ANZIO, LA SINCERITA’ DI FATATI: “LA SALVEZZA? CAMBIAMO OBIETTIVO, ALTRIMENTI POSSIAMO ANDARE AL MARE…”

ANZIO, LA SINCERITA’ DI FATATI: “LA SALVEZZA? CAMBIAMO OBIETTIVO, ALTRIMENTI POSSIAMO ANDARE AL MARE…”

L’ultima tappa settimanale del nostro “Top Player” di Eccellenza l’ha vinta proprio lui, quel geniaccio di Fatati.

Sì, quel ragazzo che magari segna poco e che, a volte, esagera troppo nella ricerca della giocata, ma vivaddio almeno ci fa divertire la domenica.

Alla soglia dei ventisette anni, Alessio (nella foto Finelli) di strada ne ha già fatta parecchia e lui non esita a sbirciare nel passato: volti, nomi, suggestioni e, soprattutto, sogni.

Perchè magari aveva ragione Shakespeare ed è vero che siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni.

A lui piace credere che sia così ed a noi piace dargli ragione.

 

Alessio, cominciamo dalla famosa gara di Artena che poi ti ha permesso di essere giudicato il migliore della settimana.

“Sapevamo che sarebbe stata una partita molto difficile, perchè la Vis Artena è una grandissima squadra.

Noi però siamo arrivati lì al massimo della concentrazione e dopo aver preparato la gara nei minimi dettagli.

Volevamo essere aggressivi ed allo stesso tempo soffrire meno possibile in difesa.

Insomma, siamo andati lì per vincere, come facciamo ogni domenica, e ci siamo riusciti con merito.

Poi, è chiaro che nel calcio serve anche un pizzico di fortuna, però noi siamo stati bravi a cercarcela…”.

Stai disputando una grande stagione.

Stiamo ammirando il miglior Fatati dai tempi di Pomezia?

“La vita ed il calcio mi hanno dato l’opportunità di assaporare categorie superiori e per me è stata una grande gioia.

Rispetto a quei tempi sono molto cambiato, maturato direi.

Quella attuale però è certamente una delle mie migliori stagioni e per questo devo ringraziare innanzitutto il mister ed i miei compagni di squadra”.

Dove nasce il Fatati calciatore?

“Nell’Urbetevere, a mio avviso uno dei migliori settori giovanili del nostro panorama.

Salvo una brevissima parentesi nella Cisco Roma, ho fatto lì tutta la trafila.

Successivamente sono stato un anno a Lanciano con la Berretti e da lì ho cominciato a misurarmi con le categorie”.

Qual è stato il tecnico che ha lasciato in te l’impronta maggiore?

“Ho avuto la fortuna di essere allenato da molti allenatori validi e sceglierne uno vorrebbe dire fare un torto agli altri.

A Pomezia ho conosciuto Lanza e Farris, entrambi preparatissimi sotto il profilo tattico, alla Pro Vasto con Ferretti sono cresciuto molto come uomo prima che come giocatore.

Ho appreso qualcosa da tutti gli allenatori che ho incontrato lungo il percorso”.

Se dovessi descrivere il giocatore Fatati ad una persona che non ti ha mai visto, cosa diresti di te?

“Credo di essere un ragazzo umile, anche se a volte in campo non si direbbe perchè ho la tendenza ad esagerare con i dribbling.

Mi piace curare molto i dettagli, in questo sono decisamente meticoloso”.

Un grande contributo alla voce “assist”, ma decisamente pochi gol per te.

“Sì, chi mi conosce sa bene che questa è la mia vera pecca e spesso ci scherziamo su con i compagni.

In realtà, il gol non lo cerco tantissimo perchè preferisco la giocata che crea superiorità.

Però devo migliorare sotto questo aspetto, ne sono consapevole (ride)…”.

Chi ti ha ribattezzato Fatatinho?

“E’ stato Piccheri.

Con Alessio ormai è qualche anno che giochiamo insieme ed è stato lui a coniare questo soprannome proprio a causa di questa mia tendenza a provare sempre il dribbling.

Ormai perfino gli amici hanno dimenticato che mi chiamo Alessio…”.

Fino a poche settimane fa, il ritornello che usciva dal Bruschini era sempre lo stesso: pensiamo solo alla salvezza.

Adesso però siete a tre punti dalla capolista.

“In effetti, la società è partita tra mille difficoltà e dopo le prime due giornate di campionato c’era già chi diceva che eravamo spacciati.

Il presidente ed il direttore hanno fatto un grande lavoro e tutti insieme ci siamo risollevati.

Adesso è chiaro che, se diciamo che l’obiettivo resta quello di salvarci, da domenica possiamo anche andarcene al mare, visto che da quel punto di vista siamo a posto.

Adesso siamo lì e vedremo dove saremo al termine del campionato”.

A livello personale, il tuo obiettivo è quello di tornare a confrontarti con le categorie superiori?

“Io penso che tutti i bambini che amano il calcio sognino di giocare un giorno in quegli stadi che vedono alla televisione.

Quando riesci a giocare davanti a tanta gente, ti senti pienamente gratificato, vivo.

Anche adesso qui ad Anzio c’è tanto amore per la squadra e questo per un calciatore è speciale.

Non so cosa mi riserverà il domani, però sono dell’opinione che, finchè può giocare a calcio, una persona non debba mai smettere di sognare”.