SERIE D GIRONE G, FOCUS SULLE AVVERSARIE DELLE LAZIALI

SERIE D GIRONE G, FOCUS SULLE AVVERSARIE DELLE LAZIALI

(Nella foto Massimo Ganci, attaccante de L’Aquila, ai tempi del Pescara)

La stagione 2016-2017 del “Campionato d’Italia” vedrà ancora una volta le laziali divise.

Questo formato-spezzatino non è certo una novità per le compagini della nostra regione, che negli ultimi sei anni hanno giocato tutte insieme soltanto nel 2013-2014 e nel 2014-2015: basti pensare che dal 2011 al 2013 le laziali erano divise addirittura in tre gironi.

Se il basso numero di laziali, appena nove (ma la Serpentara, visto l’affaire-Paganese, spera ancora), ha rappresentato il divisore della ripartizione, ad influire sul quoziente sono stati anche i tanti fallimenti delle meridionali: Torrecuso, Isola Liri, Ischia Isola Verde e Noto sono di fatto sparite per problemi economici, costringendo i vertici della Lega a far scivolare più in basso, nel girone H, ben quattro nostre corregionali.

Il Girone G sarà quindi il crogiuolo di ben cinque regioni: Lazio, Abruzzo, Umbria, Sardegna e Toscana – quest’ultima rappresentata dalla ripescata Sansepolcro (realtà mista fra Umbria e Toscana).

Uno scenario affascinante, benché più impegnativo, farà da sfondo alla stagione delle cinque laziali prescelte nel Girone G, Albalonga, Flaminia, Rieti, Ostiamare e Nuova Monterosi.

Andiamo a scoprire quali saranno le insidie, i valori, la tradizione e il blasone delle altre tredici squadre iniziando dalla Sardegna, inseperabile dal Lazio da ormai due lustri.

SARDEGNA – Con il ripescaggio dell’Olbia in Lega Pro, il numero delle sarde è sceso a sette. Ad aggiungersi alle vecchie conoscenze ci sono il Latte Dolce, vincitore del campionato di Eccellenza sardo, ed il San Teodoro, che ha battuto il Vigasio ai play off nazionali.

La squadra ad esercitare più blasone è naturalmente la Torres, ma a fronte della tradizione i turritani hanno dovuto fare i conti con i debiti lasciati dalla precedente gestione di Capitani: basti pensare che i giocatori non hanno a disposizione un bus societario per andare ad allenarsi, come rivela L’Unione Sarda, che ha pizzicato i giocatori rossoblu alla fermata del bus, indecisi se aspettare il 42 o il Godot di beckettiana memoria.

La Torres ha rifondato totalmente l’organico: via i protagonisti della scorsa stagione, tra cui Musto (passato al Bologna), Cossentino (Modena), Bianchi, Biondi e Scotto (finiti al Rieti), dentro tantissimi giovani e pochi giocatori esperti, fra cui Varriale (’91, primavera del Napoli ed Avellino), Bisogno (Turris), Francesco Simonetti e Roberto Merino (ex nazionale Peruviano, già in B con Salernitana e Nocerina). Lecito attendersi una stagione interlocutoria, benché la piazza pretenda un campionato di vertice da una società che, altresì, ha il dovere di rimettere i conti apposto.

Bilancio invece perfettamente in ordine in Costa Smeralda, con l’Arzachena che si appresta a disputare la quattordicesima stagione consecutiva in D. Tenuti i big Branicki, Sanna e Brack, sono arrivati Dominguez, Nuvoli, Orlandi, Guaita (via Albalonga) e Simone Sbardella (ex Trastevere) per compensare alcune partenze importanti. Mauro Giorico, romano alla terza stagione in sella ai biancoverdi, punta a migliorarsi: il che vuol dire play off, stante il settimo ed il sesto posto ottenuti nelle due precedenti annate.

Altro romano profeta d’oltremare è Mariotti, saldamente ancorato alla panchina di una Nuorese che, anche quest’anno, cercherà di conciliare la linea verde ad un campionato tranquillo. Perso Alonzi, tesserato dal Chievo, il colpo dell’estate per i verdazzurri è Daniele Molino, ex capitano dell’Olbia (50 reti nelle ultime tre stagioni). Da segnalare anche gli arrivi di Marco Carta, romano classe ’91 ex Aprilia, Lupa C.R. e Cynthia, Vincenzo Scognamiglio e Gianmarco Falasca, insieme alla conferma di Cadau. Dentro anche l’ex Vis Artena Francesco Botti (’97).

Più indietro Lanusei, Muravera, Latte Dolce e San Teodoro.

Il Lanusei, salvatasi solo ai play out, sta approntando un organico giovane con pochi, ma navigati over: dentro Sini (tanta Eccellenza sarda per lui) e Felipe Ianni (’91), centravanti brasiliano proveniente dalla Pro Sesto; l’obiettivo resta la salvezza. Dopo i 5 anni di reggenza Loi, il nuovo tecnico è Hrvatin – due anni fa vincitore in Promozione con il Ploaghe.

