Anzio, l’onestà del ds Zenga: “Ripartire? Meglio congelare le classifiche e tornare in campo in estate”

Anzio, l’onestà del ds Zenga: “Ripartire? Meglio congelare le classifiche e tornare in campo in estate”

L’ultima gara ufficiale dell’Anzio risale ad un mese fa.

Il 18 ottobre, infatti, la formazione di Mario Guida capitolò tra le mura amiche per mano del Real Monterotondo Scalo al termine di un match non scevro da vibranti polemiche legate alla direzione arbitrale del signor Lupoli di Latina.

Di lì in avanti i neroniani sono stati costretti a chiedere il rinvio della gara esterna con la Tivoli 1919, prima di arrendersi come tutti alle imposizioni del Dpcm del 25 ottobre.

Il direttore sportivo Guido Zenga non fa mancare le sue riflessioni nella tempesta di ipotesi e congetture che da mesi fioriscono intorno al destino del calcio dilettante.

“I sentimenti viaggiano sulla falsariga di quanto accadde nella seconda parte della passata stagione.

Stiamo rivivendo il clima di incertezza dello scorso febbraio, quando tutti ci siamo sentiti privati della libertà di vivere la nostra vita anche attraverso quei gesti semplici, ma importanti, che contraddistinguono la quotidianità.

In quei giorni tutti ci siamo guardati dentro e ci siamo fatti un esame di coscienza, cercando di capire come migliorarci e cosa è davvero fondamentale per ciascuno di noi, poi sono subentrate anche altre dinamiche legate al lavoro ed io mi metto nei panni di chi ha dovuto affrontare momenti difficilissimi.

Adesso siamo come intrappolati in una fase di stallo, dove non esiste una data certa per ripartire.

Per me quella ipotizzata del 4 dicembre è solo una speranza, io ci credo poco onestamente.

Trovo molto difficile organizzare la preparazione di una squadra dilettante nel giro di una decina di giorni.

Non è colpa di nessuno, questo è ovvio, tuttavia vedo molta confusione in giro…”.

In Serie D pare giunto il momento di una correzione dei protocolli in vigore per provare a proseguire la stagione.

Un principio che forse potrebbe essere applicabile anche nelle categorie inferiori.

“Personalmente dico di sì – afferma il ds anziate – Io credo che si sia commesso un errore in occasione del lockdown, destinando indistintamente a tutti i contributi di “Sport e Salute.

Non sarebbe stato il caso di creare delle convenzioni per permettere ai club di effettuare dei tamponi settimanali, ottimizzando al meglio la ripartenza?

Per uno sportivo il primo obiettivo è dimostrare sul campo il proprio valore, non ricevere una forma di rimborso a fondo perduto.

L’inizio della stagione purtroppo ci ha messo di fronte a situazioni complesse, creando scenari insostenibili, specie per i presidenti che hanno compiuto sforzi enormi per ripartire.

Basta vedere quanto è accaduto al Villalba, costretto a rinviare un gran numero di partite.

Continuando così, il campionato ne risulterebbe inevitabilmente falsato”.

L’ipotesi di riprendere gradualmente l’attività non convince appieno Zenga.

“A qualcuno il mio potrebbe anche apparire un ragionamento un po’ egoistico, però mi chiedo se non sarebbe preferibile congelare la situazione e ripartire, magari qualche settimana prima rispetto al canonico inizio di settembre, con i recuperi che devono essere effettuati.

Per me questo sarebbe certamente più fattibile rispetto all’incertezza attuale”.

In questo periodo le attività della prima squadra dell’Anzio sono completamente ferme.

“Abbiamo alcuni ragazzi che vengono da Roma e non ce la siamo sentita di costringerli ad esporsi a rischi inutili – prosegue il direttore sportivo – Lo staff ha consegnato ai calciatori un programma di mantenimento della condizione fisica.

Quando ci verrà comunicata una data certa, ci organizzeremo per riprendere le sedute di allenamento”.

Nel frattempo ciascuno cerca la sponda più appropriata per combattere l’astinenza prolungata da calcio dilettante.

“Io mi aggrappo al paddle – chiosa scherzando Zenga – Prima ero presente al Bruschini dal primo pomeriggio fino all’ora di cena, ora come ora, invece, sto coltivando la passione per questa disciplina.

Come me la cavo?

Diciamo che riesco a mandarla al di là della rete (ride)…”.