Addio a Carlo Delfini, Maestro di un calcio che non tornerà più…

Addio a Carlo Delfini, Maestro di un calcio che non tornerà più…

Se ne è andato così, senza far rumore e con quella silente dignità che per così tanti anni ne ha contraddistinto l’operato.

Il calcio laziale, meglio ancora il calcio nazionale, piange Carlo Delfini, un Colosso per chi ha avuto il piacere di conoscerlo lungo questo battito d’ali che chiamiamo vita.

Quando ci lascia qualcuno, spesso usiamo impropriamente il termine “perbene”, ma Carlo era veramente una persona perbene.

Mai sopra le righe, sempre aperto al dialogo con quel suo viso che più passavano gli anni e più veniva scavato dalle rughe e più appariva come la maschera saggia ed al contempo bonaria, ironica di un uomo che ne aveva viste tante.

Avrebbe potuto sedersi in un angolo e rimanere in silenzio, ma anche così sarebbe riuscito ad insegnare qualcosa.

Non sarebbe stato per lui.

No, per uno come Carlo non avrebbe avuto senso.

Lui doveva tenere il pallone sotto braccio e guardare i suoi ragazzi allenarsi.

Un gesto che avrà ripetuto un milione di volte, quasi emblematico del suo amore per questo sport meraviglioso: osservare, valutare ogni dettaglio, tenendo sempre ben stretto quello che era il compagno più fidato.

Il suo non era un lavoro, era sostanzialmente una missione da svolgere con sentimento.

Un amore da trasmettere, da comunicare con le parole e con gli atti, ripetuti ossessivamente e senza sforzo a tutti i suoi allievi nel corso del tempo.

Ecco perché i suoi ragazzi, quelli di ieri e quelli di oggi, adesso ne piangono con totale partecipazione emotiva il commiato.

Fino al giorno in cui le sue condizioni glielo hanno permesso, Carlo è sceso in campo con loro, dispensando consigli, incoraggiamenti e battute.

La Lodigiani, quella creatura leggendaria, quel sogno realizzato che è un pezzo di cuore di chi ama il nostro calcio, quella Lodigiani di patron Malvicini, di Rinaldo Sagramola, di Tonino Ceci, ha perso oggi un’altra delle sue colonne.

Carlo era il secondo dell’indimenticato mister Guido Attardi, era un profondo conoscitore di calcio ed ha plasmato generazioni intere di atleti.

Era figlio di un’epoca diversa, di un momento storico in cui l’Italia approcciava il calcio con un sentimento differente, più genuino, ma non per questo era rimasto ancorato al passato.

Il Carlo che abbiamo conosciuto noi era anzi proiettato verso il futuro, si aggiornava costantemente e non aveva perso una stilla di quell’entusiasmo che lo portava costantemente al contatto con i suoi ragazzi.

Perché Carlo Delfini, lo ribadiamo, era soprattutto una persona perbene e noi non possiamo fare altro che salutarlo con il rispetto che si deve ad un Uomo, i cui insegnamenti resteranno scolpiti e dovranno essere tramandati.

Coloro che ne avranno la possibilità potranno omaggiarlo domani, giovedì 14 marzo alle ore 15 presso la Chiesa San Vincenzo De’ Paoli a Tor Sapienza.

 

Il direttore Raffaele Minichino e la redazione di “Sport in Oro” partecipano al dolore della Famiglia Delfini, ricordando la statura morale e professionale di Carlo.