Fabrizio Feroce a 360 gradi: “La Romulea, lo stop, la chiamata del Fonte Meravigliosa: vi racconto tutto”.

Fabrizio Feroce a 360 gradi: “La Romulea, lo stop, la chiamata del Fonte Meravigliosa: vi racconto tutto”.

A cura di Matteo Lanzi

A volte nella vita bisogna sapersi fermare: per riflettere, per rilanciarsi, aspettando un’occasione buona per perseguire i propri sogni. Non è facile, sopratutto se sei un allenatore della caratura di Fabrizio Feroce, uno dei top-coach a livello di settore giovanile regionale. Ma se la tua indole ti porta a sognare di crescere umanamente e professionalmente è difficile dirgli di no. Ecco quindi l’attesa, che l’ha portato ad aspettare Novembre per tornare in panchina. L’occasione di allenare una prima squadra è arrivata, e che occasione: il Fonte Meravigliosa, squadra di Promozione che da sempre persegue il must di vincere lanciando i propri giovani. E quale persona migliore di Feroce, fresco vincitore dello scudetto Under 19 con la Romulea?

Il 19 Giugno scorso l’addio alla Romulea. A distanza di mesi che ricordi ha di quella fantastica esperienza?

“Lo scudetto è un ricordo indelebile, tatuato sulla mia pelle. Rimarrà sempre un punto fermo nella mia memoria, qualunque cosa accada. I motivi dell’addio sono noti: volevo fortemente il salto in prima squadra, cosa che lì non era possibile”.

Dopo il termine dell’esperienza amarantoro ha vissuto qualche mese lontano dai campi. Quali sono i motivi di questo stop?

“Sapevo che, essendo arrivati a giocarci le finali nazionali fino a Giugno inoltrato, sarebbe stato difficile trovare una panchina ancora libera, ma ho preferito fermami ed aspettare: ero sicuro che un’altra esperienza di settore giovanile non mi avrebbe dato le motivazioni giuste, soprattutto dopo l’estenuante stagione che avevo vissuto. In questi mesi diverse squadre mi hanno contattato, ma ci tengo a precisare che non ho mai rifiutato nessuna, si trattava semplicemente di una questione di stimoli. Finalmente, dopo diversi contatti non andati a buon fine, ho ricevuto una chiamata che mi ha pienamente soddisfatto, quella del Fonte Meravigliosa”.

Come è nata questa unione?

“E’ stato un corteggiamento continuo, partito fin dallo scorso anno: la società sapeva bene il mio modo di lavorare e già quest’estate c’era stato un interessamento, non andato a buon fine per una questione di tempi. Ora si è riproposta quest’opportunità, che ho colto al volo: l’aspetto che più mi intriga è quello di voler vincere lanciando i giovani della propria “cantera”, idea che condivido in pieno. E’ un progetto che sento adatto alle mie possibilità e alle mie volontà, spero di portarlo a termine nel miglior modo possibile”.

In che stato di forma, sia fisica che mentale, ha trovato i ragazzi?

“Questi sono giocatori che, innanzitutto, vanno solo che ringraziati: si sono messi subito a disposizione, instaurando con me un rapporto veritiero fin dal primo giorno. So che molti di loro erano profondamente legati al mister precedente, ma sono uomini navigati: si sa che nel calcio il cambio dell’allenatore è un fattore da mettere in preventivo, l’importante è affrontarlo nel migliore dei modi. Hanno dei valori importanti: con loro si può parlare di qualunque aspetto, sempre nei modi giusti. Il confronto tra calciatori e allenatore è la chiave principale per arrivare a dei successi importanti”.

Quali sono gli obiettivi del Fonte Meravigliosa?

“La società mi ha comunicato che l’obiettivo primario resta la salvezza: prima mettiamo al sicuro il mantenimento della categoria più tempo avremo per toglierci poi, eventualmente, soddisfazioni maggiori. Valorizzare i giovani resta sempre un diktat primario da seguire: solo così si può instaurare un senso di appartenenza importante, per dare il via ad eventuali successi futuri”.

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