SIMONE SALINI: IL ROONEY DELL’URBETEVERE ALL’ASSALTO DEL TITOLO JUNIORES

SIMONE SALINI: IL ROONEY DELL’URBETEVERE ALL’ASSALTO DEL TITOLO JUNIORES
Il centravanti dell’Urbetevere Juniores Elite 2012\2013, Simone Salini. Nella nostra foto di repetorio, premiato col trofeo “Golden Players” come miglior attaccante dello scorso campionato Allievi Elite all’inaugurazione del torneo Beppe Viola 2012

La bravura di Simone Salini è soprattutto nel trarre vantaggio dal suo istinto del gol impareggiabile, che inganna i difensori anche in virtù di un andatura tipica, sorniona, da vero finalizzatore. Il terminale d’attacco dell’Urbetevere, classe 1995, 11 gol nelle prime 11 partite del campionato Juniores Elite 2012\2013, è l’attaccante più “british” tra gli under 18 del Lazio. Romano e tifoso della lazio, presenza fissa in rappresentativa Juniores  di Giuliano Giannichedda da quest’anno, si racconta ai nostri microfoni. Ora vuole fortissimamente il titolo  ed il professionismo, dopo essersi visto sfilare dal Savio per un pallone beffardo il passato titolo  regionale Elite Allievi Elite. Cerca una rivincita frutto di esperienze brucianti e lavoro, tanto lavoro. Proprio come quegli studenti ripetenti che recuperando un annata maledetta, riescono a fare 2 anni in uno.

 

A cura di Giovanni Crocè

 

Simone, la tua gioia più grande, in ordine di tempo l’hai avuta sabato scorso realizzando l’1-2 finale con cui avete piegato la Nuova Tor Tre Teste. Giocando in trasferta oltre un tempo in 10 uomini e privi di 4 titolari, avete mantenuto la vetta.

 

E’ giusto soffermarsi su questo fatto, ma il primo gol del mio compagno d’attacco Troccoli è altrettanto notevole. Sicuro che con la Nuova Tor Tre Teste offro sempre il massimo delle mie possibilità, in fin dei conti ho sofferto nel mezzo campionato in cui ho disputato gli Allievi Fascia B Elite alla Nuova Tor Tre Teste, ho avuto normali dissapori e discussioni con mister Fabi perché preferiva far giocare altri al posto mio. Poi ho finito quel campionato all’Urbetevere e sempre a Via della Pisana ho fatto Allievi Elite e questo campionato Juniores tuttora in corso. L’anno passato feci 2 gol nella semifinale regionale di ritorno proprio contro la Nuova Tor Tre Teste, e mi sono ripetuto sabato salendo di categoria. Le motivazioni di un ex a volte sono enormi. Ma il campionato è lungo e tutto sommato mi sono lasciato bene con tutti là allo Ielasi.

 

Le tue movenze ed il tuo fisico tozzo e potente ricordano da vicino la struttura atletica di Rooney, ti ci rivedi?

 

La punta del Manchester United è un mito del calcio e perciò non va presa in considerazione, ma è vero che anche il nostro numero 10, proprio Matteo Troccoli, a volte mi paragona a lui e un pizzico di carica in più qualunque giovane venga accostato a questi mostri sacri posso assicurarvi che la trova. Poi però personalizza il suo stile, a me ad esempio piace tanto giocare il pallone, fare scambi in velocità, partecipare alla manovra soprattutto negli ultimi 20 metri. Per fortuna arrivano anche i gol.

 

Potete arrivare al titolo, eppure ancora nel gruppo A nessuna ha trovato continuità al cento per cento. Anche voi, prima di Tor Tre Teste, avevate perso sia con Villanova che col Futbolclub, che ora è primo insieme a voi.

 

Siamo una squadra nuova, in una società di grande prestigio ma che è quasi come fosse una debuttante assoluta nella Juniores Elite, e siamo anche in tanti a fare questo torneo per la prima volta, non siamo pieni di 1994 e non abbiamo possibilità di usare fuoriquota come altri. Certo è che io ho voglia di rifarmi su tutti i fronti, l’anno passato ho fatto 31 reti in 31 partite e non è bastato neppure per essere campione regionale allievi, poi sono stato anche bocciato a scuola sul filo di lana, ma lasciami dire una cosa riguardo a quell’anno…

 

Dicci, Simone….

 

La verità è che al corpo docente, agli insegnanti, non solo non importa nulla se l’alunno fa attività sportiva, ma anzi, in realtà ho potuto vedere a mio danno che in Italia se sanno che ottieni risultati nel calcio o nello sport in cui sei impegnato agonisticamente, vogliono anche il doppio a scuola. Non è certo come nei college americani dove addirittura ti conferiscono borse di studio se sei un ragazzo impegnato nella pratica sportiva. Mi ritrovai a fine aprile scorso con il campionato nelle fasi finali, avevo due materie col debito, nulla di irrecuperabile. Finivamo tutti stremati e tesi dagli allenamenti. Tutti sanno poi come è andata, male su tutti e due i fronti per me. Adesso va molto meglio e ho una fame di gol e buoni voti, che non potete immaginare. Abbiamo anche il dovere di andare avanti per Riccardo Grasso, il nostro compagno di squadra che proprio nel rush finale del campionato passato, ad inizio marzo 2011, dopo un incidente in motorino entrò in coma e tuttora è in ospedale. Lo vogliamo quanto prima come nostro primo tifoso al campo e le volte che lo andremo a trovare o menzioneremo nelle interviste non saranno mai troppe. La cosa bella è che dopo il campionato fallimentare ho pensato anche di non giocare più a calcio, ma per fortuna i miei mi hanno fatto ragionare, non è un anno balordo a segnare la storia e la vita di un ragazzo di 17 anni.