Punterà a salvarsi anche il Muravera, che ha tenuto lo zoccolo duro della scorsa stagione (nonostante le difficoltà societarie) cedendo il deludente Mesina e ingaggiando tantissimi giovani, insieme a qualche over come Federico Usai (bandiera di ritorno dopo la parentesi maltese) Bruno e Luigi Pinna. Confermatissimo l’allenatore della salvezza, Marco Piras.

Chiudiamo con le neo promosse. Il Latte Dolce si presenta all’insegna della continuità: confermata la rosa per il 90%, tra cui Mereu, Cocco e Andrea Usai, sono arrivati Palmas e Carboni.

Bene anche il San Teodoro sul mercato: agli ordini di Tomaso Tatti (ex attaccante di Cosenza e Perugia negli anni ’90), ci saranno Jacopo Malesa e Alessandro Steri, centrocampisti provenienti dall’Olbia, che garantiranno quell’esperienza estremamente utile nel rush salvezza.

La certezza delle sarde, anche quest’anno, sembra essere l’organizzazione societaria: se la big Torres lesina alcune certezze, il panorama isolano resta caratterizzato da gestioni solide ed improntate alla valorizzazione dei giovani tramite l’affiancamento a vecchie volpi della categoria.

ABRUZZO – Due le abruzzesi nel girone G, caratterizzate da ambizioni opposte.

Partiamo da L’Aquila, appena retrocessa dalla Lega Pro dopo una drammatica stagione segnata dai postumi del calcio scommesse. I dirigenti rossoblu, per saziare una piazza affamata di calcio, hanno operato alcuni grandi colpi: Massimo Ganci, Alfonso Pepe e Niccolò Valenti. Il 35enne Ganci ha un passato in Serie A e B (Bari, Treviso, Frosinone, Pescara su tutte) ed ha già colpito con il Monterosi in Coppa, Pepe vanta 300 presenze in carriera equamente divise fra C e D ed una Coppa Italia di Serie D con il Fondi la scorsa stagione, Valenti è un’ala imprevedibile reduce da due buone stagioni a Poggibonsi.

Preziosa anche l’esperienza di Giorgio La Vista, 37enne regista dal piede educato con una carriera da far invidia a pochi fra B (160 gettoni in carriera) e C; in cerca di riscatto l’attaccante Bonvissuto (anche per lui esperienze in B) dopo l’ultima, deludente stagione a San Benedetto Del Tronto.

Naturale che L’Aquila, benché forse inesperta nel reparto arretrato, punti direttamente alla Lega Pro; l’Avezzano proverà a ripetere la bella salvezza della scorsa stagione, magari con qualche brivido in meno. Attorno al centrocampista Sassarini, vero leader dei biancoverdi, ruoteranno tanti under in prestito da squadre professioniste, ma soprattutto quel Pasquale Moro idolo dei tifosi che, a suon di gol, ha riportato l’Avezzano dalla Promozione alla Serie D nel giro di quattro anni. A far coppia in avanti con lui, un altro giocatore dal grande estro come Orlando Aquino, che i tifosi del Serpentara ricorderanno per averlo affrontato, nei play off 2014-2015, quando indossava la maglia del Paterno. Siglò una splendida doppietta all’andata.

UMBRIA E TOSCANA – Le formazioni umbre, molto probabilmente, si giocheranno la salvezza nel girone. Regnano ombre sul Foligno, che ha perso dei leader come Fapperdue e Di Paola e ha invece puntato sul difensore Andrea Adamo (Leonfortese, ex Primavera Palermo) e su Kondogbia e Balotelli. No, non scherziamo, perché tra le fila dei falchetti ci saranno i fratelli meno blasonati dei due giocatori, Evans ed Enock.

Chissà che la scommessa paghi, visti i pochi fondi a disposizione di un Foligno in crisi economica da almeno due stagioni. Inoltre, ci sono anche tre prodotti del settore giovanile laziale a Foligno, il portiere Piccheri (Tor Tre Teste), e gli ex Vigor Perconti Mannarelli (in prova) e Iovine. Segno che la nuova proprietà laziale capeggiata da Gianluca Ius voglia puntare su alcuni ragazzi del nostro orticello.

Cauta anche il Trestina che è appena tornata in D dopo un anno di purgatorio in Eccellenza, allenata dall’ex bomber proletario Riccardo Zampagna. Sul mercato, tanti giovani per una squadra che poggerà le proprie basi sull’esperienza di Morvidoni e Andrea Iozzia, quest’ultimo capitano del Foggia di Zeman 2.0 in Serie C, quello con Insigne e Marco Sau.

Chiudiamo con il Città di Castello e la Vivi AltoTevere Sansepolcro. Il Città di Castello ha rivoluzionato la rosa, ma sarà protagonista di un reality show, mentre la Vivi AltoTevere Sansepolcro, curioso ibrido tosco-umbro, è stata appena ripescata dopo esser stata retrocessa. Probabilmente, per queste ultime due formazioni ci sarà parecchio da sudare.