“Diamo Un Calcio Al Bullismo”, Stefano Roma: “All’ASD Sporting San Cesareo l’educazione viene prima di tutto”

“Diamo Un Calcio Al Bullismo”, Stefano Roma: “All’ASD Sporting San Cesareo l’educazione viene prima di tutto”

A cura di Matteo Lanzi

Se la manifestazione “Diamo Un Calcio Al Bullismo” sta avendo un riscontro così importante il merito è soprattutto di chi l’ha inventata e poi esportata in altre realtà, cioè l’ASD Sporting San Cesareo. Una soddisfazione enorme, come traspare dalle parole del suo Presidente onorario Stefano Roma, ideatore del progetto.

Come nasce questa splendida iniziativa?

L’idea è sorta qualche anno fa: siamo riusciti ad avere il patrocinio della FIGC, del CONI e della Regione Lazio, arrivando il primo anno ad accogliere nella nostra struttura circa 1000 persone tra bambini e genitori. Erano presenti anche 3 grandi campioni come Ciccio Caputo, Vincent Candela e Marco Amelia. Da lì in poi è stato tutto un continuo di successi anche al di la dell’aspetto tecnico, come per esempio la Coppa Disciplina vinta dalla nostra prima squadra. Siamo contenti che il Ponte di Nona abbia aderito al progetto ed è bellissimo vedere questa cornice di pubblico, oltre ovviamente alle facce felici dei bambini che giocano. Mi auguro che presto possa arrivare il supporto anche di altre società“.

Il bullismo è un tema delicato, che va al di la del calcio. Servirebbe un aiuto più forte da parte delle istituzioni per affrontarlo?

Ovviamente l’auspicio più grande è che tutto questo lavoro quotidiano che svolgiamo per la prevenzione e la lotta al bullismo porti ad una risposta forte da parte delle istituzioni, che potrebbero, per esempio, inviare dei loro delegati nelle società per fare formazione in merito a questa tematica“.

L’ASD Sporting San Cesareo, come il Ponte di Nona, opera in contesti sociali non semplici, per motivi diversi. Lo sport di squadra è una risposta al disagio e all’isolamento dei ragazzi?

Io credo che al giorno d’oggi è sempre più importante far capire ai ragazzi che prima di essere campioni in campo bisogna essere campioni fuori. Non tutti arriveranno nel professionismo, motivo per il quale lo sport deve avere un’altra missione, cioè educare e formare in ogni aspetto dell’esistenza dell’individuo“.

Una riflessione condivisibile che ci si augura possa essere allargata anche a palcoscenici con maggiore importanza a livello decisionale.