 

Adesso sei anche in rappresentativa, e gli avversari iniziano a conoscerti di fama…

 

Vero quel che dici, sono contento che un finale rovinoso come quello della stagione scorsa ora stia dando frutti splendidi, ho imparato da quelle delusioni indescrivibili. Già ero seguito da mister Giannichedda l’anno passato, ma aveva come tutti sapete il tetto massimo di 3 atleti convocabili per ciascuna società, e io rimasi fuori dal recente torneo delle regioni che il Lazio vinse. Negli obiettivi personali, oltre al campionato alla scuola, quest’anno punto a riprendermi tutto, maglia in rappresentativa e titolo incluso. Se ho imparato che la vita può cambiare in negativo, devo credere possa farlo anche in senso opposto e andare oltre la mia immaginazione. Per la seconda parte della domanda è vero anche quello, anzi mi fa sorridere pensare che 2 sabati fa, il numero 9 del Futbolclub, Barbarella, uno del ’93, che a vederlo sembra molto distaccato, a fine partita, nonostante avessero vinto loro, viene da me e dandomi una pacca sulla spalla mi dice: “bomber, complimenti per la tua rete di oggi, avete giocato benissimo, ma adesso i gol falli anche ad altri”. Lui in quella gara è stato micidiale contro di noi, ma credo di averlo accontentato contro la Tor Tre Teste e avere tutte queste testate che parlano di calcio giovanile come voi, ci dà una splendida visibilità.

 

Sei ripartito dall’Urbetevere, dove hai fatto più gol di tutti l’anno scorso negli Allievi, nessun provino con i Professionisti?

 

Proprio nessuno no, anzi, andammo con tutta la rosa dei vecchi Allievi 1995 a giocare varie amichevoli estive contro le giovanili del Perugia e feci anche gol, eppure, come spesso può accadere, nulla si mosse. Mentre qualche fermento in più c’è stato in regione; potevo andare a giocare il torneo Juniores Nazionale con il Palestrina o l’Ostiamare quest’anno, ma più di qualcuno mi ha detto che è più difficile e formativa la Juniores Elite, e allora quale migliore idea di provare a fare grande l’Urbetevere e provare a riprendermi il maltolto con questi colori addosso?

 

Ogni tanto ripercorri il doloroso momento in cui il tuo pur ottimo portiere Rampi non blocca quel chilometrico rinvio di Boserup e il Savio si laurea campione Regionale?

 

Ora come ora è quasi dimenticato, ma nei momenti di difficoltà sento come un rantolio che arriva dal di dentro, e nei momenti duri della giornata o della partita mi dico “questo non deve più accadere!”. Li per lì invece eravamo tutti distrutti, e pensavamo a stare vicino al nostro portiere e per noi contava solo arrivare vivi alla stagione successiva. Anzi, come vi ho raccontato, pensavo che non avrei più disputato una partita ufficiale, tanto forte era il rigetto nei confronti del calcio, almeno a caldo.

 

Che tipo sei fuori dal campo? Fai dei sacrifici per il calcio?

 

Grazie a dio uno fa un sacrificio quando deve privarsi di qualcosa, io no. Ho tutto dalla mia famiglia, mi piace anche il lavoro di mio padre, che ha una tabaccheria, mi piace vedere cosa fa e devo dire che un giorno vorrei lavorare con lui. Le rinunce minime sono quelle di non andare fuori con amici o saltare la discoteca prima delle partite, e fare una vita regolare, per essere belli svegli in partita. Per fortuna nonostante io abbia 17 anni, non sono “fissato” né per la discoteca, né per internet, sono su facebook ma ci sto il giusto, e punto all’anno perfetto come ti ho detto, la combinazione ideale tra titolo regionale, come minimo, brillante promozione a scuola e perché no, la chiamata di una bella prima squadra.

 

Non sembri avere un grandissimo scatto, eppure spesso nascondi il pallone agli avversari per farglielo ritrovare in fondo al sacco, è il tuo stile.

 

Lo descriverei come un ulteriore stimolo in più per guadagnarmi il rispetto sul campo, senza essere un violento, tanto che mai sono stato espulso. A volte sembro sovrappeso ma poi i portieri e le difese si ricredono, è proprio così la mia struttura, e il mio modo di giocare si sviluppa negli ultimi sedici metri, è lì che riesco a esprimermi al meglio. Ma prima di Urbetevere e Tor Tre Teste, ad esempio ho fatto tutta la trafila al Fregene, anche se io abito sulla portuense, e là ero più un trequartista o un centrocampista offensivo, partivo da lontano. Ricordo che nei giovanissimi provinciali del Fregene avevamo un grande gruppo che era stato costruito per fare addirittura i regionali elite, ma la società per problemi che non ricordo giocò come detto i provinciali. Vincemmo quel torneo con 6 giornate di anticipo e poi, a maggio vinsi la classifica cannonieri del girone proprio al Beppe Viola iniziando a fare l’attaccante vero e proprio, una intuizione del grande mister Valter Casaroli, che saluto con affetto. Da là ho capito che volevo essere un numero 9.

 

In bocca al lupo per il resto del campionato a te ed alla tua Urbetevere, Simone!

 

Grazie a te, e speriamo che la buona sorte si ricordi che l’Urbetevere ha un credito da saldare con lei!