hanno la responsabilità di gestire una situazione difficile come quella attuale, quindi non vi è una soluzione nell’immediato che possa far riprendere il calcio regionale in sicurezza.

Poi si può dire quello che si vuole sui protocolli, su tutto questo, però al momento non credo ci sia una soluzione per garantire la sicurezza di coloro che gravitano intorno al sistema calcio.

La mia posizione è tanto semplice, se non ci sono dei parametri di sicurezza per poter giocare, non si deve giocare. In questo momento penso che il calcio sia una cosa alquanto secondaria per tutta una serie di motivazioni.

Se non si può garantire la sicurezza dei tesserati, ma anche e soprattutto delle loro famiglie, secondo me non si deve tornare a giocare, è molto semplice”.

L’Aranova sta proseguendo a livello di prima squadra, giovanili e scuola calcio nel portare avanti le proprie attività nel totale rispetto del DPCM? Quanto è importante l’attività motoria per i ragazzi?

L’Aranova a livello di prima squadra fa un incontro settimanale giusto per mantenere quello spirito di aggregazione ma non più con il fine dell’allenamento perché poi è difficile rispettare a fondo i protocolli.

Fare allenamenti senza contatto, fare allenamenti distanziati, non utilizzare gli spogliatoi e soprattutto poi la cosa difficile è stimolare i giocatori ad allenarsi con consapevolezza, con voglia e con grande intensità, quella è la cosa più difficile.

Per quanto riguarda il settore giovanile e la scuola calcio, gli allenamenti proseguono, proseguono nel rispetto dei vari DPCM ovviamente con poi tante difficoltà perché pur avendo degli staff formati da tante persone ad allenare un gruppo 22-23 e cercare di fargli mantenere i distanziamenti è particolarmente difficile, mentre forse questo potrebbe essere un momento di grande stimolo per la scuola calcio perché si potrebbe pensare veramente di insegnare il gesto tecnico, di insegnare il calcio”.

Quali sono le possibilità di terminare l’attuale stagione con il protocollo attuale? Ci sono dei cambiamenti da fare?

Io non sono un virologo e non mi sento di poter dire se questo protocollo è giusto o meno. Sicuramente quello che posso dire è che con questo protocollo non si può giocare e questo è più che ovvio perché quando si giocano 2-3 partite in un girone in cui se ne dovrebbe giocare otto rischiamo di fare un campionato totalmente falsato, senza reali valori e quindi è inutile proseguire in questo clima, perché il clima di incertezza e di paura comunque c’è e non possiamo dire di no.

Non mi sento nemmeno di dire se ci sono cambiamenti da fare perché credo che questo spetti a chi di dovere e a chi lo fa di lavoro. Io non faccio il virologo ma faccio il direttore sportivo e fondamentalmente non ho un’idea di come si potrebbe sviluppare un protocollo diverso perché vediamo comunque anche il protocollo della serie A sta portando non pochi problemi”.

Quale è il futuro delle società in un clima di incertezza come quello attuale e quanto è difficile proseguire così per dei club che hanno investito tanto in questi mesi? Può raccontarci tutto quello che ha fatto l’Aranova in questi mesi per mettersi in regola tra sanificazioni ed altro?

Il futuro delle società è semplice, è cercare di contenere i costi innanzitutto, perché poi alla fine sono costi rilevanti in tutto perché oggi la gestione di un impianto ha un costo importante.

Quando si apre il cancello si deve essere ben consapevoli che si pagheranno utenze importanti, che si dovrà adeguare una struttura, che si dovranno fare continui miglioramenti. L’Aranova fortunatamente ha dietro un’azienda importante come quella del presidente Schiavi per il quale riesce comunque a contenere i costi cercando sempre di raggiungere un pareggio di bilancio, ma è sempre difficile.

Ovviamente noi abbiamo adeguato la struttura, abbiamo creato uno spogliatoio, abbiamo cercato di spostare l’ingresso e l’uscita, abbiamo cercato di fare dei rinnovamenti importanti per poter in qualche modo prevenire i rischi che comunque poi ci sono sempre, perché non possiamo nasconderci.

Il rischio oggi è quotidiano in tutti i luoghi di aggregazione: le scuole, le società sportive, gli oratori e tutto quanto. È difficile perché oggi le società hanno fatto investimenti comunque importanti e vanno rispettate. Quando si fanno fare degli investimenti importanti, perché era imprevedibile una situazione del genere, poi bisogna cercare di darsi tutti una mano, quindi la Federazione, gli organi di governo e soprattutto le società.

Questo diventa fondamentale. Diventa fondamentale un dialogo, degli aiuti e un sostegno perché poi non tutte le società vivono le stesse situazioni e quindi qui bisogna intervenire”.

Ufficio stampa Aranova