Riccucci non si pone limiti: “Il Trastevere deve crederci sino alla fine”

Riccucci non si pone limiti: “Il Trastevere deve crederci sino alla fine”

Riccucci

Di Alessandro Bastianelli.

Nel Trastevere in piena corsa play off ci sono le geometrie di Riccucci a fornire l’ispirazione al gioco palla a terra proposto da Gardini.

Andrea Riccucci si sta prendendo il Trastevere con la freddezza e la classe che ti aspetti da un esperto. Il regista nato nel 1996 si sta imponendo come titolare alla sua seconda stagione in maglia granata, convincendo tutti dal mister fino ai compagni.

«Ti viene più facile quando giochi in un grande gruppo con giocatori del calibro di Mastromattei, Fatati, Cardillo e Sfanò, tanto per fare qualche nome: qui per un giovane esprimersi è più facile» ammette candidamente il regista trasteverino, contattato per un’intervista.

«Quest’anno sto avendo più continuità e mi fa piacere sentirmi un giocatore importante, non è stato facile ripartire dopo il fallimento del Lanciano ma qui sono davvero felice».

Nonostante la sconfitta di domenica scorsa contro l’Albalonga, il Trastevere è sempre in zona play off e si appresta a incontrare il Flaminia, reduce da due vittorie consecutive, rinata con il ritorno di Vigna.

Riccucci analizza la gara del Pio XII, inquadrando al contempo i civitonici:

«Ci rode aver perso, siamo stati condannati da una ripartenza, ma siamo orgogliosi di essere andati ad Albano a giocarcela contro una grande squadra come l’Albalonga, compatta e dotata di grandi giocatori.

E’ il nostro dna – sottolinea l’ex Tor Tre Teste – giocarcela sempre fino alla fine, e di non mollare mai.

Il Flaminia? Lo affrontiamo nel suo momento migliore e dobbiamo essere bravi a interpretare la gara nel modo giusto, con l’Albalonga ti viene più facile giocartela ma sono le partite contro la Flaminia e squadre simili che ti cambiano, punto dopo punto, le stagioni».

Lo sa bene Riccucci, che ha vissuto la splendida cavalcata del Trastevere nel Girone H la scorsa stagione, con tante partite giocate soprattutto nel girone di ritorno.

La mente vola inevitabilmente a quel che poteva essere e non è stato:

«A volte ripenso a quella traversa che ho preso nello scontro diretto con il Bisceglie, poteva cambiarci la vita, ma il destino ha voluto così e dobbiamo accettarlo.

Per me che ero appena tornato nel Lazio, ed in Serie D, è stata una cavalcata stupenda che mi ha insegnato molto, a prescindere da quel che ci ha tolto il finale.

Eravamo un gruppo fortissimo, e soprattutto unito: con i vari Tajarol, Massella e gli altri ci sentiamo ancora nonostante non giochiamo più assieme».

Il Trastevere ha cambiato molto rispetto alla scorsa stagione, puntando su pochi senatori e tanti giovani con prospettiva e personalità.

Qual è quello su cui Riccucci punterebbe qualcosa?

«Io stravedo per Davide Lorusso, oltre a essere un grande amico (si conoscono sin dalla Juniores della Tor Tre Teste ndr) è un calciatore fantastico che in questa categoria fa la differenza, nonostante sia ’96 come me. Gli auguro di poterlo fare anche a livello più alto»

In chiusura, chiediamo al regista quali sono le ambizioni del Trastevere dal suo punto di vista.

«Noi siamo partiti per fare bene, senza un obiettivo ben preciso, ma dopo un girone di andata così penso che non dobbiamo porci limiti: dobbiamo dimostrare di essere una squadra che non molla mai non solo nei ’90, ma per l’intero campionato.

Entriamo in campo ogni partita per vincere, non importa se sei il Rieti o una squadra meno piazzata. Sinceramente, credo che siamo al livello delle prime, e sta soltanto a noi dimostrarlo sin dalla prossima gara contro il Flaminia».

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