ALESSIO VITA: IL BEPPE VIOLA, IL TORINO, IL MONZA E LA NAZIONALE

ALESSIO VITA: IL BEPPE VIOLA, IL TORINO, IL MONZA E LA NAZIONALE

alessio vita 3 Inizia il viaggio per conoscere i Top Player che negli anni hanno affrontato la Champions League del calcio giovanile

Il Beppe Viola non è solo un Torneo di Calcio, è un opportunità per tanti giovani di belle speranze di mettersi in mostra e poter aspirare al calcio professionistico. Durante trent’anni di torneo, tanti sono stati i ragazzi che vi hanno preso parte, tante sono state le gare disputate, dai campi di terra battuta a quelli in sintetico di terza generazione. Un esempio di questo tipo è proprio Alessio Vita. Giovane prodotto del calcio laziale che ha vestito le maglie della Romulea prima e della Vigor Perconti poi, prima di arrivare al calcio che conta prima con il Torino e adesso con il Monza.alessio vita 2

Alessio, sono passati cinque anni dalla XXV edizione del Torneo Beppe Viola. Un’ edizione che ti ha visto partecipare con la maglia della Romulea di mister Giallatini.

Ho un bel ricordo del Beppe Viola. Si l’ho fatto con la maglia della Romulea. Mi ricordo che c’era grande attesa, tra noi ragazzi, per questa manifestazione che a Roma e nel Lazio è una delle più importanti. Poi per me è stato molto positivo visto che sono stato anche il capocannoniere del Torneo con 5 goal.

Nella tua esperienza professionistica hai preso parte a tornei importanti come il Trofeo Arco di Trento e il Torneo di Viareggio. Il Beppe Viola come si colloca nella tua “scala” dei ricordi?

Beh, non posso nascondere che il Torneo di Viareggio e l’Arco di Trento sono due tornei importantissimi anche dal punto di vista internazionale. Il Beppe Viola, però, è stata la prima vera manifestazione di un certo livello che ho affrontato. E’ un Torneo che si fa nei giovanissimi che è una categoria che ti apre le porte al calcio vero.

Grazie anche al Beppe Viola sei poi approdato, insieme ad Angelo e Carlo Conti, alla Vigor Perconti. Che ricordi hai di questa società che ti ha lanciato nel calcio che conta?

Della Vigor ho un grande ricordo. Anche se ci sono stato un anno, è stato un anno bellissimo che mi ha dato la possibilità di andare al Torino. Però devo dire che anche della Romulea conservo un grande ricordo. Sono state le due società che mi hanno formato e mi hanno permesso di arrivare al calcio che conta.

Il primo goal con la maglia granata è arrivato in un Inter – Torino. Cosa si prova ad indossare quella maglia granata, che sensazioni suscita segnare un goal con la casacca del Toro?

Non so come descriverla. E’ stata una sensazione indescrivibile perché fino a pochi mesi prima non avrei mai pensato che potesse succedere. Prima per me il massimo era segnare, con tutto il rispetto, alla Tor Tre Teste, al Tor di Quinto. Quel giorno, invece, mi sono ritrovato a segnare contro l’Inter, tra le altre cose un goal bruttissimo (ride ndr). E’ stata una palla sporca, in mischia. Io ho messo il piede e poi da lì non ho capito più nulla.

Chiusa, seppur provvisoriamente, la parentesi granata. Insieme al tuo procuratore Giulio Miozzi hai deciso di andare in comproprietà al Monza. Una decisione fortunata visto che sei uno dei giocatori più presenti e sei anche il terzo marcatore della squadra con 6 reti.

E’ un esperienza positivissima. Sta andando oltre le migliori previsioni. Non avrei mai pensato di andare così bene, alla prima esperienza con i grandi. Sono uno dei giocatori più utilizzati e soprattutto sto andando anche bene in fase realizzativa.

Questo ti è valso anche la convocazione con la maglia azzurra…

Si, vestire la maglia azzurra è un’ emozione unica. Diciamo che è uno degli obiettivi che mi ero posto all’inizio dell’anno. Vestire questa maglia è qualcosa di stupendo perché giochi con la maglia della tua nazione.

Quanto ha inciso sulla tua carriera mister Antonio Asta? Sappiamo che lo hai avuto anche al Torino e adesso lo hai ritrovato anche a Monza.

Ha inciso molto, con lui ho un bellissimo rapporto. Sono tre anni che mi allena ed è anche grazie a lui che sono migliorato così tanto. E’ il tecnico che ha inciso di più nella mia formazione. Sia a Torino che qui a Mantova mi sta dando tanti consigli e mi sta facendo crescere sotto tanti aspetti.

A Monza hai trovato un giocatore come Andrea Gasbarroni (ndr ex Juventus e Sampdoria). Diciamo che per alcuni versi avete caratteristiche simili. Quanto possono essere utili per un giovane come te i consigli di Gasbarroni?

Andrea lo conosco già da Torino. E’una grande persona prima che un grande giocatore. Lui pretende molto da noi giovani anche perché ci stimola per farci migliorare. Poi sotto il profilo tecnico è un’altra categoria; si vede che ha giocato nella massima serie e ha fatto una carriera importante.

Quest’anno cade il trentennale del Beppe Viola. So che segui sempre le vicende calcistiche della nostra regione, che consigli puoi dare ai ragazzi che si appresteranno a scendere in campo per la Champions League del calcio giovanile laziale?

Sicuramente consiglio di allenarsi bene e al massimo delle proprie possibilità. Questo perché solo facendo tanti sacrifici si può arrivare a far bene. Poi il Beppe Viola è una vetrina anche perché ci sono tanti osservatori e anche a me ricordo che mi aprì tante porte. Quindi devono affrontarlo al massimo e onorarlo fino in fondo.

Ci seguirai anche da Monza?

Si vi seguirò e colgo questa occasione per salutare tutti i miei mister “romani” come: Giallatini, Grande e Bellinati, ma anche Angelo e Carlo Conti e il Presidente Perconti. E poi vorrei salutare anche voi di Sportinoro e in particolare te che mi segui da quando giocavo con la Romulea.

di Enrico Pagliaroli.